capitolo 21

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Erano passati 3 giorni ormai è la mia pancia assomigliava ad una mongolfiera gonfiata al limite. Ero quasi sempre stanca e bevevo il sangue di Geremia e Stefan 3 volte al giorno. Stando con loro riuscii a capire quanto fossero diversi. Ogni volta che Stefan entrava in stanza dava un bacio alla mia pancia e poi a me, si sedeva al mio fianco e mentre io bevevo lui mi parlava di quello che aveva fatto durante la giornata, delle litigate tra Lara e Dario, di Aiciel e le preoccupazioni, e mi descrivevano sempre il tempo che c era fuori, poiché la luce mi dava molto fastidio. Geremia invece quando arrivava mi dava un veloce bacio sulla fronte, apriva un Po le tende per far entrare un filo di luce, e mentre io bevevo lui guardava da un altra parte senza aprire bocca.

Stefan: ehi Kira come stai oggi?

Io: meglio. Ma già sono le 3?

Stefan: già. È l ora del biberon.

Stefan mi bacia come suo solito e poi si taglia al centro della mano per farmi bere.

Stefan: oggi Lara e Dario sono usciti quindi non è successo nulla di particolare.

Io annuisco senza smettere di bere.

Stefan: è passato tuo padre, ha chiesto come stavi ma poi è dovuto andare via perché erano arrivate nuove anime.

Annuisco ancora.

Io: finito.

Stefan: hai bevuto meno del solito oggi.

Io: si lo so, ma non avevo così tanta fame.

Stefan si alzò e si sedette su uno delle poltrone nere. I suoi capelli biondi erano ricresciuti e gli occhi si erano schiariti in un blu acqua.

Stefan: senti...so che questo è il tuo ultimo pensiero adesso ma...volevo sapere chi...beh insomma chi sceglierai.

Io: oh ti prego Stefan non farmi questa domanda, io non lo so. Tra 3 giorni partorirò e non posso pensare a niente tranne che ai miei bambini. E poi, sia tu che Geremia coprite un ruolo importante nella mia vita ed io non posso decidere in queste condizioni. Devo essere lucida capisci.

Stefan: giusto. Beh io l ho chiesto perché....

Io: lo so Stefan e anche io ti amo, ma adesso proprio non posso.

Stefan sorrise. Mi dispiaceva così tanto dagli una delusione ma proprio non potevo scegliere, e non perché non sapevo, ma perché non volevo.

Stefan: bene. Adesso vado ad allenarmi con Aiciel, ci vediamo questa sera alle 8?

Io: ok.

Stefan apri la porta e di fronte a lui gli si parò Geremia con gli occhi fissi al suolo. Stefan gli diede una pacca sulla spalla e uscì dalla stanza lasciando la porta aperta.

Geremia: ciao.

Io: ciao. Hai intenzione di rimanere sotto la porta fino alle 8?

Geremia entrò e chiuse la porta alle sue spalle. I suoi occhi verdi erano scuri e i capelli neri scompigliati gli coprivano gli occhi. Si sedette al mio fianco e si tagliò il palmo della mano. Il silenzio cadde nella stanza e io mi sentii in imbarazzo.

Io: finito.

Geremia si alzò pulì la mano con un tovagliolo e aprì un Po le tende della finestra per far entrare la luce ma questa volta non andò via, ma tornò a sedersi al mio fianco.

Geremia: allora?

Io: cosa?

Geremia: come stanno i piccoli?

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora