"Cosa???"
Non potevo crederci. "Lo ha chiamato padre?" Stefan e Dario lo fissarono, mentre io invece fissavo il vuoto. Tornai su il loro abbraccio. Lucifero lo guardò dalla testa ai piedi e sorrise dolcemente.
Lucifero: non sei affatto cresciuto.
Il suo sottile umorismo fece ridere Geremia, e avrebbe fatto ridere anche noi se non fossimo stati così sconvolti.
Io: padre?
Lucifero mi guardò divertito mentre Geremia prendeva una bottiglia di sangue fresco dal mobile.
Lucifero: già, però non è mio figlio chiariamo.
Tirai un sospiro di sollievo che notarono tutti, e che fecero dopo di me. L ansia mi pervade il corpo per poi scaricarsi al suolo, e gli occhi di Geremia si schiarirono fino a diventare grigi.
Geremia: ti ho spiegato già che lui mi prese sotto la sua ala protettrice, quindi adesso io lo chiamo Padre.
Io: capisco...è solo che...Mi fa strano.
Lara: non fa strano solo a te.
Lucifero posò gli occhi su Lara che continuava a fissarlo. Le si avvicinò e baciandole la mano, gli sorrise con dolcezza. Lara sospirò e fece gli occhi dolci. "Fa gli occhi dolci dolci a mio padre? Avrà si è no 1.000.000 di anni".
Lucifero: lei è la fanciulla che ti ha aiutato con la trasformazione?
Lara: si. Piacere di conoscerla Lucifero.
Gli occhi di Lara erano lucidi e grandi. Dario prese Lara per mano e la attirò a se con fare possessivo e molto geloso. Lucifero lo guardò con la coda dell'occhio e poi gli sorrise.
Lucifero: Dario, come stai ragazzo?
Dario: molto bene Signore.
Lucifero: vedo che hai trovato anche tu l amore.
Dario: ho avuto fortuna Signore.
Lucifero si girò verso Stefan che si era messo al mio fianco. Gli presi la mano e la strinsi forte e lui mi guardò sorridendo. Il suo sorriso mi tranquillizzò del tutto, e gli occhi di Geremia lo dimostravano.
Lucifero: Stefan.
Stefan: Signore.
Lucifero: o chiamami Lucifero ti prego.
Stefan: non posso Signore. Anche se adesso sono il "re" lei sarà sempre il mio sovrano e il mio dovere è rispettare la sua posizione.
Lucifero sorrise compiaciuto e si avvicinò alla porta finestra poi ci guardò tutti e sorrise.
Lucifero: Aiciel ragazzo, perché ci stai mettendo così tanto con mia figlia?
Aiciel abbassò la testa verso il pavimento e mise le mani dietro la schiena. Notai che con mio padre tutti si sentivano a disagio, e anche io. Infondo lui era il sovrano degli inferi e delle anime quindi era normale sentirsi così difronte a lui.
Aiciel: Lucifero, abbiamo avuto degli inconvenienti in questi giorni e l allenamento ci è sfuggito. Ma non si preoccupi, domani allenerò sua figlia tutto il giorno.
Lucifero: bravo ragazzo, domani ti aiuterò d'accordo?
Aiciel: sarebbe fantastico Lucifero.
"Aiciel lo chiama Lucifero. Da quanto tempo Aiciel è un vampiro?"
Ci ritirammo tutti nelle proprie camere e Lucifero tornò, presumo, negli inferi assicurandomi che sarebbe tornato domani. Mi infilai il pigiama e sciolsi i capelli, mi gettai sul letto e guardai verso la finestra. Geremia era seduto su una poltroncina girata verso il letto e mi stava guardando. I suoi occhi erano verde scuro e le sue labbra era strette in una linea dura e seria.
Io: cosa c'è adesso?
Geremia: nulla.
Io: e allora perché sei così serio?
Geremia: io sono sempre serio Kira.
Io: non è vero, questa mattina sorridevi.
Geremia: questa mattina ero felice.
Io: e perché adesso non lo sei?
Geremia: ...Non lo so.
Il suo volto si fece curo e i suoi occhi verde smeraldo. Forse era dovuto al fatto che iniziai a provare tenerezza per quel viso così duro ma dolce e preoccupato. Mi girai su un fianco e bussai sul letto 2 volte con il palmo della mano.
Io: avanti vieni qui.
Geremia si alzò e si stese sul letto, al mio fianco, con molta lentezza e si portò una mano dietro la testa per tenerla alzata e guardarmi negli occhi. La maglia del pigiama si alzò presentandomi una V perfetta.
Io: allora cosa ti turba.
Geremia: ho visto...come stai con Stefan. Lui è capace di calmarti. Con lui stai bene.
Io: anche con te sto bene Geremia.
Geremia: ma con Stefan è diverso. Tu....lo ami.
il suo sguardo era basso e...vulnerabile? Gli accarezzai la guancia fino alla spalla, poi lo baciai piano sulle labbra.
Io: non so se lo amo così tanto a questo punto.
Geremia mi guardò. Nei suoi occhi nacque un pizzico di speranza e mi sorrise come un bambino quando riceve il regalo che tanto aspettava. Mi accarezzò i capelli e mi baciò con passione e voglia. La sua lingua esplorava la mia bocca e le sue mani mi tiravano i capelli. Gli tirai via la maglia e accarezzai il suo petto nudo e duro. La sue erezione premeva contro le mie mutande e iniziò a mordermi il labbro.
Geremia: non possiamo farlo.
Il suo fiato era spezzato dai gemiti di piacere e voglia che crescevano in entrambi.
Io: già...Non dovremmo.
Geremia mi fece girare stendendosi su di me e tenendomi le gambe alzate fino ai suoi fianchi. Mi guardò con gli occhi verdi brillanti e pieni di voglia. I capelli neri gli cadevano sulla fronte e la lingua leccava il labbro superiore. Come facevo a resistere a così tanta bellezza. Lo attirai a me è iniziai a baciarlo.
Geremia: ti voglio così tanto Kira. Ma non posso se tu non vuoi.
Biascicò contro le mie labbra.
Geremia: dimmi che lo vuoi anche tu Kira.
Io: Ah!
Geremia: dillo.
Strinsi le braccia attirandolo di più a me e affondai le mani nei capelli morbidi e lunghi.
Io: Si. Lo voglio.
STAI LEGGENDO
La Prescelta. L'inizio di una battaglia.
Vampirela prescelta. l inizio di una battaglia è il continuo di "la prescelta". vi consiglio di leggere il primo è poi dopo leggere questo altrimenti non si capisce nulla. Per tutti quelli che hanno letto già "La Prescelta" spero che vi sia piaciuto e che...