capitolo 10

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"Kira...Kira..."

I miei occhi guardarono un Geremia felice e sorridente. "Ma che ore sono?" Il sole era alto nel cielo illuminava la mia stanza. Da quando avevano iniziato il loro corteggiamento Stefan e Geremia avevano deciso di farmi dormire da sola "non puoi dormire con Stefan, il suo sesso potrebbe confondere la tua decisione"!! Queste erano state le parole di Geremia.

Io: cosa vuoi?

Geremia: devo farti vedere una cosa.

Il suo sorriso era grande e i suoi occhi erano illuminati dalla luce dell'emozione. Mi alzai dal letto e mi recai in bagno lasciando Geremia vicino la finestra. Mi lavai la faccia e i denti, bloccai i capelli in una coda di cavallo con due ciocche bionde che mi scendevano lungo le tempie, infilai il pantaloncino e la canotta rosa e rientrati nella stanza.

Geremia: sei bellissima anche quando dormi.

Io: mi guardi mentre dormo?

Geremia: è capitato solo ora...

La sua faccia mi presentò una smorfia di vergogna. I suoi occhi erano di nuovo verdi e i suoi capelli neri erano tirati dietro fermi dalla troppa gelatina che li rendeva lucidi. La maglia stretta color blu era in tinta con il jeans scuro e le scarpe blu e bianche.

Io: i tuoi occhi sono...verdi.

Geremia: si perché!?

Io: i tuoi occhi si fanno neri alcune volte. Perché!?

Geremia: dipende da te. Dal tuo stato d'animo. Se tu hai sete o sei stanca o hai paura. Qualsiasi emozione prova il tuo cervello io la sento e i miei occhi si fanno neri come quando ho sete.

Io: capisco.

Geremia mi si avvicinò piano fino a fermarsi di fronte a me e, posandomi una mano sulla spalla, mi baciò piano.

Geremia: e ho notato che quando stai con me stai bene.

I suoi occhi erano chiarissimi e il suo sorriso era malizioso e sexy. Mi allontanai per liberarmi dalla sua presa e mi avvicinai alla porta per uscire. Ero imbarazzata e le mie labbra si schiusero in un sorriso timido.

Io: allora andiamo?

Dopo quasi 10 minuti di cammino ci fermammo vicino alla riva di un fiume dall'acqua limpida. Restai a guardare il panorama. Il sole passava tra i rami e le foglie, la leggera brezza faceva danzare i piccoli fili d erba e l acqua scorreva piano diffondendo nel silenzio un rumore così bello e rilassante.

Io: è bellissimo qui...

Geremia: già. Ci venivo quando tuo padre mi urlava.

Io: perché ti urlava?

Geremia si sedette vicino la riva è si stese portando le mani dietro la testa. Il sole gli illuminava la pelle e il vento gli faceva danzare i capelli. Mi sedetti al suo fianco e portai le ginocchia al petto fissando il suo volto rilassato.

Geremia: quando mi trasformò mi prese sotto la sua ala protettrice e qualsiasi cosa potevo contare su di lui. Il problema era che sono sempre stato un "ragazzo" attivo e curioso quindi mi cacciavo quasi sempre nei guai.

Nella mia mente si presentò un vampiro con gli occhi bassi e le dita intrecciate tra loro intento a subirsi la cazziata di mio padre. Il pensiero mi strappò un sorriso.

Geremia: stai ridendo di me?

Io: o no...continua.

Mi stesi al suo fianco, e mentre mi abbassavo lui tese un braccio facendo cadere la mia testa sul suo bicipite duro e freddo. Mi girai su un fianco per guardarlo e lui fece lo stesso. I nostri occhi si incontrarono in uno sguardo intenso e dolce.

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora