Capitolo 18

1.9K 157 3
                                    

Rigirarmi nel letto non serviva a molto per calmare l ansia che mi pervase tutto il corpo dopo la visita inaspettata di Rayan avvenuta solo poche ore prima. "Attaccheranno tra 4 settimane!", quelle parole mi contavano nel cervello ininterrottamente. Decisi di fare una doccia così mi spogliai e feci scorrere l acqua tiepida su tutto il corpo. Passai le mani sulla pancia e notai che era gonfia e molto dura, così uscii dalla doccia e mi guardai allo specchio mettendomi di profilo. "Waw". La pancia era molto più gonfia, quasi 15 centimetri in più. Asciugai i capelli e li legai in due treccine morbide, infilai le mutandine, la maglia lunga e i calzini. La casa era silenziosa poiché erano le 3,20 di notte e dalla cucina si sentiva un dolce odore di vaniglia e frittelle.

Io: ehi.

Geremia si voltò con un sorriso e mi fece l occhiolino in segno di saluto. I capelli neri gli scendevano scompigliati fino alle orecchie e i suoi occhi erano di un verde pastello chiarissimo.

Io: vedo che stai bene!

Geremia: Mi sono ripreso.

Io: perché cucini le frittelle?

Geremia: perché il mio piccolo demone li ha voglia di frittelle.

Indicò la mia pancia con la spatola e tornò a guardare i fornelli. "Il mio piccolo...". Mi sedetti su una delle tante sedie e iniziai a studiare tutti i suoi movimenti leggeri ed eleganti.

Io: come fai a saperlo?

Geremia: perché lo sento. Uno di loro è mio figlio e quando lui ha voglia di qualche cosa io lo sento. Ero a letto circa 20 minuti fa e mi sono venute a mente le frittelle, e dato che io sono un demone non penso a frittelle.

Io: ma anche loro sono demoni.

Geremia: uno di loro no. Io e te avevamo sangue umano, e ,forse una piccola goccia di quel sangue circola in lui, ed ecco perché ora tu divorzierà questo piatto di frittelle ricoperto con sangue di orso appena "spremuto".

L odore che mi pervase le narici era fantastico, e non perché era sangue fresco ma perché l odore delle frittelle rendeva il tutto così delizioso. Ne presi una forchettata e la assaporai piano. "Cavolo". Geremia si accomodò difronte a me e restò a guardarmi. Le 3 frittelle nel mio piatto erano finite dopo soli 5 minuti e la mia fame era sparita del tutto. Lo guardai e lui mi sorrise divertito, prese un tovagliolo e pulì l angolo della mia bocca.

Geremia: hai visto?

Io: erano buonissime.

Geremia: lo so.

Il suo sorriso era così rassicurante per me che sarei rimasta a guardarlo per il resto della mia vita. Mi stiracchiai e mi alzai pronta ad andare in camera e dormire.

Geremia: hai la pancia più grande.

"O no". Mi Voltai a guardarlo. I suoi occhi brillavano anche se si erano fatti grigi a causa dell'Asia che mi pervase il corpo dopo la sua affermazione. Il fatto che io potessi capire come mi sentivo guardando gli occhi di Geremia non era tanto bello.

Io: beh...si...un Po.

Geremia: da quanto sei incinta scusa?

Io: 1 settimana e un giorno. Ma perché?

Geremia: ...stanno già crescendo...

Io: cosa vuoi dire?

Geremia: sto dicendo che un neonato demone cresce più in fretta rispetto ad un neonato umano, e se loro, a distanza di una settimana già stanno crescendo, tu partorirai tra meno di 6 settimane.

Io: cosa? No!!! Non posso! La Croce nera attaccherà tra 4 settimane e io non posso combattere con il pancione.

Geremia: la Croce nera attaccherà?? Come lo sai?

Mi girai verso la porta finestra e Restai con gli occhi bassi. Sentivo lo sguardo di Geremia addosso e così non potrei fare a meno di guardarlo.

Io: cosa c è?

Geremia: chi ti ha detto queste cose Kira?

Era si e no la 3 volta che Geremia mi chiamava Kira, e mi resi conto che non mi piaceva quando lo faceva poiché sembrava così serio.

Io: beh..ho avuto..ho avuto una visita poche ore fa.

Geremia: da uno della Croce nera?

Io: si.

I suoi occhi si fecero piccoli e neri come il carbone. Era veramente arrabbiato e gli si leggeva benissimo in faccia. Mi si parò davanti e mi strinse le spalle.

Geremia: ma sei matta? Ti rendi conto che avrebbe potuto farti del male in meno di un secondo? Avrebbe potuto ferire i bambini Kira.

Io: lo so ma lui è venuto in pace. Mi ha detto tutto il piano della Croce Nera, e ha parlato con mi padre?

Geremia: tuo padre?

Io: si. Non devi preoccuparti, so quello ch faccio.

Geremia: non mi preoccupo solo di te, ma dei nostri bambini.

Io: non devi. Ricorda che io sono il demone più forte dopo Lucifero e che sarà davvero difficile abbattermi.

Dall'essere rilassata passai alla tensione totale de miei muscoli. Il profumo di rose rosse si avvicinava piano fino a che un magnifico Stefan assonnato e con il pigiama estivo color mare entrò in cucina sbaragliando.

Io: Stefan

Stefan: ehi piccola sei scesa a bere per caso?

Io: beh...si...

Stefan: sangue di orso vero?

Io: si.

Stefan: lo sapevo, il mio piccole demone sa ciò che vuole.
"Il mio piccolo..." . Stefan si avvicinò e mi posò un bacio sulle labbra per poi prendere una bottiglia di sangue dal mobile e tornare nella sua stanza al piano di sopra. Geremia aveva gli occhi puntati sul giardino, e con mio stupore stava sorridendo.

Io: perché sorridi?

Geremia: lo ha detto. Ha detto la mia stessa cosa.

Io: già. "Il mio piccolo"!!

Geremia: io spero in un maschio sai!

Io: anche io.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro. Il suo corpo duro e freddo mi fece rabbrividire per un Po, ma poi i muscoli si rilassarono al profumo di vaniglia. Come avrei gestito quella situazione non lo sapevo nemmeno io. L unica cosa che sapevo era che la battaglia era prossima, i bambini stavano già crescendo e che avevo bisogno sia di Stefan che di Geremia al mio fianco.

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora