Mancavano 2 giorni al parto e io mi sentivo sempre più stanca e assetata. Passavo le giornate in camera e qualche volta scendevo in cucina per parlare con Aiciel. Lara e Dario avevano comprato le culle, i biberon e tanti panni per i bambini mentre Geremia e Stefan pittavano e arredavano la stanza. Erano le 8.00 di sera e Stefan già era in camera per farmi bere.
Stefan: come ti senti oggi?
Io: abbastanza bene.
Stefan: pronta per il parto?
Io: no.
Stefan: vedrai che non farà poi così male.
Il suo sangue aveva un sapore molto particolare e a me piaceva tantissimo. Non bevvi tanto quella sera perché sentivo come un rigetto quindi mi fermai dopo 5 sorsi.
Io: a che punto siete con la stanza?
Stefan: abbiamo quasi finito, bisogna solo montare l armadio.
Io: bene.
Stefan si alzò e uscì dalla stanza senza aggiungere altro. Forse aveva capito che non avevo tanta voglia di parlare. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra, il cielo scuro e il vento che faceva muovere gli alberi davano un tocco di tetro al grande giardino. Delle mani mi scivolarono sulla pancia fino a circondarmi, e il profumo di vaniglia mi colse alla sprovvista poi che non lo avevo sentito entrare.
Geremia: perché hai paura?
Io: non lo so.
Geremia: sei preoccupata per il parto?
Io: un Po.
Geremia: Non devi, ci siamo io e Stefan.
Io: da quanto in qua parli bene di Stefan?
Geremia: da quando sono obbligato a tenerlo avanti agli occhi più tempo del dovuto.
Sorrisi. Geremia si sedette su una delle poltrone nere e mi guardò mentre mi stendevo sul letto. I suoi occhi erano diventati grigi e le sue labbra di strinsero in una linea sottile.
Geremia: non hai sete vero?
Io: no per niente.
Geremia: dove ti fa male?
Io: sotto lo stomaco, ma non è niente tra un Po passa.
Lui annuì. Notai che aveva rasato i capelli nei lati lasciandoli lunghi al centro, sistemati con la gelatina. Mi stesi su un fianco tirando le ginocchia verso il petto e una mano sotto la pancia.
Geremia: cos hai ?
Io: mi spinge, ma ti ho detto che non è niente.
Geremia: non è la prima volta?
Io: no.
Notai che si erano latte le 22.00 e che il sonno si faceva sentire. Chiusi gli occhi, e dopo una manciata di minuti sentii le labbra di Geremia stamparmi un bacio sulla fronte per poi uscire dalla stanza. Il sonno mi stava travolgendo e la mia mente iniziò a sognare prima ancora di dormire del tutto.
Io: Aaaaaaaaaah Cazzo!!!!!!!
Aiciel entrò in stanza correndo seguito dagli altri. Ero piegata in due dal dolore e la testa mi faceva un male cane.
Io: o Cristo Santo!!!!!!!!
Aiciel: cosa c è Kira????
Lucifero: sta per partorire!!
Mio padre era fermo sotto la soglia della porta elegante come sempre nel suo abito nero. Entrò in stanza e mi prese per mano. I miei occhi caddero nei suoi ormai lucidi.
Lucifero: Aiciel vai a prendere una sedia. Dario prendi tanti asciugamani. Lara prendile la mano, Stefan e Geremia riempite quattro biberon con il vostro sangue.
Tutti in torno si misero all'opera e quando vidi Aiciel sedersi a piedi del letto, sfilarmi le mutande e allargarmi le gambe gli sferrai un calcio in pieno volto.
Aiciel: ma che Cazzo Kira.
Io: ma cosa vuoi fare pervertito????
Aiciel: stai per partorire stupida, da dove li vuoi far uscire i bambini!!!!
Io: cosa???? No!!! Non sono pronta!!!!
Lucifero mi accarezzò i capelli e mi sorrise con dolcezza. I suoi occhi entrarono nei miei e io mi sentii stanca e sfinita.
Lucifero: piccola mia adesso devi spingere!
Io: ...ok!
Aiciel si sedette di nuovo al suo posto, Lara mi asciugava il sudore e Dario aspettava vicino a Aiciel con un asciugamano. "Stefan...". La porta si aprì e Stefan entrò in stanza con due biberon pieni di sangue, seguito da Geremia.
Stefan: sono qui Kira sono qui!!
Geremia: spingi piccola.
Il dolore mi stava uccidendo, e anche se spingevo non riuscivo a vedere nessun risultato. Aiciel continuava a dirmi di spingere e Stefan e Geremia erano fermi alle sue spalle a guardare la scena con occhi sbarrati. Spinsi più forte urlando e imprecando tutti i demoni che conoscevo mentre mio padre sorrideva divertito. Lara iniziò a piangere e quando la vidi non ci misi molto ad avere la sua stessa reazione. Dopo un altra spinta le mie orecchie furono invase dal pianto di un bambino.
Aiciel: non ti fermare Kira, continua a spingere.
Io: Aaaaaaaaah tiratelo fuori!!!!!
Dopo tre spinte tutto era finito. Mi sentivo stanca e sfinita, sudata dalla testa ai piedi e piena di dolori anche se per un vampiro provare dolore era impossibile quella volta avevo sentito dolore. Chiusi gli occhi cullata dalle urla dei miei piccoli demoni, e quando li sorchiusi per un secondo li vidi. Stefan e Geremia stringevano i bambini tra le braccia sorridendogli come due ebeti e dandogli il biberon, poi crollai.
La sveglia mi suonava nelle orecchie e io mi alzai a fatica dal letto. La stanza era sistemata e pulita e tutto in torno era al suo posto. Mi misi sotto la doccia e lascia scorrere via tutto il dolore e la stanchezza.
La casa era silenziosa e io scesi in cucina.Stefan: ehi Mark guarda chi c è!!
Guardai verso i miei piedi e lo vidi. Un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri mi stava fissando. In dosso aveva una vestaglia lunga e bianca con un fiocco rosso e stringeva una specie di pupazzo tra le mani.
Stefan: Avanti piccolo.
Stefan stava sorridendo mentre il bambino si avvinghiò alle mie gambe e mi allungò le braccia. Restai guardarlo senza muovere un muscolo mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Io: perché piangi???
Stefan: perché vuole essere preso in braccio dalla mamma.
Io: mamma?? Lui...oh mio...è bellissimo!!!!
Stefan: già.
Io: ma come fa ad essere così grande?
Stefan: è un demone Kira, cresce più veloce di una persona normale, e tu hai dormito per 3 giorni.
Io: 3 giorni???
Stefan: non è stato semplice per te, e hai perso molto sangue dopo il parto quindi abbiamo dovuto aspettare che tutto quello che hai perso si riformasse.
Io: ora capisco.
Lo tirai su e lo strinsi forte al petto. Il suo volto rotondo, i suoi occhi azzurri, i suoi capelli dorati e lisci. Era la fotocopia di Stefan, una fotocopia bellissima.
Io: dov è Geremia?
Stefan: è fuori con Lucio, vuoi vederlo?
Io: Si.
Stefan mi allungò la mano ed io la afferrai subito. Finalmente i miei bambini erano venuti al mondo.
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La Prescelta. L'inizio di una battaglia.
Vampirela prescelta. l inizio di una battaglia è il continuo di "la prescelta". vi consiglio di leggere il primo è poi dopo leggere questo altrimenti non si capisce nulla. Per tutti quelli che hanno letto già "La Prescelta" spero che vi sia piaciuto e che...