10 Capitolo

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La situazione sembra davvero precipitare.

Anche se la Polizia non è sicura delle intenzioni dei Dalì, vedendoli lì, disposti in segno di resa con in mano una bandiera bianca, per di più accompagnati da numerosi ostaggi, compreso il governatore della Banca di Spagna, sembra aperta al confronto.

Suarez, su ordine di Tamaio, si avvicina con i suoi uomini, pronto ad ogni mossa, perfino estrema, pur di chiudere la faccenda. A lui basta il cenno del suo capo per muovere addirittura le armi contro i nemici.

Ma la Banda è consapevole di quelle possibili reazioni, così decide dal principio di agire cautamente e senza alcun doppio scopo, se non quello di permettere la cattura di Alicia Sierra.

Lo sguardo del poliziotto, una volta di fronte a Raquel, vale più di mille parole. E Lisbona legge chiaramente nei suoi occhi il disgusto verso una ex collega, schieratasi con l'avversario.

"Suarez, siamo qui per un accordo" – dice lei, guardandolo dritto negli occhi, senza manifestare né ansia né timore alcuno.

L'uomo si volta verso i compagni, con l'intento di umiliarla, e ride di gusto – "Puttana, nessuno qui vuole un accordo con voi. Siamo pronti a sbattervi tutti in galera, come meritate"

"Abbiamo degli ostaggi con noi, siamo sinceri" – interviene Tokyo.

"E dovremmo fidarci di tre femminucce che i vostri compagni hanno mandato al macello per salvarsi il culo?" – insiste Suarez, prendendo la pistola. La punta esattamente contro la Murillo. E Raquel sente raggelarsi il sangue e rivive le stesse sensazioni provate quando giorni prima, Sierra ordinò di inscenare la sua morte per destabilizzare il professore.

"Possiamo consegnarvi l'ispettrice" – aggiunge la leader, mantenendo sangue freddo.

"Che cazzo dici?" – il poliziotto, in un primo momento, è stranito da quanto udito e abbassa istintivamente l'arma. Poi lascia che a dominarlo sia il rancore, così aggiunge – "Tamayo ne sarebbe felice, ma io sarei più soddisfatto se invece ad essere catturati foste voi, maledetti"

Stoccolma e Tokyo iniziano a temere e si guardano tra loro, spaventate da una possibile carneficina.

"Lisbo, dovremmo rientrare prima che..." – le sussurra la Gaztambide.

"No, non abbiamo nulla da cui scappare. Sono certa che il colonnello non rinuncerebbe mai a sbattere in galera la donna che più di tutti, più di noi, l'ha denigrato a livello nazionale ed internazionale" – spiega Raquel, alzando bene la voce, intenzionata a farsi udire.

Uno degli ostaggi le porge un megafono e a quel punto il Boss della Banda si rivolge a Tamayo – "Siamo qui per garantirvi la cattura di Alicia Sierra. È lei il pericolo"

"Cosa cazzo sta dicendo?" – esclama il colonnello, ascoltando chiaramente tali parole.

Chiuso nella sua tenda, si muove confusamente, sembra ragionare sul da farsi e Angel che gli è accanto sospetta che quella potrebbe essere l'ennesima tattica dei Dalì.

"Non dovremmo fidarci" – afferma,infatti.

"Sto valutando. Potremmo metterli alla prova. Accontentiamoli e vediamo fino a dove si spingono"

Preso il walkie talkie con cui comunica a Suarez la sua decisione, Tamayo opta per il compromesso.

"Dì loro che ascoltiamo quanto hanno da dire"

Il poliziotto riporta le stesse parole a Lisbona che, intuendo che il Piano Dalì sta procedendo come voleva, spiega le mosse.

"L'accordo è il seguente: Alicia in cambio della nostra fuga. Faremo in modo che quanto testimoniato dall'ispettrice ai giornalisti contro tutti voi venga smentito. Ognuno riacquisterà la propria fama"

Un epilogo diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora