4 Capitolo

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E' giunto il momento: Nairobi deve uscire di scena e quei fumogeni sono l'espediente di cui la banda si serve per "accecare" la polizia.

"Cosa cazzo è questo fumo?" – si infuria Tamayo – "Gandia, sei ancora lì? Che succede?"

Nel mentre, Tokyo dà ordini all'ostaggio – "Qui Gandia, non intervenite adesso, è rischioso. Vi darò io l'ok...passo e chiudo" – e sono quelle esatte parole che il militare è costretto a ripetere, seppur controvoglia.

Con il cuore in gola, Nairobi osserva uno ad uno i suoi compagni mentre inscenano di attaccare il finto Gandia, ovvero Denver, per rendere credibili agli occhi della polizia gli attacchi al militare rimasto solo e senza aiuti.

"Vi aspetto fuori!" – dice ai pochi compagni presenti. Così, ottimista e speranzosa, e con Bogotà al suo fianco, lascia la Banca percorrendo quei pochi metri che la separano dall'elicottero.

Mentre cammina, sorretta al compagno, percepisce il dolore di chi le è di fianco e con la coda dell'occhio scorge sulle guance alcune sue lacrime.

"Ecco Lisbona!" – esclama l'uomo, indicando la figura che avanza verso di loro in tutta fretta.

"Abbiamo pochi secondi" – dice Nairobi, voltandosi verso Bogotà strappandogli l'ultimo bacio.

Nel mentre, prendendogli la mano vi nasconde qualcosa.

"Voglio che tu mi abbia sempre con te" – conclude, voltandosi in direzione dell'elicottero.

"Eccomi, andiamo è rischioso!" – solo le prime parole di Raquel, seppure vogliosa di abbracciare gli amici, ma non hanno tempo e bisogna sbrigarsi.

"Ci penso io a Nairobi, voi tornare dentro" – grida Marsiglia a Bogotà, invitando gli amici ad affrettarsi per scongiurare ogni possibile rischio.

A malincuore, Bogotà guarda la sua donna salire sul velivolo, mentre la scorta di fumogeni inizia a scarseggiare. Apre il palmo della mano e vi riconosce un oggetto appartenente alla donna.

La sua collana.

Bogotà accenna un sorriso e la indossa, fiero di quel dono.

Poi la voce di Helsinki lo desta dai suoi tormenti e, con determinazione e coraggio, si avvia, assieme a Lisbona, verso la porta d'ingresso del terrazzo, lì dove ad attenderli c'è il resto del gruppo.

Denver è il primo a rientrare; con il fiatone e una carica esplosiva di adrenalina, si lascia andare ad un grido euforico.

Bogotà e Lisbona raggiungono il gruppo, mentre da lontano è ben visibile l'elicottero che ha ripreso il volo.

"Ce l'abbiamo fatta" – grida di felicità Tokyo, comunicando la notizia anche al Professore all'ascolto.

"Professore, Lisbona è con noi, ripeto Lisbona è con noi"

Anche Sergio esulta sapendo la sua squadra nuovamente forte e compatta.

La felicità è immensa ma viene distrutta in pochi minuti.

"Professore, torniamo alla missione! Però vorrei dire che il comando andrebbe affidato a Lisbona, adesso!" – dice Tokyo, sorridendo alla new entry.

"Io? Dici sul serio?" – chiede sorpresa Raquel.

"Si, tu! Chi meglio di te ha chiara nella mente tutta l'elaborazione del piano" - a spalleggiare Tokyo c'è Denver.

"Io" – interviene Palermo – "Io più di tutti, più di Lisbona, più dello stesso professore, ho chiaro in testa come si evolve la rapina! Eppure le vostre sciocche idee di comando, i vostri capricci e il vostro orgoglio vi impediscono di capire che è la cosa migliore da fare...restituirmi il ruolo che mi spetta"

Un epilogo diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora