8 Capitolo

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La storia di Anita Sierra, morta, a detta dell'ispettrice, a causa di un'operazione tardiva, appare alquanto surreale agli occhi del professore che non riesce a comprendere cosa possa mai collegare la sua persona alla prematura scomparsa della ragazzina.

Sergio la osserva in silenzio mentre minaccia il gruppo di far esplodere l'edificio, e riconosce in lei dei visibili segni di pazzia. Alicia ha problemi seri e la sua mente immagina cose assurde che probabilmente sono frutto della sua stessa follia.

Inutile tentare di farla ragionare; essendo poco lucida, agisce sulla base di ricordi che le impediscono di comprendere che, semmai la bambina fosse morta per un ritardo dell'operazione, era per via delle prenotazioni e non per colpa di un giovane la cui colpa era stata solo ritrovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

E così, Marquilla consapevole che Sierra ha tra le mani un ordigno pericoloso, non vuole rischiare che i suoi amici lì presenti possano passare dei guai. Evita, perciò, di parlare chiudendosi nel suo silenzio tombale, mentre il suo cervello lavora il più rapidamente possibile ad una via di fuga.

Marsiglia e Nairobi, invece, non mollano la presa. Anzi sono addirittura convinti che quella sia una bomba finta e che l'ispettrice li stia ingannando.

Per tale ragione, nessuno dei due abbassa l'arma, spazientendo Alicia.

"Vi ho detto di togliere le pistole di mezzo. Siete deficienti? Volete davvero morire?" – gli tuona contro, abbandonando per un istante l'apparente ed inquietante tranquillità mostrata sino a pochi secondi prima.

"Non ti crediamo! Non ci prenderai di nuovo in giro" – controbatte Nairobi, riferendosi al tranello che le fu giocato quando fu sparata dal cecchino.

Ma ecco un ulteriore cambio d'umore della donna. Inizia a ridere fragorosamente, alimentando l'astio dei due Dalì nei suoi riguardi – "Volete davvero mettermi alla prova? Sappiate che non mi faccio scrupoli di nulla. A me basta uscire da qui, mettermi al riparo e poi boom"

"Chi ti dice che noi rimarremmo qui? Fuggiremmo anche noi ovviamente" – le fa notare Marsiglia.

"Non fareste in tempo ad uscire, ho legato per benino il professore a quella sedia. Ci impiegherete, secondo i miei calcoli, almeno due, tre minuti a liberarlo. Questo è un buon vantaggio per me, non credi?" – il ghigno malvagio di Sierra fa rabbrividire i presenti, compreso Antoñanzas. Poi aggiunge - "A meno che vogliate mollare qui il professore per salvarvi la pelle"

"Maledetta" – ringhia Nairobi, mentre la rabbia sembra volerle esplodere dal petto malconcio. Così, non si trattiene più e le getta addosso tutto il fango possibile ed immaginabile, manifestandole a parole il suo disprezzo – "Tu stai per avere un bambino e hai osato approfittare del mio, per i tuoi loschi scopi. Che razza di genitore pensi di essere? Fossi in quella creatura, scapperei via appena possibile. Peccato che sia un'innocente a cui il destino ha riservato un indegna mamma! A mio avviso, meriteresti di andare all'inferno"

"Nairobi, calmati" – la richiama il professore, che finalmente riprende parola. La guarda lasciandole intendere di non andare oltre perché Alicia è un pericolo. Esattamente come l'oggetto che ha tra le mani, l'ispettrice è una bomba ad orologeria.

Alicia sbuffa per chissà quale ragione e aggiunge – "Che noiosa che sei! Tu vendevi pasticche e utilizzavi Axel come fosse un mulo e vieni a dire a me che io meriterei l'inferno! Mi fai pena, zingarella" – la sua cattiveria è oltremisura ed è l'ennesimo sparo che viene mosso contro il cuore ferito di Nairobi.

Eppure è proprio allora che Alicia fa una proposta ai limiti della follia.

"Però sappi che ho deciso di essere buona con voi due! Risparmio le vostre vite, se mi lasciate il professore"

Un epilogo diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora