21 Capitolo

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Sostenuta da due serbi, Alicia Serra, ancora intontita dopo essere stata sedata dai medici, fa la sua comparsa.

Si guarda attorno, mettendo a fuoco, uno alla volta, i visi davanti a sé. Ma la prima a raggiungerla è Tatiana.

"Come ti senti? Spero per te che non deciderai di scappare, ancora!"

L'ex ispettrice scombussolata, per metterla a tacere alza il pollice, segnalando un ok.

Solo quando riconosce Nairobi, i suoi occhi, inizialmente socchiusi, si spalancano.

"Ancora tu?" – dice, effettivamente disturbata dalla presenza della gitana – "Ma non dovevamo vederci più?"

Poi, proprio come una tipica folle, ride fragorosamente delle sue stesse parole.

Agata, scioccata dalla pazzia della donna, scuote il capo, contrariata da quella presenza, e, dopo aver gridato la sua rabbia, si allontana.

"Dove vai?" – le chiede Bogotà, preoccupato.

La gitana non risponde, fa cenno a Tokyo che non esita a porgerle il braccio, e condurla in un cucinino poco distante.

"Ha qualche rotella fuori posto" – commenta Rio, sussurrandolo a Denver che, nel mentre, emette la solita risatina che attira l'attenzione di tutti.

"Osp, scusate!" – alza le mani, accortosi di aver riso in un momento alquanto delicato.

"Che facce avete!? Si, lo so, la vostra acerrima nemica si trova qui con voi... eh già. Sappiate che non mi sta bene, mia sorella insiste ad aiutarmi in una maniera alquanto ridicola, quindi..."
"Alicia, per favore!" – interviene Tatiana, cercando di rimetterla in riga, come una mamma fa con una figlia che non rispetta le regole di comportamento.

"Alicia...Alicia...Alicia..." – imita la voce della consanguinea, per commentare con un deciso – "Basta!"

"Sierra, se credi che per noi sia facile accettarti qui, sapendoti capace di ogni cosa, ti sbagli di grosso. Non c'è stima reciproca, perciò...direi solo di affrettare i tempi, collaborare, per quanto possibile, e poi dirci definitivamente addio!" – a parlare è Palermo che, prendendo il controllo della situazione, manifesta lo stato d'animo di tutti i suoi amici.

"Collaborare? Io con voi...MAI!" – esclama. Però le basta qualche attimo di silenzio per optare un'altra soluzione – "Anzi, sai che ti dico?! Resto qui solamente per vedere fino a che punto siete disposti a rischiare la libertà, quanto siete coraggiosi per mandare tutto al diavolo nella salvezza di chi, per riempire il proprio ego, non ha esitato a gettarvi in pasto ai leoni" – scegliendo di godersi lo spettacolo, si siede su un divanetto e, a braccia incrociate al petto, fissa, beffarda, i Dalì.

"Ti giuro che sono tentato di buttarla fuori a calci nel cu..." – ad alterarsi è Denver, tornato serio dopo qualche minuto prima.

"Ehi!" – lo zittisce Tatiana, ricordandogli che si tratta di sua sorella, anche se, fossero state sconosciute, forse avrebbe avuto la medesima reazione.

"Accontentiamoci di questo, ragazzi" – li prega, dispiaciuta dal modo di fare della parente.

"Sia chiaro, una sola mossa falsa e io agirò di testa mia, senza badare al fatto che avete lo stesso sangue, chiaro?" – stavolta a parlare con durezza è Bogotà, rancoroso verso la nemica a causa del male che recò a Nairobi,.

"Calmati, amico! Nulla accadrà, tutto sarà rispettato. Mi incarico io di vigilare su di lei" – interviene Palermo, dando una pacca sulla spalla del saldatore.

"Non deludermi più" – il tono speranzoso è di chi si è sentito tradito da una persona che chiamava Fratello, e a cui, oggi come oggi, ha timore a concedere piena fiducia.

Un epilogo diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora