One 🔪🧅🍅

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Pov Ryo

Distrutto, si trovava sdraiato a terra con una sola gamba poggiata sopra il letto.
La schiena aderiva totalmente al pavimento freddo e la coperta passava tra una gamba ed i fianchi, girandoci tutt'attorno.
I suoi occhi si aprirono lentamente abituandosi alla luce delle ormai 12:39 ora locale.

Tredici ore di fuso orario più la tensione avuta il giorno prima per entrare nella brigata di cucina del View Restaurant, si erano fatte sentire.
Purtroppo aveva il sonno agitato, e la strana posizione in cui si era svegliato lo provava.
Si stropicciò il viso con una mano mentre cercava di mettere a fuoco aprendo lentamente gli occhi.

La stanza era semplice, un piccolo bilocale a Manhattan, dotato di una cucina, un bagno e due piccole stanze.
Trovare quel posto era praticamente stato un miracolo considerando gli affitti d'oro a Manhattan.
Sbadigliò sonoramente e si tirò indietro il ciuffo rosso che aveva davanti, mettendosi su a sedere. Era tutto anchilosato con la schiena ed il collo doloranti,ma nulla in confronto ai morsi della fame che aveva. C'era silenzio in casa, probabilmente data l'ora, Michele, era andato a mangiare, o forse no.

Sentì le chiavi girare all'interno della porta e poi un casino allucinante.
Eh Niente, era arrivato il casinista.
<< Hey tortellino, sei sveglio?! Vieni a mangiare forza!>>
Urlò il compagno di stanza appena arrivato.

Ryo abbozzò un sorriso e decise quindi di alzarsi e andare a mettersi qualcosa addosso.
Con un paio di pantaloncini semplici neri, una maglietta logora e scolorita del vecchio ristorante di suo padre e delle infradito ai piedi, Ryo, si diresse verso la cucina chiudendo la porta della piccola camera dietro di sé.

Il suo fisico era totalmente l'opposto di quello del compagno di stanza Michele.
Era alto, dal fisico asciutto e magro, la pelle chiara che faceva a cazzotti con quel colore di capelli rosso acceso, tanto da farlo sembrare forse troppo pallido agli occhi degli altri, due belle labbra carnose ed i lineamenti tipici della sua etnia.
La parte che colpiva di più erano gli occhi, neri a mandorla profondi ed intensi, con quello sguardo deciso e caparbio.

Michele lo guardò alzando un sopracciglio ,<< Adesso ci penso io a farti mettere un po' di ciccia su quelle ossa, ti vedesse mia nonna gli verrebbe un colpo al cuore!>>
Disse avvicinandosi a lui dandogli una pacca sulla spalla.
<< Su dai siediti, ho preso il pranzo! Avrei potuto prepararlo io, ma in realtà mi sono svegliato poco prima di te, ieri ci ho dato troppo dentro!>>
Terminò ammiccando verso Ryo.

Michele, detto Miky, era un ragazzone di 1,80, moro, con gli occhi scuri quanto quelli di Ryo, ma dalla pelle abbronzata e molto muscoloso.
Sembrava uno di quei culturisti che potevano sollevare anche una macchina intera.
Aveva un bellissimo sorriso, sincero e spontaneo quanto il suo modo di fare. Chiacchierone, furbo e amante della vita e del cibo.
Ed era proprio grazie a quello che Ryo ora si trovava lì.

Si erano incontrati in un bar di Manhattan il giorno prima, quando Ryo, appena atterrato da poche ore, si stava dirigendo subito all'indirizzo dell'Hotel Marriot Marquise.
Anche se stanco e completamente distrutto dal fuso orario, era deciso a farsi avanti quello stesso per poter iniziare la sua avventura.
E fu lì che lo incontrò.
Mentre lui stava cercando qualcosa di veloce da mettere sotto i denti, Michele invece ,stava discutendo con il barista riguardo il caffè, lamentandosi che quella brodaglia che facevano non era vero caffè e che voleva un espresso Italiano.
Ovviamente si conoscevano, per cui il barista non si offese per niente.
L'uso di determinate parole italiane fece sentire Ryo quasi a casa, dato che aveva lavorato per diverso tempo in un ristorante di Roma.

Per cui i due ci misero pochissimo tempo ad attaccare bottone. Michele gli raccontò vita morte e miracoli, che veniva dall'Emilia Romagna e che era cuoco al View Restaurant.
Inutile dire che, per quell'enorme colpo di fortuna, lui riuscì a fare un colloquio al brucio per lavorare al ristorante.

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