Lo sguardo di Michele diventò ostile e strinse forte i pugni, regalando alle nocche il classico colore bianco. Avrebbe tanto voluto prenderlo a pugni. Ma la curiosità aveva preso in qualche modo il sopravvento. Cosa voleva da lui? Perché l'aveva chiamato?
Quegli occhi lo fecero sentire a disagio, Michele sapeva che avessero ancora un po' di potere nei suoi confronti, piccolo,minuscolo, ma c'era.
In passato aveva provato un estrema sofferenza, come gli aveva strappato il cuore dal petto la persona davanti a lui, nessuno nella vita, ecco perché aveva chiuso quell'organo prezioso e ferito,dentro uno scrigno, che ora aveva donato al suo carotino.
Steven poteva essere davvero la sua cura, ma quel bastardo doveva stargli lontano.
Che fosse andato a parlargli proprio per il rossiccio?Senza mezzi termini né gentilezza, alzò un sopracciglio e con sguardo truce gli chiese, << Che cazzo vuoi?>>. Era come se tutto il buon umore di prima, provato in cucina con i suoi colleghi ed il suo amante, si fosse dissolto, creandogli una sensazione di malessere che partiva dallo stomaco con l'aggiunta di una strana ansia nel trovarsi di fronte a quell'uomo, che per lui, era sempre stata un incognita.
Mandò giù il groppone che gli si era formato in gola.
Quel viso così angelico e quelle iridi castane abbellite da quei tratti così dolci, gli fecero molto male. Si sentiva esposto e vulnerabile.
quando
Blake addolcì lo sguardo, rivelando un barlume di colpevolezza e gli s'avvicinò con cautela, rimanendo abbastanza vicino, ma non troppo per non spaventarlo. Camminava sul filo del rasoio, sfiorando il confine. Doveva lasciare spazio ma allo stesso tempo, mettere alle strette, un po' come fa un cacciatore con una preda ingenua. Erano passati anni, ma ancora sapeva come neutralizzare il temperamento focoso del bruno. L'averlo rivisto, aveva risvegliato un bisogno, un capriccio, una voglia e lui, voleva tanto togliersela, prima di dover definitivamente dire addio alla sua vita da single.
Mai più avrebbe immaginato d'incontrarlo proprio quella sera dopo che aveva deciso, a quanto pareva, di voler rimorchiare la persona sbagliata ma utile, per potersi riavvicinare a Michele e soddisfare quel suo desiderio.
O per lo meno provarci.
Non aveva paura di quel ragazzo dai capelli rossi, sapeva d'avere ancora dell'influenza sul bruno, lo sapeva anche in quel momento, dal modo in cui lo stava guardando e da quell'ombra impercettibile, presente dentro quel castano scuro delle iridi di Michele, che cercavano di celare l'agitazione, senza tuttavia, riuscirci molto bene.Cercò di sopprimere la voglia di ridere e si nascose dietro una maschera di falso pentimento esclamando con un tono controllato e pacato,<< Ti prego...non possiamo parlarne con calma..? Sono venuto qui...per te Michele. Possiamo parlare civilmente?>>
Era quasi un sussurro quel tono ammaliatore, quegli occhi tristi da cucciolo che lo guardavano. Sembrava davvero sincero. Miky, mandò giù la saliva per la seconda volta, sentendo quella sensazione di fastidio in gola. Provava un misto d'emozioni dentro di se, un groviglio, che gl'impediva di rispondere. Cos'avrebbe dovuto fare? Era passato tempo, ma quella ferita bruciava ancora, aveva sempre fatto male, ed ora che lui aveva deciso di voltare pagina, sembrava che il passato fosse ritornato da lui e per lui. Voleva parlare? Civilmente?
<< Tu quanto sei stato civile nel lasciarmi? Al diavolo Blake. Che cosa diamine vuoi? >>, Sbottò poi.Il bruno aveva capito che il suo ex, non voleva parlare di Steven e dentro di sé provò sollievo, ma questo, durò giusto pochi secondi. Se il suo interesse non era indirizzato al rossiccio, allora non rimaneva che lui e questo lo stava stordendo.
Il problema era l'imprevedibilità di Blake, non sapeva assolutamente cosa aspettarsi, ed il gesto successivo, infatti, lo colse di sorpresa lasciandolo interdetto e congelandolo sul posto.
Era come se il suo cervello si fosse bloccato.<< Ti voglio ancora Michele. Non voglio perdermi in mille parole inutili, ma rivederti, ha come aperto il mio cuore. Mi sono tornati alla mente i ricordi che ho condiviso con te. Sono stato stupido ed egoista, ti ho ferito ma... Riproviamoci ti prego...>>. Quelle parole, non solo lasciarono il bruno zitto senza la capacità di replicare subito, ma, accompagnate dal gesto di prendere le sue mani e stringere quei pugni stretti con le sue, grandi e bollenti come sempre, gli provocò un brivido.
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Taste Me
RomanceUna storia di rivalità e amore. Una storia che narra di una fiamma che brucia di passione per il cibo e per la ricerca del piatto perfetto. Due sconosciuti, Ryo Takawashi e Thomas Wentworth, aspiranti Chef di un rinomato ristorante di New York, si r...