Twelve🔪🍅🧅

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Sentiva la testa pulsare, aveva bevuto troppo. La testa reclinata e poggiata sul divano in pelle e gli occhi sfatti che guardavano il soffitto.
Si era scolato tanto di quell'alcol da poter stendere un cavallo, ma lui era ancora lì, conoscente, con in mente quei cazzo di occhi color ghiaccio.

Che diavolo era quello scherzo del destino? Era un cazzo di colpo basso. Lui era venuto lì con i suoi piani, tutto organizzato, con il suo obbiettivo in mente, con una promessa da mantenere ed invece, sentiva  la testa in disordine, poco lucida e che tutto stesse cambiando direzione.

C'erano un sacco di bottiglie di super alcolici sopra il tavolino davanti a lui e solo due bicchieri.
Ovviamente non era venuto da solo, ma con il suo compagno di bevute ormai.
Il problema era che Michele in quel momento era andato a ballare, un bel Brunetto dagli occhi vispi lo aveva rapito e lui non si era fatto molti problemi a dire sì. Era davvero un dongiovanni.
Tirò su ma testa sentendosi chiamare nonostante il casino, ma era facile, c'era solo un Giapponese in quel Lounge Bar, ed era lui.

<< Ti prego non ti posso vedere così tortellino, vieni a fare quattro salti con me. Perché stai così? No aspetta, non me lo dite che lo so già...>>, Disse con un tono abbastanza sfacciato e di scherno.
Sorrise radioso ,mettendo in tasca un fogliettino con un numero scritto sopra facendo l'occhiolino a Ryo, << prendi esempio da me, sono di tutti ma nessuno mi può avere veramente! Così non sto messo come te!>>

Ryo sospirò versandosi un altro bicchiere di vodka. Liscia. << Il servizio è andato bene no? Per che cosa ti stai crucciano esattamente? >>
la domanda era retorica ovviamente, il bruno voleva solo aiutare il rosso a confidarsi ed a sbottare. Gli avrebbe solo fatto bene.
Il rosso bevve lo shottino tutto d'un fiato sbattendo il bicchiere davanti a sé rispondendo senza guardare in faccia l'amico, altrimenti sapeva che sarebbe crollato nel peggiore dei modi.

<< Si certo. Salvo il fatto che non ha fatto altro che urlarmi contro tutto il tempo e farmi sentire una merda di adolescente eccitato alla sua prima cotta. Bastardo.>>, disse, lasciandosi andare a peso morto contro lo schienale del divano.
Michele lo guardò sospirando pazientemente.
Anche lui si versò da bere, optando per un po' di rum, che buttò giù senza la minima fatica.

Si poggiò anche lui comodamente contro lo schienale del divano, portando un braccio dietro il collo dell'amico, gli afferrò la spalla e se lo portò vicino a sé.
<< Guarda che è normale, al cuore non si comanda e molte volte, l'amore nasce così, quando le persone non si sopportano. Forse perché litigando si conoscono meglio e mettono a nudo subito i loro difetti. Tutto ciò che vedi dopo non può fare altro che piacerti..!>>

Lo disse sinceramente, << evidentemente sta succedendo la stessa cosa a voi due, a te e statuetta di ghiaccio dei party di beneficenza!>>, Rise. Non era il massimo a tirare su il morale ed infatti Ryo, fece una smorfia prima di esclamare,<< È ambiguo. Mi confonde. >>
L'enorme quantità di alcol bevuta,stava cominciando a fare effetto, ed ecco che finalmente il rosso si sfogò con Miky, che tenendolo tra le sue braccia, ascoltò tutto non perdendosi nemmeno una parola.

<< Ora tu dimmi, sono io che mi faccio troppe seghe mentali? Mi odia dal primo giorno che mi ha visto, però mi salva da una caduta, mi abbraccia, mi sussurra all'orecchio ed invade il mio spazio vitale eliminando le distanze tra di noi con delle scuse assurde, come l'aiutarmi a fare le cose e poi, dopo tutte queste carote, mi bastona senza sosta! Che diavolo?!>>
Era esploso. Le guance e le labbra erano rosse, mentre capelli arruffati dal suo continuo tirarseli indietro dal nervoso e quell'espressioni da cucciolo indifeso, lo resero agli occhi del bruno, adorabile.

A Michele fece molta tenerezza. Effettivamente il suo discorso non faceva una piega. Il comportamento di Thomas/Elsa dai capelli corti, era contraddittorio.
Sicuramente nemmeno lui sa che cosa prova, non c'è altra spiegazione.... Pensò il bruno arruffando i capelli del rosso in maniera tenera.
Voleva aiutare l'amico.
D'improvviso gli balenò un idea malsana in mente. Ma d'altronde cos'avevano da perdere?

Con un ghigno diabolico stampato in volto, riempì i due bicchieri, diede quello con la vodka al rosso mentre lui prese l'altro.
<< Ho io la soluzione... Ti fidi di me?>>, Chiese guardando il rosso dritto negli occhi.
Ryo preso dal momento, rispose di getto un <<si!>>
Michele piegò le labbra in un mezzo sorriso, << Bene, Cin-cin!>>

★★★★★★

Aveva dolori dovunque, il collo, la schiena, la testa..era a pezzi.
Eppure si era alzato, si era lavato, preparato ed era uscito trascinandosi letteralmente al lavoro.

Ieri era stata un eccezione, non avrebbe bevuto così tanto se non fosse stato per il fatto che aveva davvero l'umore sotto i piedi. Ed indovinate in po'? Quella mattina era peggio, l'umore era pessimo e ci doveva aggiungere il fatto di non essere per niente in forma.
In più, Michele non c'era,  quando si era alzato non lo aveva trovato da nessuna parte  e non gli aveva nemmeno lasciato i soliti cornetti per colazione

Insomma, arricciò il naso, un bell'inizio di merda va.
Aveva quindi bevuto solo un po' di caffè, ed era uscito. Arrivò in orario, entrando in hotel tranquillamente ed in silenzio.
Entrò in ascensore e schiacciò il pulsante.
Più saliva, piú sentiva lo stomaco contorcersi per l'agitazione e non era causato dal fatto che non aveva mangiato.
Inspirò profondamente quando senti il solito suono dell'ascensore arrivato al piano e lentamente uscí trovandosi davanti l'entrata.
Sentiva un certo silenzio, forse non era ancora arrivato nessuno.
Poco o male, avrebbe potuto guardare meglio le cose senza la presenza opprimente del biondo.

Andò in spogliatoio incontrando Steven in sala a preparare i piatti, fare la lista vini per il party che ci sarebbe stato la sera e sistemare i tavoli. Lo salutò velocemente in quanto non lo voleva disturbare più di tanto, andando via velocemente.

Non aveva ancora visto Michele in giro. Cominciò a preoccuparsi. Si ricordava abbastanza bene la sera precedente, ovvio, i ricordi non erano proprio chiarissimi, ma non vi era dubbio sul fatto che fossero tornati a casa insieme. Che fosse uscito dopo andando a dormire fuori?
Ryo fece spallucce, perché devo preoccuparmi, è grande e vaccinato ..tsk... Pensò,  non riuscendo però a smettere di pensarci.

Tra una cosa e l'altra, arrivò davanti alla porta della pasticceria e si bloccò un secondo sentendo sei rumori dentro.
È già qui?
Una sorta di sensazione simile al panico lo prese. Scosse la testa, dandosi mentalmente del demente chiarendo a sé stesso di non aver motivo di sentirsi in difetto, quindi entrò dentro dicendo un semplice, << Buongiorno.>>

Thomas era davanti a lui, vestito ancora con gli abiti normali, con un foglio in mano davanti alla spesa. Stava controllando che fosse arrivato tutto.
Gli occhi di Ryo tentennarono un po' sulla camicia bordeaux e su quei avambracci lasciati scoperti.
Mandò giù la saliva. Già era sensibile alle camicie, figurarsi ai bei ragazzi che le indossavano così bene.

<< Buongiorno.>>
Si limitò a dire a dire il biondo in risposta. Nessuno dei due parlo più , occhi nei occhi, tra di loro si creò un silenzio imbarazzante.
Ryo si sentì a disagio, già era in difficoltà, se poi si metteva a fissarlo senza dire una parola , era anche peggio.
Fu in quel momento che la porta dietro di lui si spalancò  e Ryo si sentì letteralmente catturato da due braccia forti , in un tenero abbraccio.

<< BUONGIORNO Tortellino!!!>>, Disse gioiosamente il bruno abbracciando per bene l'amico. Ryo non si scompose più di tanto, si era abituato al modo di fare "coccoloso" di Michele, quindi sorrise, << Oh, chi non muore si rivede? Dov'eri stamattina? La mia colazione..?>>

Michele, per nulla imbarazzato o intimidito dallo sguardo freddo di Thomas, tirò semplicemente su un braccio, mettendo davanti agli occhi del rosso una scatola dondolante da cui proveniva un profumo buonissimo.
Lo stomaco di Ryo brontolò sonoramente e nel mentre Michele sciolse l'abbraccio, il rosso prese tra le mani la scatola. << Ogni tuo desiderio è un ordine per me dolcezza!>>, Disse facendogli l'occhiolino.

<< Oddio grazie! Che cosa sono?>>,chiese Ryo poggiando la scatola lì vicino cominciando ad aprirla impaziente ed affamato.
<< ti presento i migliori dolci italiani che potrai mai trovare qui a New York! Stamattina sono a dato da questo mio amico, Giorgio. Ti posso garantire che sverrai. Assaggia i cannoli siciliani! Sono da orgasmo! >>
Spiegò con gli occhi che brillavano. Aveva preso un vassoio misto, tra cannoli, babà napoletani, sfogliatine, cartellate, bignole allo zabaione e chi più ne ha più ne metta!

Si avvicinò a Ryo, accarezzandogli la testa, << spero di non averti fatto preoccupare stamattina!>>, << Ma no figurati...>>, Rispose intimidito dal suo modo di fare, si era abituato sì, ma solitamente, non era così dolce.
Davanti a  lui, Michele, prese una bignola e la portò verso le labbra di Ryo, << su tortellino ...fai ahhhhhhhh>>

Il rosso arrossì un pochino , ma la fame ebbe  la meglio, per cui, mettendo da parte l'imbarazzo, aprì la bocca attendendo quel boccone che però non arrivò.
Thomas si precipitò contro di loro, prese di mano la bignola e se la ficcò in bocca.
Dentro Michele una risata diabolica si stava facendo sentire...

★★★★★★

POV THOMAS

Quella mattina si era svegliato presto come sempre, forse anche troppo. Nonostante il sonno agitato e la stanchezza, decise comunque di andare a fare una breve corsetta prima di andare al lavoro.
Era da pazzi si, ma necessitava della solita valvola di sfogo e non avendo nessuno con cui parlare, aveva deciso così.

Lavato e cambiato, aveva parlato al telefono con lo zio, che gli aveva detto che in tarda mattinata sarebbe dovuto andare da lui in ufficio per parlare dei matrimoni e dei dolci della cerimonia.
Si precipitò quindi presto, andando subito in pasticceria per vedere la spesa fatta dallo Chef e cercare di buttare giù qualche idea.

Il lavoro lo distraeva, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo quella tranquillità. Lui sarebbe arrivato prima o poi.
Inspirò profondamente chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Lui non era mai stato una persona impulsiva, quindi non riusciva a comprendere  che cosa gli fosse preso ultimamente.

Era solo che voleva... stuzzicarlo, ma quando si accorgeva di oltrepassare la linea, celava tutto dietro il suo muro di ghiaccio.
Sbuffò, riprendendo il suo lavoro. Prese la lista della spesa e mano a mano spuntò ogni ingrediente che trovava. Doveva controllare che ci fosse tutto e che tutto fosse fresco.

Il rumore della porta gli fece spostare lo sguardo verso quella direzione.
La sua spina nel fianco era arrivata  e non sembrava in gran forma. Ha una faccia pessima...
Pensò squadrandolo mentre rispondeva al suo saluto.
Notò che il rosso esito un po' di più con lo sguardo sulla sua camicia. Effettivamente non si era ancora andato a cambiare, era quello che voleva dirgli con quello sguardo? O forse gli piaceva la camicia?
Silente , fissava il giovane davanti a lui, deciso a parlare, non fece in tempo a farlo che il casinista arrivò.

Michele fece il suo ingresso  in pasticceria saltando addosso a Ryo.
Thomas si accigliò.
Con me fai tanto la verginella, ma vedo che con lui sei a tuo agio...
Non riuscì a trattenersi.
Tutto successe molto velocemente, osservò i loro scambi di battute, i gesti gentili di Michele ed il sorriso di Ryo. Perché a lui non sorrideva in quel modo?
La situazione lo stava innervosendo.
Posò la lista sul bancone ed a braccia conserte si mise a fissarli , ma sembrava che lui li non ci fosse.

Sentì una sensazione strana farsi strada dentro di sé, ed al gesto del bruno d'imboccare Ryo, il suo cervello si spense ed il suo corpo si mosse da solo.
L'istinto e l'impulsività presero il sopravvento
Intercettò la bignola, mangiandola in un sol boccone osservando le facce stupite dei due ragazzi.
Masticò e mandò giù sentenziando ,<< non vedo proprio cosa ci sia di eccezionale in questa bignola. È secca e c'è poco zabaione dentro.>>


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