L'aria divenne talmente pesante che la si poteva tagliare con un coltello.
Michele piegò le labbra in un sorriso sfacciato senza togliere i occhi di dosso dal biondo.
Interessante... Pensò il Bruno.
<<Le mie sono molto più buone. Questa roba non dovrebbe nemmeno entrare qui dentro.>>
Disse bruscamente Thomas con espressione imperturbabile e fredda come il ghiaccio.
Era irritato, molto irritato. Che cos'era quella scenetta da diabete? Non era in grado di mangiare da solo?
Le mani si protesero in avanti chiudendo il pacchetto con tutti dolciumi dentro.
Michele e Ryo lo osservarono con emozioni contrastanti. I primo stava già progettando la prossima mossa, mentre Ryo era senza parole. Che gl'importava a lui quello che gli portava o meno il bruno? Poi chi gli aveva dato il permesso di chiudere la scatola, togliendogli la possibilità di fare colazione? Pensava forse di essere lo Chef? Solo perché era il nipote del capo?
<< non si possono fare paragoni, le tue non le abbiamo mai assaggiate!>>
Disse contrariato il rosso mettendo una mano sopra il pacchetto tirandolo verso di sé. Quel cibo era il suo. Michele si mise a ridere di gusto.
Thomas spostò lo sguardo su Ryo guardandolo con disprezzo, << non hai bisogno di assaggiarle, le faccio io, quindi sono eccezionali.>>
<< Certo come no!>>, Disse allontanandosi di un poco, doveva mettere qualche centimetro in più di distanza. Erano di nuovo troppo vicini.
<< Grazie Miky, ora li metto in frigo e più tardi li assaggerò!>>Michele sorrise gentile,<< figurati tortellino mio, l'ho fatto con piacere. Quando finisci andiamo a fare pranzo assieme, ok?>>
Ryo annuì mentre Michele gli fece l'occhiolino e salutò con un inchino del capo Thomas che lo fissava come se lo volesse uccidere.
Il bruno uscì ed il biondo girò la testa lanciando a Ryo un'occhiataccia.
<< vedi di muoverti a mettere a posto la spesa, che dobbiamo andare in ufficio dallo Chef. >>
Si spostò dandogli una spallata. Sarebbe stata una giornata piuttosto lunga.
Prese i dolci e li mise nel frigo lì vicino e cominciò a mettere in ordine la spesa sotto l'occhio vigile del biondo, che non aveva ovviamente intenzione d'aiutarlo.
Più di una volta gli chiese dove poter inserire e mettere a posto le cose, in modo da non sbagliare luogo, ma la risposta era sempre una. <<Arrangiati>>.
Nonostante le difficoltà, si sbrigò abbastanza infretta, si tolse il grembiule e seguí Thomas per il corridoio.
Quel silenzio pressante che li accompagnava facendo solo sentire il ruomore dei loro passi era soffocante.
Non ce la faccio più.
Sospirò, forse troppo rumorosamente dato che la voce di Thomas esclamò con fastidio, << già stanco forse? È perché non hai fatto colazione?>>
Il biondo si rendeva conto di esagerare con in suo comportamento infantile, ma quel sorriso e quei occhi adoranti, non sapeva bene se per il cibo o per la presenza di Michele, lo avevano turbato.
Quel giorno del servizio, quand'era uscito per parlare con i clienti nei riguardi del successo del suo dolce, lo sguardo del rosso lo aveva colpito molto.
Per la prima volta si era sentito importante per davvero.
Vedendolo quindi, tutto sorrisi con quel cretino di Michele, gli aveva contorto tutte le budella. E purtroppo, caratterialmente, quand'era infastidito se la prendeva come un bullo con la sua vittima. Stuzzicava o agiva con metodi non troppo puliti, come approfittarsi della sua posizione di capo partita dei dolci.
Ryo reagì d'impulso, la destra prese bruscamente il braccio di Thomas girandolo verso di sé. Erano a pochi metri dalla porta dell'ufficio, non voleva piantare casino, solo cercare di parlare in modo fermo e diretto.
I suoi occhi neri puntati decisi sul viso del biondo che stava lì impalato a guardarlo con una certa sorpresa .
Il rosso strinse la presa e con tono leggermente nervoso iniziò a parlare, << senti... Abbiamo tre mesi davanti, fidati che l'idea di lavorare insieme mi piace quanto piace a te, ma possiamo perfavore, per il bene del ristorante, non farci la guerra? Lo so che mi odi, ma...>>
Sentì morire le parole in gola perché quel contatto sia visivo che fisico lo stava mettendo in soggezione.
Lo sguardo di Thomas gli fece salire di nuovo i brividi e non concluse la frase. Imbarazzato, lasciò la presa dal braccio abbassando lo sguardo.
Il biondo, dopo l'attimo di sorpresa per il gesto, rimase altrettantanto sorpreso dalle parole che Ryo proferì con decisione, anche se questa alla fine andò a scemare.
Non so nemmeno quanto tu mi piaccia,ne come a dire ma verità...
Pensò Thomas riconoscendo il fatto che il rosso aveva attirato la sua attenzione. Silente, prese quella mano che poco prima gli era attaccata al braccio in una stretta di mano con la sua.
Ryo sgranò gli occhi facendo scorrere lo sguardo tra le loro mani intrecciate ed il viso serio del più grande.
<< Hai ragione, vediamo di collaborare per il bene del ristorante. Però, essendo la persona di più esperienza tra i due, dovrai comunque stare sotto ai miei ordini. Puoi resistere? >>
Lo puoi fare?
Ryo non era convinto quando rispose con un cenno affermativo del capo, ovvio, aveva proposto lui la pace, ma perché aveva l'impressione che se ne sarebbe pentito, nonostante la volontà calda ed affidabile che leggeva nello sguardo del più grande?
Leggermente rosso in viso per il contatto tra le loro mani ancora unite, impacciato si scostò lentamente, abbassando un altra volta lo sguardo, quei occhi lo destabilizzavano da morire.
<< Ehm, entriamo che ne dici?>>, Propose cercando di essere il più naturale possibile nel farlo, mentre Thomas lo fissò ancora per qualche minuto in silenzio prima di voltarsi e precederlo.
Si avvicinò alla porta dell'ufficio ed aprì senza nemmeno bussare, come suo solito.
<< Eccoci Chef.>>, Disse il biondo lasciando Ryo in piedi sull'uscio. A differenza del più grande, lui sapeva ancora cos'era il rispetto per le gerarchie, anche se capiva bene che Thomas poteva permettersi quell'atteggiamento essendo il nipote del capo.
Alzò quindi la destra e bussò delicatamente sulla porta già aperta, chiedendo << permesso...?>>
Lo Chef si trovava in piedi davanti la scrivania con un sacco di brochure, documenti, informazioni che sfogliava con attenzione, alzò lo sguardo e disse, << oh eccovi, siete arrivati proprio al momento giusto, guardate qui>>
I ragazzi si avvinarono osservando lo chef spostare vari articoli con immagini di dolci che sembravano tutto fuorché dei dessert.
Ryo si accigliò osservando tutte quelle foto che sembravano ritrarre secondi o addirittura primi. Cosa si era perso? Come se lo avesse ovviamente letto nel pensiero, Thomas proferì secco, << hai sbagliato persone, forse volevi Rudy e Michele qui da te..!>>
Solo ripetere quel nome ad alta voce lo indisponeva, il signor Miller replicò ironico,<< non mi pare di avervi scambiato di brigata, anche se so che la cosa ti farebbe molto piacere. >>
Il rosso osservava lo scambio di battute come uno spettatore, ma anche lui si stava chiedendo effettivamente cosa centrassero quelle immagini di piatti di pasta con la loro presenza lí.
Dati gli sguardi confusi ed incuriositi dei due ragazzi, lo Chef si sedette senza interrompere il contatto visivo, << ho avuto il colloquio con gli sposi, scusate se non vi ho fatto presenziare,ma purtroppo avevano poco tempo e non poteva o neanche venire qui, per cui sono andato io ieri in tarda serata nell'hotel dove alloggiano.>>.
A Thomas non garbò quella notizia, ma si trattenne dal protestare. << Qui ci sono tutte le informazioni della giovane coppia e le loro preferenze, ma fondamentalmente la cosa principale è che hanno un'idea totalmente diversa e particolare riguardo al concetto di torta nuziale. Vogliono delle monoporzioni, molto eleganti ,che però, sembrino primi piatti della loro tradizione culinaria italiana.>>
Ci fu silenzio. Ryo rimase basito di fronte ad una richiesta simile. << Quindi...noi dovremmo fare un dolce che sembri un piatto di pasta tipo? Ma dolce?>>
Lo chef scosse la testa, << No, più precisamente dev'essere un dolce a "forma" di primo piatto. Ecco perché ho tirato fuori queste brochure con degli esempi, sono pochi ma possono servire.>>
Il biondo si avvicinò alla scrivania osservando quei esempi, trovandoli però banali e sorpassati. Loro dovevano lasciare il segno, però non capiva una cosa.
Alzò lo sguardo, posando quelle iridi glaciali sul volto dello zio e disse in modo chiaro e tranquillo, << Ryo puoi lasciarci soli? Vai in pasticceria e comincia le preparazioni per stasera, la lista e le ricette sono sul bancone vicino i forni.>>
Ryo sussultò nel sentire finalmente il suo nome uscire dalla bocca del biondo, suonava così bene, che quasi si distrasse dal fatto che gli stava dicendo di andare via senza che lui potesse seguire il resto della conversazione.
Si morse il labbro sentendo l'atmosfera farsi leggermente più pesante e con un piccolo inchino uscì dalla stanza ubbidendo agli ordini.
Probabilmente non è d'accordo.... Pensò il rosso camminando per il lungo corridoio diretto in pasticceria.
Thomas fronteggiò lo zio che lo guardava incuriosito.
<< Si può sapere perché Ryo? Capisci bene, zietto, che Michele sarebbe più appropriato come aiuto in questo lavoro. Lui è italiano e sa perfettamente la cultura ed i piatti tradizionali come l'ave Maria. Capisco che Ryo è un jolly, ma potresti farmi fare questo lavoro con Michele la mattina.>>
<< Mio caro nipotino, mi stupisce che tu, nonostante abbia lavorato già molto con Takawashi, non abbia notato quanto il ragazzo sia creativo e soprattutto abbia un notevole senso estetico.>>
Lo Chef, fece una piccolissima pausa, voltandosi verso la finestra a guardare la vista che il suo ufficio poteva donargli, tutta New York era ai suoi piedi.
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Taste Me
RomanceUna storia di rivalità e amore. Una storia che narra di una fiamma che brucia di passione per il cibo e per la ricerca del piatto perfetto. Due sconosciuti, Ryo Takawashi e Thomas Wentworth, aspiranti Chef di un rinomato ristorante di New York, si r...