Twenty 🔪🧅🍅

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Di tutte e cinque le persone presenti in quel momento, due erano a bocca aperta con espressioni piene di sconcerto, altre due, sapevano chi era la figura in questione ed in cuor loro non avevano un buon presentimento, mentre una sola era all'oscuro di tutto.
Richard Miller e Thomas Wenthwort erano sbigottiti,e purtroppo non in maniera positiva.

Alle narici di Michele e Ryo arrivò una folata di profumo persistente e dolciastro, come se fosse essenza o distillato puro di vaniglia, abbastanza nauseante a quel livello odoroso.
Una chioma lunga e perfettamente acconciata biondo platino, incorniciava un volto dalla pelle, non più così giovane ma di bell'aspetto, pallida e levigata.
Labbra cremisi erano piegate in un cordiale quanto falso e freddo sorriso, che si schiusero rivelando un tono di voce molto basso ed alquanto inquietante, tanto che tutti i presenti sentirono un brivido che nemmeno il bambino del sesto senso aveva forse sentito in quella scena  da film conosciuta da tutti.

<< Vedo che qui è tutto uguale.>>

Il signor Miller sbatté più volte le palpebre sussurrando più a sé stesso che non a qualcuno, << Elisabeth...?!>>
In un'altra occasione, data l'età, la stanchezza e la poca illuminazione del locale in quel momento, date le pochissime luci ancora accese, avrebbe avuto dei dubbi sul fatto che quella figura fosse proprio sua sorella, ma purtroppo per lui, quei occhi, glaciali quanto quelli del loro padre ed a sua volta di suo nipote, con quel superbo cipiglio, erano davvero inconfondibili.

<< Sì Richard. Sono io.>>, rispose dando atto d'avere un ottimo udito, mentre posava il cellulare dentro la tasca del cappotto Chanel e voltava il capo in direzione di Michele, Ryo e Thomas notando quest'ultimo.
<<Thomas, felice di vederti in salute... figliolo.>>
A quel tono,in automatico, Thomas fece un leggero passo indietro, mettendo distanza tra sé e gli altri due compagni e colleghi, che però non notarono nulla.
Stringendo i pugni nervoso, rispose altrettanto freddamente, << felice di vederti madre.>>

Scese un silenzio tombale alquanto imbarazzante.
Ryo, stupito dalla notizia di vedere la madre di Thomas in carne ed ossa dal vivo, fece vagare le sue iridi scure dal biondo, alla signora appena entrata in scena e viversa, finché non fu costretto ad abbassare lo sguardo in quanto la signora gliene lanciò uno agghiacciante.
L'aura attorno a quella figura, era molto severa ed intransigente.

Michele e Steven, che fino a quel momento, non avevano ancora incrociato lo sguardo, si guardarono e come se si fossero letti nel pensiero si arrivarono subito.
<< Buonasera signora Miller, o per meglio dire, buongiorno! Noi stavamo andando, arrivederci! Dai ragazzi andiamo!>>, chiamò con tono sereno e spiccio il bruno, vedendo Steven salutare cortesemente sia lo chef che la madre di Thomas ed aggiungersi velocemente alla combricola, dando la precedenza a Thomas.
Gli stavano praticamente dando l'opportunità di scappare con loro, ed il biondo non se lo fece dire due volte.
Steven, Michele, Ryo e Thomas in silenzio, quindi, si portarono davanti alle porte dell'ascensore sotto lo sguardo dei due adulti e quando le porte si aprirono, avanzarono decisi verso la libertà.

<<Thomas.>>, Disse la donna austera in piedi lì davanti con un tono duro, ed il biondo si freddò all'istante maledicendo il fatto di non essere nemmeno riuscito ad arrivare vicino alle porte scorrevoli dell'ascensore, mentre lanciò uno sguardo disagiato ai tre amici davanti a sé.
Chiuse un secondo gli occhi, mordendosi le labbra nervoso consapevole che a lui, non era concesso scappare da lì, e si voltò, << Si?>>, chiese, per nulla curioso in realtà di sapere il motivo per cui l'aveva chiamato.
La donna lo guardò, le braccia conserte ed un ghigno abbastanza familiare secondo Ryo, completamente identico a quello che spesso e volentieri faceva Thomas stesso rivolto a chiunque. << Andiamo in ufficio, devo parlare a te,tuo zio e Gustav.>>.

Il biondo rimase stupito una seconda volta. Non tanto dall'entrata di sua madre, ormai, sia suo zio che lui ,sapevano com'era fatta, del suo costante peccare di superbia e del suo dettare legge nel territorio altrui, ma il fatto di vederla arrivare così, interrompendo il suo lavoro ed arrivare senza avvisare, poteva solo voler dire una cosa : guai.

<< Gustav non è disponibile.>> , rispose il signor Miller con poche parole mentre la donna spostava lo sguardo su di lui, che aggiunse, << appena arriviamo nel mio studio, ti spiegherò. Ad aiutare Thomas c'è un altro nostro collaboratore appena arrivato. >>,<< Ah non c'è? Irrilevante come cosa, bene allora chi sarebbe il nuovo arrivato?>>, chiese la donna tornando ad osservare i presenti con una certa impazienza nello sguardo.
Timidamente ed in soggezione, Ryo alzò la mano, ma sentendosi completamente oppresso da quella nuova personalità, non aggiunse altro, e la donna un po' s'accigliò, trovando quel comportamento abbastanza maleducato nei suoi confronti.

Il biondo, che aveva già capito tutto, sentì un brivido scorrergli lungo la schiena. Era agitato, ancora di più ora che aveva capito che Ryo e sua madre avrebbero in qualche modo avuto a che fare.
Era agitazione quella che sentiva? Si schiarì la voce e disse senza far trasparire le sue emozioni, tenendole egregiamente a bada come al solito, apparendo freddo e scostante,
<< Takawashi Ryo,il sostituito di Gustav.>>

<< Giapponese suppongo...>>Ad Elisabeth Miller brillarono gli occhi ed il figlio lo notò subito sentendo quella sensazione di pericolo aumentare, considerando il fatto che sua madre, in quel momento, sorrideva.
Sua madre non sorrideva mai, salvo quando doveva chiudere un affare.
<< Molto piacere signor Takawashi, andiamo subito in ufficio.>>

★★★★★★

C'era talmente tanto silenzio che i passi rimbombavano in quel corridoio, ma quelli che si sentivano di piú erano sicuramente i tacchi Loubutin indossati dalla donna in testa a tutti.
Michele quando aveva assistito alla scena, aveva dato una gentile pacca sulla spalla al giovane sussurrandogli che l'avrebbe aspettato sotto per sapere, ed in oltre, aveva aggiunto un deciso <<fai attenzione>>, che francamente, aveva agitato l'animo del rosso.

Thomas non l'aveva più nemmeno degnato di uno sguardo, nemmeno incrociato per sbaglio.
Sentiva quindi come una sensazione di smarrimento ed incertezza.  Il non sapere cosa sarebbe successo da lì a poco lo stava mettendo davvero a disagio, mannaggia a Gustav che si era fatto male.
Troppo immerso nei suoi pensieri non s'accorse che gli altri davanti a lui si erano fermati, e quindi andò a sbattere contro la schiena di Thomas, che si voltò e gli lanciò uno sguardo indecifrabile che raggelò un pò il cuore martellante di Ryo.
Sembri tornato quello di prima.

Zitto, fece un breve inchino come sua abitudine per scusarsi, e dopo entrarono nell'ufficio.
La donna, senza chiedere il permesso, si tolse il cappotto Chanel, poggiandolo sul divano di fronte la scrivania, mostrando un corpo maturo ma molto affascinante, fasciato da dei pantaloni neri eleganti ed una camicetta rossa come la suola delle sue scarpe.
Si sedette poi dietro la scrivania osservando i tre davanti a lei su cui poteva leggere un certo fastidio e sorpresa.

<< Quella è la mia scrivania non la tua.>>,<< Oh, suvvia, non  fare così fratellino. Piuttosto, sedetevi, così v'illumino sul perché siete qui. Non avete una certa curiosità?>>, Disse sempre con quel tono basso e mellinfluo, congiungendo le mani davanti a sé.
Thomas si sentiva preso in giro dal comportamento borioso della madre, ma lei era sempre così, il problema era la proposta o quello che era venuta a fare al The View.
Qual'era l'affare che l'aveva costretta a venire lì? E soprattutto, avrebbero dovuto lavorare insieme?

Sua madre era sempre stata una madre assente ed una moglie dittatoriale. 
Bravama fama da quando era una giovane alle prime armi, ed essendo di natura fredda e spietata, quanto ambiziosa, non ci mise molto a raggiungere i suoi obiettivi prima di subito. Poco importava se aveva un figlio, a cui solo all'inizio, dedicava attenzioni, sempre in cucina o in pasticceria dove Thomas era pressoché cresciuto, in modo che diventasse un grande come lei e potesse prendere in mano la ditta di famiglia.
Era da almeno due anni che non la vedeva, la sapeva occupata in un tour importante in Giappone ed Australia, quindi... perché era lì davanti a loro con quell'espressione fastidiosa stampata in volto?

Vide suo zio infastidito,non gli era mai piaciuto il modo di fare di sua sorella. Benché avessero caratteri molto simili, della serie, il gene della freddezza un po' lo avevano tutti in famiglia, zio Richard non era così. Era un uomo severo ma giusto e soprattutto leale, cosa che sua sorella non era neppure lontanamente.
L'uomo si sedette sul divano incrociando le gambe e lo stesso fecero i due ragazzi. Ryo si sentiva un pesce fuori d'acqua considerando i tre erano di famiglia e c'era un aria spaventosa in quell'ufficio.

<< Dicci tutto sorellina, io qui si farà notte, ah no giusto... È già mattina.>>, Disse il signor Miller con un tono sprezzante aggiungendo, << chissà che cosa ci devi dire si così importante da non aver potuto aspettare qualche ora in più. >>
La donna rise e proferì con quel tono calmo e pacato che solo il sentirlo faceva andare su i nervi a Thomas, << Cos'è sei stanco? L'età comincia a farti brutti scherzi? Sono atterrata da poco ed ovviamente soggiorno qui all'hotel Marquis, non potevo non condividere subito con voi quest'opportunità.>>, fece apposta una pausa giusto per aumentare la souspance, e continuò felice d'aver in pugno l'attenzione dei suoi interlocutori, << Sapete che in questi due anni, ho voluto spingere ed ampliare i miei orizzonti verso l'Oriente, motivo per cui, dopo aver visitato gran parte delle città più importanti della Cina e Thailandia, mi sono poi portata verso il Giappone, avevo anche in programma di visitare l'Australia, ma ne ho fatto volentieri a meno. In Giappone ho avuto modo di conoscere il  signor Yoishi Takumi, un uomo deliziosamente pieno di soldi da investire qui nell'Ovest che tanto brama, ed era alla ricerca di un posto a New York per dare un party molto prestigioso e di classe, ed ovviamente gli ho consigliato il The View.>>

Il signor Miller e Thomas si scambiarono un velocissimo ed impercettibile sguardo perché entrambi avevano capito che il discorso non era terminato, mentre Ryo, si sentiva sempre di più sotto pressione.
Il biondo prese parola per la prima volta, <<È tutto molto interessante madre ma, ciò non spiega la nostra presenza qui.Presumo che non sia finito il discorso giusto?>>, Giusto?
La donna sorrise in un modo che Ryo avrebbe davvero reputato sinistro, e rispose al suo giovane e promettente figlio, << Dobbiamo preparare il dolce più spettacolare possibile. Dovrà ricordarselo per tutta la sua vita e mi dovrà fare firmare un bel contratto con lui. Dovrai farmi vedere cos'hai combinato in questi due anni figliolo.>>
Le loro iridi color del ghiaccio erano più fredde di qualsiasi cosa e nessuna traccia d'affetto era presente tra di loro.
Thomas sentiva la rabbia salire, ancora una volta quella donna aveva fatto di testa sua coinvolgendo anche lui, guardandolo dall'alto in basso come sempre.

<< Non ho più  intenzione di stare in pasticceria.>>
Forse era impazzito,o forse avrebbe voluto fare prendere un bell'infarto a quella donna così insensibile davanti a lui, che continuava a non ascoltare il suo volere. Sperava di poter essere un po' più libero lì dallo zio, ma lei aveva pensato bene di ficcare il naso anche stavolta. << Non essere sciocco. Lo sai meglio di me qual'è il tuo posto ed il tuo destino. Faremo il dolce insieme, ed il signor Takawashi ci darà una mano a fare risultare il dolce bello come solo i giapponesi desiderano, posso contare su di lei vero signor Takawashi?>> , quel tono non ammetteva repliche.

Ryo vide che tutti gli sguardi erano puntati su di lui. Che cosa diamine stava succedendo? Ovviamente avrebbe fatto un buon lavoro in qualsiasi posto l'avrebbero messo ma ... Lavorare fianco a fianco con la madre ed il figlio in pasticceria? Suonava persino peggio del "da oggi lavorerai in pasticceria con Thomas".
Non aveva ancora definito il suo ruolo lì dentro, non ne aveva avuto il tempo, che già era stato catapultato a destra e manca, tutto ciò cominciava a stargli stretto.
Senza intimorirsi più di tanto, dovendo fare valere le sue ragioni, rispose in modo chiaro ed educato, un po' a tutti e tre i presenti in realtà,
<<Ovviamente signora Miller, cercherò di fare del mio meglio, ma perfavore,non dimenticatevi che io sono un cuoco, non un pasticcere, per ora sostituisco Gustav per motivi di salute ,ma non sono un professionista nell'arte bianca. Cercherò d'esservi utile come posso>>, poi fece un inchino un po' più pronunciato e concluse umilmente con un,<< prendetevi cura di me>> , non sapendo con esattezza se quelle mani erano giuste o meno.

Tirare le somme,non poteva dire altro né fare troppa polemica. AllA fine non era né il figlio, né il nipote di nessuno li dentro, per lui era un lavoro e sicuramente non avrebbe voluto essere sbattuto fuori per una cosa del genere, avendo un obbiettivo da raggiungere. Ma, perché c'era pur sempre un ma, l'idea non gli andava per niente a genio.
Inoltre c'era il discorso più intimo anche da prendere in considerazione e quell'attrazione tra lui e Thomas, avrebbe dato problemi. Se lo sentiva.

<< Siete stato molto chiaro signor Takawashi. Bene, direi che ci siamo detti tutto, sono molto stanca. Andrei a riposare. Ah, dato che questa settimana ho molte cose da fare ed organizzare, ci vediamo tra una settimana per procedere con il piano per il party che si terrà a fine mese. Cominciate a pensare a qualcosa. Buona notte.>>, << Aspetta, madr->>, << Non ora Thomas. Ti ho detto che sono stanca. Riparleremo di ciò che vuoi dirmi, che sono sicura tratti sicuramente del dolce da fare tra una settimana non prima. Ciao fratellino, sogni d'oro e signor Takawashi,>>, disse la donna ormai in piedi quasi vicino alla porta mentre indossava di nuovo il suo Chanel, << si prepari in questa settimana,nella mia pasticceri non ammetto ignoranza neppure da un sostituto.>>
L'occhiata severa colpì il rosso tanto che sentì l'ennesimo brivido scorrergli lungo la schiena ed annuì rivolto a quella donna dal cipiglio così presuntuoso, che ricambiò con un ghigno,
<<Au revoir.>>

★★★★★★

Il giorno dopo l'atmosfera generale in cucina era abbastanza tesa.
Lo Chef, risentito da quell'intrusione non desiderata che sapeva avrebbe dato dei seri problemi soprattutto per il rapporto effimero tra la sorella ed il nipote, era anche irritato per il fatto d'aver problemi di organizzazione tra gli impegni già presi prima e questo party di cui ancora non sapeva i dettagli.

Non era uno stupido e sicuramente avrebbe tartassato la sorella finché non gli avrebbe dato le informazioni in tempo, permettendogli di sistemare ogni cosa. Erano professionisti e come tali dovevano comportarsi, ma il punto focale era sempre lo stesso: era sua sorella e come maggiore della famiglia, aveva promesso al padre si prendersi cura di tutti i membri di essa, al posto suo in letto di morte.
Ma Elisabeth era una mina vagante, lo era sempre stata, ed ultimamente, soldi, fama e successo l'avevano divorata possedendola sempre di più. Temeva che prima o poi avrebbe fatto il passo più lungo della gamba e che avrebbe distrutto l'autostima ed il futuro di un promettente giovane come Thomas e che avrebbe distrutto anche la sua di vita, ma sperava che quella sensazione fosse inutile come una goccia nel mare.

Quella notte, o per meglio dire, per quelle poche ore, il signor Miller non dormí molto, ed appunto, quella mattina, dovendo disturbare il giorno libero della sua squadra, davanti alla sua brigata al completo, compreso i giovani pasticceri, fece un discorso breve informandoli di quello che avrebbero dovuto sopportare nei giorni a venire.
Poi, le sue iridi verdi, si spostarono sui volti del rosso e del biondo, a cui fece cenno di seguirli in corridoio.

I due giovani, che non si erano ancora nemmeno rivolti la parola, avevano passato due nottate differenti. Ryo, era andato con Michele a bere qualcosa prima di tornare a casa e s'era sfogato con il bruno raccontando ogni emozione provata in quei giorni nei confronti di Thomas, e la sua seguente indifferenza ed irritabilità una volta entrata in scena la madre.
Il bruno l'aveva rassicurato, spiegandogli appunto che la madre di Thomas non era una persona facile e di fare particolare attenzione adesso che avrebbero dovuto lavorare tutti assieme.

Il biondo invece, aveva dormito poco ed era  andato a scaricare la rabbia ed il nervosismo con una corsa mattutina.
Doveva schiarirsi le idee, e soprattutto riflettere sul tipo di rapporto da tenere con Ryo da quel momento in avanti.
Il fatto che avrebbero lavorato a stretto contatto con la madre, non sarebbe stata una cosa positiva, qualsiasi coinvolgimento avrebbe avuto con Ryo, di qualsiasi natura fosse stato, alla madre non sarebbe piaciuto a prescindere, e lui non poteva certo permettere che quella donna distruggesse anche i sogni del rosso.

La odiava, ed ora, trovarsi davanti a suo zio pronto a fargli la paternale o qualsiasi altra cosa, lo irritava ancora di più. Ce l'aveva con se stesso per il comportamento che stava avendo nei confronti di Ryo, ma era anche vero che nessuno dei due sapeva che cosa c'era tra di loro, salvo il fatto che era un rapporto fatto d'attrazione e competitività.
Inconsciamente, appena aveva visto il volto di sua madre, aveva eretto di nuovo quel muro invisibile tra lui e Ryo.

Il signor Miller si voltò guardando i sue giovani in viso con un espressione seria e senza tanti giri di parole disse, << Vi ho preso da parte perché tra tutti quanti, voi due sarete quelli più tormentati. Ryo, in questi giorni, studia, dalle basi della pasticceria alle tecniche più d'avanguardia perché mia sorella pretenderà molto. E tu Thomas, dagli una mano e cerca di non discutere con tua madre. È vero che gli affari sono i suoi, ma la reputazione rimane sempre la nostra, ed il nostro ristorante non ne deve assolutamente risentire. Inutile dire che il tuo trasferimento in cucina è rimandato. Takawashi, da domani avrai la nostra divisa. Ora andate pure, buona giornata , ci vediamo per il servizio di domani. >>

Detro ciò, li congedò come aveva fatto con il resto della brigata poco prima e lasciò soli i due ragazzi a riflettere su quello che lo Chef aveva detto, uno di loro però, aveva riflettuto forse troppo e specialmente, su una parte.

<< E così il tuo trasferimento in cucina è rimandato eh?>>


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