Non si aspettava di certo una tale dimostrazione di gentilezza ed umanità. Lo voleva aiutare?
Beh forse dopo tutti quei anni a lavorare con Gustav, aveva sviluppato un certo affetto nei confronti dell'uomo pelato.
Ryo annuì , accompagnò fuori Gustav che continuava a lamentarsi del forte dolore al braccio, seguiti da Thomas.
<< Gustav come mai zoppichi?>>, Chiese il biondo che osservava da dietro il camminare confuso del pelato.
<< temo di essermi fatto male anche alla caviglia...>>
Era mortificato, Ryo l'aveva capito. Avevano dei servizi importanti nelle settimane a venire e sicuramente il capo pasticcere avrebbe voluto tutto meno che farsi male in quel periodo di troppo lavoro.
<< Si tenga forte a me Gustav, così non sforza troppo...>>, Disse il rosso facendo passare bene il braccio dietro la schiena dell'uomo.
Improvvisamente la sua mano toccò quella del biondo e sussultò, tanto che Thomas se ne accorse.
Anche lui si era avvicinato per dare una mano dalla parte opposta e nel farlo le loro mani si erano sfiorate.
Thomas rimase un po' stupito dalla reazione di Ryo, che arrossì leggermente evitando di guardalo.
Ryo, vi siete solo sfiorati la mano, smettila o Gustav cadrà a terra per la tua stupidità
Pensò continuando a camminare.
Arrivarono all'uscita, alle loro spalle i passi veloci dello Chef, che arrivò di corsa.
Li lasciò tutti e tre li davanti mentre lui andò a prendere l'auto.
Ryo notò l'espressione preoccupata dello Chef. Chissà quanti pensieri aveva in testa in quel momento.
Arrivò e velocemente,Thomas e Ryo caricarono Gustav in macchina, chiudendo la portiera.
Lo chef tirò giù il finestrino ,<< Grazie ragazzi. Thomas aspettami mentre Takawashi, domani mattina prima di andare in cucina passa nel mio ufficio che ti devo parlare.>>
In quel momento il rosso sudò freddo, sicuramente la sua posizione di "jolly" gli sarebbe costata qualcosa.
★★★★★★
Il locale era vuoto e silenzioso. In quel momento si trovava in sala ad osservare la splendida vista che quel ristorante famoso gli poteva donare.
L'aveva vista innumerevoli volte, essendo il nipote del proprietario, spesso aveva aspettato lo zio lì da solo, oppure lo aveva aiutato a svolgere qualche compito sbrogliando qualche scartoffia.
I grattacieli luminosi si ergevano in tutto il loro splendore, tanto che la luce riusciva ad illuminare un pochino la sala.
Sospirò guardando l'orologio al polso.
Erano ormai le due del mattino.
Chi glielo stava facendo fare di rimanere lì? Suo zio avrebbe potuto parlargli anche l'indomani.
Che poi non era stupido, sapeva cosa gli voleva dire.
Logico che Gustav avrebbe dovuto assentarsi come minimo per un mese, se non di più, quindi lui avrebbe avuto la responsabilità dei dolci da solo.
Sospirò.
Avrebbe dovuto essere contento ed invece.
Non era assolutamente ciò che voleva fare, eppure sembrava che qualsiasi cosa facesse, il destino continuava ad avvicinarlo alla pasticceria.
<< Thomas.>>
Una voce stanca e rauca lo ridestò dai suoi pensieri.
Si voltò trovando suo zio mentre lo guardava serio.
<< Quanto starà in mutua Gustav?>>, Chiese senza tanti giri di parole.
<< si è rotto la mano e parte del gomito e lesionata, la caviglia destra è contusa. Ovviamente ne avrà per almeno due mesi. Dovrai occuparti tu della pasticceria.>>
Thomas guardò i lineamenti duri di suo zio leggermente illuminati dalle luci della città, che sembrava prendere parte a quella conversazione.
Attraverso gli occhi verdi e glaciali dello zio,intravide varie emozioni, tra cui la preoccupazione.
<< Non ti preoccupare, c'è la farò. Hai visto stasera quanto complimenti no? Anche se sarò da solo->><< Non sarai solo.>>
★★★★★★
Beep beep beep
La sveglia suonò ed il rosso aprì gli occhi trovandosi a guardare il soffitto.
Non aveva chiuso occhio, alla fine era uscito con gli altri a bere qualcosa, non avevano fatto troppo tardi, ma una volta tornato a casa, non era comunque riuscito a prendere sonno.
Si portò una mano alla faccia stropicciandosi gli occhi con le dita, sbadigliando sonoramente.
Con l'altra mano spense la sveglia che con quel fastidioso rumore gli era entrata nel cervello.
Era già sensibile ai rumori, specialmente quelli troppo acuti e forti, poi se si aggiungeva il fatto che aveva dormito si e no due ore, ancora peggio.
Si sedette supino guardandosi intorno.
Erano le sette in punto e lui doveva docciarsi, vestirsi, fare colazione e volare al lavoro.
Ecco il motivo per cui non aveva dormito. Era preoccupato per il fatto che lo chef doveva parlargli.
Aveva un brutto presentimento in merito, ma sperava davvero di sbagliarsi.
Si coprì la faccia con entrambe facendole scivolare sulla testa aggrappandosi alle ciocche scarlatte.
Sento che oggi sarà una pessima giornata...
Pensò sbuffando.
La porta della sua camera di aprì improvvisamente,<< Buongiorno splendore!>>.
Miky aveva appena fatto il suo ingresso, lavato,vestito e sorridente come tutte le mattine.
Come diavolo faceva?
<< Chi ha ordinato cornetti caldi? Dai vieni che facciamo colazione e poi vengo con te al lavoro!>>
<< Cornetti? Mhh, così mi vizi però>>, disse il rosso scherzosamente verso il bruno alzandosi dal letto ed andando verso di lui. << Tutto per il mio tortellino,anche se so che avresti preferito essere svegliato da qualcun'altro..>>
La buttò lì e Ryo lo guardò stranito. Michele sorrise sornione, gli fece cenno di seguirlo in cucina e sparí dalla sua vista così.
Ryo rimase per qualche secondo impalato, << Hey...>>, chiamò mentre riprese a camminare veloce accedendo alla cucina, << che vuol dire?>>, << Quello che ho detto!>> , <<Cioè? >>, Il bruno sorrise di nuovo mettendogli davanti un cornetto ripieno di cioccolato ed un bel americano ghiacciato rispondendogli, << se non hai colto non importa, lascia stare!>>
Il rosso lo fissò di sottecchi, non lo convinceva per niente. Da chi avrebbe dovuto farsi svegliare? Sempre guardandolo con sospetto, si sedette al tavolo prendendo subito in mano il bicchiere con il caffè. Bello ghiacciato come piaceva a lui
Michele fece una faccia schifata,<< Dio solo sa come fai bere quell'acqua sporca...>>,il rosso rise ,<< questione di abitudine. Il famoso Espresso che ti piace tanto lo trovo troppo forte per i miei gusti...>>
<< Mamma mia che bestemmia sentirtelo dire...>>, La sua espressione si fece ancora più grave e schifata di prima, << ma ti voglio bene lo stesso. Così bene che vorrei dirti una cosa ma...>>, iniziò mordendo un pezzo di cornetto,<<mhh-aspetto..chomp...mhh...>>
Ryo, posò delicatamente il bicchiere sul tavolo prendendo in mano il cornetto fermandosi a mezz'aria, << cosa mi vuoi dire? Parla invece di girarci attorno>>.
Michele ci pensò su per un attimo, diede un'altro morso, masticò e mandò giù il boccone e disse, << uhm...ieri ho notato una cosa...ma aspetterò che sia tu a venire a raccontarmi se lo vorrai..>>
Il rosso sussultò e le guance si inporporarono un pochino. Cazzo lo ha capito?, Si chiese tra sé e sé, mangiando un pezzo di cornetto in fretta e furia.
Lo ingurgitò tutto d'un fiato, bevve l'ultimo sorso di caffè e di corsa si alzò, << non so a cosa ti ti stia riferendo, ma ok...>>, Tagliò corto Ryo facendo finta di niente. Scappò letteralmente verso il bagno, era meglio andare a prepararsi per il lavoro che rimanere da solo in quel momento con il bruno, sarebbe stato troppo imabarazzate.
Michele lo guardò mentre sorseggiava il suo caffè nero bollente. Rise sotto i baffi e gridò in modo che lo sentisse dall'altro lato della porta, << sei carino quanto fai il timido!>>
Entrambi ignorarono poi quel discorso, uno non ci ritornò su per pietà nei confronti dell'amico e l'altro non ci pensava nemmeno perché manco lui sapeva che cosa fosse successo. Inoltre ora, aveva un altro problema a cui pensare.
Era quasi sicuro che lo chef volesse spostarlo in pasticceria.
D'altronde qualsiasi persona sana di mente lo avrebbe fatto. Era un jolly, poteva essere messo in qualsiasi posto e poteva svolgere qualsiasi ruolo, ma, avrebbe proprio voluto evitare quella volta.
Il solo pensiero di dover lavorare con Thomas lo rendeva nervoso ed agitato.
Giunsero al ristorante, presero l'ascensore ed una volta usciti, si salutarono andando in due direzioni diverse.
Michele andò in cucina a svolgere la sue preparazioni, mentre lui prese il corridoio ed andò verso l'ufficio dello Chef.
Non era sicuro che ci fosse ancora, ma lo avrebbe scoperto presto.
Passo dopo passo, arrivò davanti alla porta. Si sistemò i capelli stringendo il codino e sistemando il ciuffo,si diede ancora un occhiata in generale per vedere di non essere disordinato e bussò.
Una voce forte e decisa si sentì da dietro la porta in legno, << Avanti.>>
Mise la destra sulla maniglia ed entrò nell'ufficio,<< Buongiorno Chef.>>
L'uomo alzò lo sguardo incontrando quello del giovane, smise quindi di fare ciò che stava facendo, << Oh, Takawashi, sei qui.>>
Poggiò la penna di fianco a lui e si posizionò sulla sedia in maniera piú comoda, facendo aderire la schiena allo schienale della poltrona in pelle.
Ryo si sentiva un po' a disagio, quello sguardo così diretto e limpido che si accostava così bene al carattere austero e severo dell'uomo, lo stavano facendo sentire davvero fuori luogo.
Anche il primo giorno che lo vide si sentì così, non ne poteva fare a meno.
<< Sarò breve ragazzo. Ovviamente senza Gustav in pasticceria, data la mole di lavoro che avremo per le prossime settimane, solo Thomas non basta. Dato che per ora non hai brigata, ho deciso di spostarti in pasticceria per i prossimi due mesi, o comunque finché Gustav non si riprende.>>
Ecco il suo incubo, alla fine si era avverato. Il brutto presentimento si era palesato davanti a lui così.
Non si poteva dire che era psicologicamente preparato, non lo sarebbe mai stato. Solo da poco aveva avuto quell'imbarazzate sensazione nei confronti del biondo, senza contare che il loro rapporto faceva schifo dal primo giorno che si erano incontrati.
Non si poteva considerare una persona felice in quel momento. Non lo era per niente.
Ma non avrebbe fatto storie. Lui aveva un obbiettivo, quello di lavorare lì fisso, di diventare qualcuno in quel ristorante ed avrebbe dunque, tenuto duro.
<<Si Chef, ma... Thomas lo sa?>>
Si, lui lo sapeva?
Il signor Miller sospirò. << Si, a lui ho pensato io stamattina presto non ti preoccupare.>>
Ryo annuì poco convinto. Probabilmente avrà spaccato qualcosa, conoscendolo. Accettò il suo destino a malincuore, con tono un pò sofferto disse,<< bene Chef, se non c'è altro io andrei, ho comunque degl'impegni per stamattina...>>
<< Quegl'impegni sono tutti cancellati. Vai a cambiarti e raggiungi Thomas in pasticceria, il tempo è poco,devi ambientarti e sapere più cose possibili in fretta. Abbiamo tre matrimoni ed altri eventi, ho bisogno che la pasticceria vada avanti per bene. Ora va, avvisa solo Michele.>>
<< Va bene...>>
Sospirando e stringendo i pugni, salutò con un inchino ed uscì dalla porta, lasciando che si chiudesse alle sue spalle con un leggero tonfo.
Sembrava un condannato al patibolo. Non aveva proprio voglia, ma non aveva altra scelta.
Doveva fare buon viso a cattivo gioco, metterci più impegno e soprattutto, tutta la pazienza possibile.
Nel peggiore dei casi avrebbero fatto a botte.
In effetti ci sperava. Meglio le botte che altre cose imbarazzanti.
Si trascinò negli spogliatoi dove si svestí e si mise la divisa, abbottonò la coreana velocemente, mise la fascia, si legò meglio i capelli, disfando e rifacendo il codino, dopodiché respirò profondamente e chiuse la porta dell'armadietto davanti a lui.
<< Forza Ryo.... gambatte! >>, disse a sé stesso andando verso la cucina.
Michele era già al lavoro e stava chiudendo quelli che potevano sembrare ravioli, dalla forma quasi di un cappello. Ryo entrò in cucina con un espressione talmente abbattuta che Michele , intento a salutarlo, sentì morire le parole in gola.
<< Che succede tortellino?>>,chiese preoccupato. << Mica ti hanno licenziato?>>, Esordì avvicinandosi all'amico poggiando una mano sulla sua spalla.
Ryo lo guardò con gli occhi da cucciolo indifeso,<<peggio mio caro amico... Sono stato promosso!>>
Spiegò il tutto molto rapidamente ed un Michele stupito lo stava guardando a bocca aperta.
Sinceramente il bruno non sapeva se ridere o piangere, nel dubbio, si mise a ridere.
<< MA SI! VAI VAI! è una bella notizia, ti servirà molto come esperienza!>>, <<No scusa, hai bevuto? Devo lavorare con quel diavolo!>>
Miky piegò le labbra in un sorriso malizioso,<< che peccato eh? Dai vai, devo tornare al lavoro, che sono da solo e ci metterò una vita. Già che ci sei, prendi quella pila di uova, sono per la pasticceria, portale di là, grazie.>>
Ryo sbuffò sonoramente. Tu sai qualcosa vero? Bastardo, pensò mentre stava per replicare, il bruno disse, << lascia perdere non hai speranze di vincere contro di me in uno scontro verbale. Prendi le uova e vai, stasera dopo il servizio andiamo a bere e parliamo. MUOVITI!>>
Il rosso si morse ma lingua. Era chiaro ormai, lui sapeva, aveva capito. E nonostante ciò non lo tratteneva ne lo salvava da morte certa. Abbattuto, prese le uova, tutte insieme e se ne andò via senza dire più una parola.
Vide la porta davanti a sé, e dato che aveva entrambe le mani occupate, si girò ed aprì la porta con la schiena.
La tragedia successe tutta in una frazione di secondo: il corpo di Ryo colpì qualcosa di duro e perse l'equilibrio scivolando all'indietro.
Le uova si proiettarono tutte in aria, assieme al corpo del rosso, rassegnato ormai alla caduta ed alla sua morte certa.
Ma si, forse prendersi una vacanza, anche lui di tre mesi in ospedale a giocare a scacchi con Gustav, non era poi così male.
Nulla di tutto questo accadde, due braccia forti lo presero, sostenendolo evitandogli di cadere a terra.
Il suo cuore si fermò. Due bei occhi color del ghiaccio erano vicini, poteva sentire il loro respiri unirsi talmente erano vicini e poteva addirittura contare le pagliuzze dorate vicino all'iride dei suoi occhi.
Thomas lo aveva afferrato, ma il suo cuore fece il più grosso capitombolo della sua vita. Il mondo sembrava essersi fermato.
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Taste Me
RomanceUna storia di rivalità e amore. Una storia che narra di una fiamma che brucia di passione per il cibo e per la ricerca del piatto perfetto. Due sconosciuti, Ryo Takawashi e Thomas Wentworth, aspiranti Chef di un rinomato ristorante di New York, si r...