Capitolo 31

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Mi bloccai alla vista della persona davanti a me.
Come poteva essere possibile?
Era il ragazzo della Grecia.
-Tu...-dissi.
Sorrise. -Felice di rivederti-
-Ma...tu...non eri...- boccheggiai.
-Se ero in Grecia? Si, sono un nomade, gironzolo di qua e di - disse ridendo. A me, non so perché, non veniva affatto da ridere.
-Perché sei in California?- dissi seria. ..confusa.
-C'era qualcosa che mi affascinava, ma non abituarti...domani potrei essere in Africa o in Georgia-
-Beh beato te che hai denaro da spendere- ironizzai e lui rise.
-Non mi hai detto come ti chiami bellezza?-
-Oh, Luisana. E tu?-
-Vivi qui?- storsi il naso infastidita dal cambio improvviso di argomento.
-Si, questa è la mia città Natale. Tu di dove sei?-dissi.
-Perché eri in Grecia?-
-Oh...-sbattei le palpebre -per problemi.  Tu perché l'hai scelta?-
-Che genere di problemi?-
-Beh, questi sono affari che non ti riguardano- sbottai infastidita. -Perché non rispondi alle mie domande?-
-Sono un po' chiuso- sorrise.
-Mi sembri un tipo che ama chiacchierare- dissi incrociando le braccia.
-Un tipo che ama chiacchierare ma con determinate persone. Un tipo riservato- concluse lui.
-Un tipo riservato eh?-
-Non mi credi?- la sua bocca si contornò da un ghigno.
-Un tipo con la pelle tatuata e dei dilatori non mi pare un tipo che non ha niente da dire.  Ah non dimentichiamoci dei pearcing- mi fissò a lungo e poi parlò.
-Prendila così, ho molto da dire ma non so come farlo, come ogni ragazzaccio tatuato. Pensi che siccome ho l'aspetto da cattivo ragazzo vuol dire che devo essere uno snob popolare che ama vantarsi della sua vita?-
-No, dico che non mi sembri un gattino indifeso-
-Neanche tu sembravi così spavalda prima di questa conversazione- si avvicinò -Diventi molto carina quando ti arrabbi. -
-Frena l'entusiasmo, ci conosciamo appena- dissi cercando di allonanarmi.
-Davvero?- chiese sfiorandomi il braccio. Fui stordita da una sensazione di dejavu.
Mi spostai e lo guardai di sottecchi.
-Ci siamo già visti vero?-
-Mmm...in un certo senso ci siamo scontrati-
-Quando?-
-...mi pare che c'è qualcuno che ti cerca- disse e io mi girai.
Vidi in lontananza Olly correre verso di me.
Le sorrisi e la salutai con la mano aspettando che mi raggiungesse.
-Eccoti finalmente,  perché non rispondi al telefono? È da 5 minuti che ti chiamiamo- disse appena arrivata.
-Non l'ho sentito, scusa mi ero fermata a chiacchierare con lui- mi girai verso il ragazzo tatuato.
-Con chi?- chiese Olly.
Dietro di me non c'era nessuno.
-Ma...c'era un ragazzo proprio qui, poco fa-
-Ne sei sicura? -
-Ma mi prendi per una svampita con le visioni?-
-No- rise -dico solo che...- la frenai con un gesto netto della mano.
-Lascia stare, andiamo a casa, dai-
-Va bene piccola gravida- mi abbracciò -Sono così felice che tu sia qui-
-Sono così felice di essere qui- le dissi sorridendo. Mi girai verso la direzione del ragazzo ma ancora una volta non c'era nessuno, guardai Olly e abbracciate e sorridenti tornammo a casa mia.

La serata passò tra chiacchiere, Gossip girl, scherzi telefonici e tante, tante schifezza da mangiare.
Ci addormentammo tutti raggomitolate nonostante fuori si morisse di caldo.

Un nervoso prurito disturbava il mio sonno leggero.
Un improvviso schiocco e la sensazione di sporcizia mi obbligò ad aprire gli occhi.
La prima cosa che vidi furono le mie amiche che se la ridevano allegramente con in mano una bomboletta di panna e la piuma del cuscino tra le dita. Guardai con orrore le mie mani e le trovai piene di panna.
-Ma siete stupide?- gridai facendole ridere di più.
-Sei ridicolissima- disse Olly.
-Dai Lusy fai "ciiiss"- Emily. Un'improvviso flash mi stordì.
-Ma che ore sono?-
-Le 10 del mattino pigrona, meglio alzare il tuo bel culetto e darti una bella mossa-
-Perchè dovrei farlo?- dissi leccandomi la panna dalle dita.
-Perchè si fa shopping selvaggio!!-
-Oh, va bene-
-Un'altra cosa...- disse Olly.
-Cosa c'è? -
-AUGURIIIIIII- gridarono entusiaste gettandomisi addosso.
Era il mio compleanno,  l'avevo dimenticato.
-E fu così che il 18 Agosto, giorno del ventunesimo compleanno di Luisana Brown...la festeggiata si ritrovò con una barba fatta di panna- Emily
-Stai invecchiando davvero-
-Ah Ah Ah- risi ironica. -Vado a farmi la doccia-
-Corri, ti aspetta un compleanno da paura- sorrisi e corsi in bagno.

Un amore matematicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora