Il mio aereo si adagiò nel familiare aeroporto californiano alle 13:15.
Avevo passato il viaggio a torturarmi le mani dal nervoso e a leggere un libro di cui la storia alla fine, non l'avevo ancora ben capita. L'ansia mi perseguitava ma, non potevo di certo tornare indietro. Dovevo arrivare a casa e raccontare l'evidenza, sotto gli occhi sconvolti dei miei familiari. Sofia, Jeck e Tod erano rimasti in Grecia e già mi mancavano, non avere la mia migliore amica, il mio migliore amico e mio cugino con me in questo momento importante della mia vita mi rendeva debole. Sopratutto dopo che avevamo condiviso così tanto. Fortunatamente avevo detto l'orario d'arrivo solo alle mie altre due migliori amiche, Emily e Olly.
Preferivo farmi vedere con una pancia raddoppiata da loro e non fare scenate con i miei davanti a tutti. Uscii fuori dalla tasca il telefono e lo accesi. 4 chiamate perse. Due da mia madre, una da Sofia e una da Olly.
Tre messaggi.
Da:Mamma
"A che ora arrivi tesoro?"
Da:Sofia
"Sei arrivata? Tutto bene? Quando arrivi chiamaci, siamo in pensiero"
Da:Olly
Io e Emily arriviamo in aeroporto per le 13 meno qualcosa. Ti aspettiamo davanti alla macchinetta delle merendine. Non vediamo l'ora :)"Sorrisi nel leggere il messaggio della mia amica, e dopo aver recuperato le mie valigie mi incamminai verso la fatidica macchinetta. Mi fermai una volta avendole individuate. Erano tali e quali, forse un pochino più alte. Olly giovaca al telefono e Emily, annoiata, dava dei pugnetti alla macchinetta. Ad un certo punto si fece male e ritrasse la mano. Fu allora che mi vide e lanciò un mezzo strillo che attirò l'attenzione di Olly. Feci un sorriso splendente e loro mi vennero in contro correndo.
Una volta raggiunte mi stritolarono in un abbraccio e mi lasciarono solo dopo 2 o 3 minuti con le lacrime a gli occhi.
-Oh mio Dio, ma guardati- disse Emily.
-Sei stupenda- continuò Olly.
-E voi? Vi siete viste? Sempre uno schianto!-
-E cosa abbiamo qui? Certo che hai ingoiato un melone-Emily
-Mmm...non sei la prima a farmi questa battuta- risi.
-È davvero stupendo Lusy. Vedendoti con la pancia realizzo di più la cosa. Non ci credo, tu mamma, tu con questa pancia- Olly
-Lo so, te ne farai una ragione prima o poi- dissi scherzando.
-Quindi ci sei solo tu? La S delle ragazze sole ha preferito mettete radici nella città dell'amore?- Emily
-Città dell'amore? Non era Parigi quella?- Olly.
-Vabbè è uguale- tagliò corto lei.
-Sofia, ha deciso di restare in Grecia. Ha finalmente un intimo rapporto con Tod e sa tenergli testa senza sbavargli dietro. In più ha trovato un lavoro e ha preferito restare. Io...avevo troppi conti in sospeso qui in California.-
-È arrivato il momento allora...la verità salterà a galla- Olly
-A quanto pare si- dissi dandomi coraggio. -Allora? Vogliamo andare?- dissi prendendo le valigie sorridente.
-Oh nonononono- disse affiancandomi -queste qui le prendo io. La mammina non può fare sforzi- Olly prese la valigia.
-Ma che sarà mai?-
-Assolutamente no- disse Emily prendendo l'altra. -Su andiamo.-
Ci incamminammo verso l'auto di Emily e arrivammo a casa di Olly. Parlando un po' avevamo deciso che sarebbe stato meglio farmi una doccia, prepararmi psicologicamente e preparare un discorso per bene, prima di parlare con la mia famiglia che mi attendeva felice a casa.
Casa di Olly era un ottimo posto per farlo. I suoi non c'erano e avremmo avuto tutta la privacy di cui avevamo bisogno.
Mi spogliai e mi feci una doccia rilassante. Una volta uscita dalla doccia mi asciugai capelli e li lasciai mossi. Misi un vestitino rosa che essendo abbastanza stretto faceva risultare molto la mia pancia e la faceva sembrare quasi più grande. Una volta preparata, mi sdraiai stanca sul divanetto di pelle e cominciai a divorare le patatine.
-Allora, vuoi andare adesso dai tuoi?-Olly.
-Penso sia arrivato il momento-
-Sai già cosa dire?- Emily.
-Penso che solo guardandomi intuiranno la situazione-
-Beh diciamo che il frugoletto è abbastanza evidente- sorrise Emily.
-Vuoi che ti accompagniamo?- chiese Olly avvicinandosi a me.
-Lo fareste davvero?-
-Ma è ovvio-
-Oh...io...- le lacrime mi scesero senza che riuscissi a trattenerle. -Voi non avete idea di ciò che significhi per me tutto questo-
Le due si guardarono confuse.
-Non...non è niente Lusy- disse Emily prendendo un fazzoletto e asciugandomi le lacrime. -A cosa servono le amiche?-
Singhiozzai. -Ma è normale questa cosa?- sussurrò Emily a Olly che rise divertita.
-Si, credo siano gli ormoni-
-Oh tesoro calmati- mi abbrocciò Emily.
STAI LEGGENDO
Un amore matematico
RomanceLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...