I raggi di sole mi illuminarono il viso e costrinsero ad aprire gli occhi. Mi diedi un momento per valutare cosa fosse successo. Ero in una camera che non era la mia, di mattina, con Noah e sopratutto...senza niente addosso.
Le immagini della notte precedente mi balenarono nella mente facendomi spuntare un sorriso da ebete. La mia prima volta. Con Noah.
Guardai l'ora 10:45, per essere una domenica non era poi così tardi.
Decisi di alzarmi e andare in bagno a darmi una sciacquata ma non appena misi i piedi fuori dal letto, due braccia mi agguantarono per la vita e mi trascinarono ancora una volta sul letto.
-Cosa fai?- mi chiese il mio ragazzo sorridendomi ancora con gli occhi chiusi.
-Stavo andando in bagno- dissi non riuscendo a smettere di sorridere.
-No, mi stavi lasciando solo. Ti sembrano modi?-
-Oh, allora scusa.- finalmente aprì gli occhi. Il verde era ancora più intenso...o forse ero io a vederlo così.
-Buongiorno- dissi ammirandolo. Era bellissimo, capelli scompigliati, la faccia assonnata ma gli occhi vispi.
-Buongiorno a te- sorrise e mi baciò.
-Tutto bene?- chiese.
-Si, a te?- chiesi io, insicura
-A meraviglia- sorridemmo e io mi acoccolai sulla sua spalla.
-Allora...- proseguì lui. -Cosa ne...ne pensi, cioè com'è stato? - non l'avevo mai visto così in imbarazzo. Si grattava la testa e parlava con una voce velata dall'insicurezza.
-Ehm...è stato ok- dissi riflettendoci.
-Ok?- alzò un sopracciglio. -solo ok?-
-Con ok non intendo ok normale, ma ok buono, molto molto buono. Immaginavo fosse qualcosa di fastidioso, doloroso o via dicendo. Non è andata affatto così, anzi...- sorrisi.
-Oh...bene- rise - Perché anche per me è stato...ok-
-Ok come?- lo guardai
-Ok buono, ok... distinto! -
-Distinto? -
-Distinto da come lo immaginavo. È stato il nostro momento distinto.-
-Distinto! Mi piace distinto, il nostro momento distinto-
-Già, come nei film...i migliori film- rise e io con lui.
-Abbiamo il pranzo domenicale con i miei oggi- dissi dopo un po'.
-Ah giusto. Andiamo a comprare dei dolci? -
-Va bene, ma così la vizi troppo la mia famiglia-
-È appunto la tua famiglia, voglio fare bella impressione-
-L'hai già fatta-
-Con tuo padre no-
-Ma lui è scorbutico con qualsiasi essere machile che osi parlarmi, figurati con te.-
-Cambierà idea prima o poi.-
Dopo un po' fummo costretti ad alzarci definitivamente dal letto.
Ci preparammo, io mi rimisi i miei vestiti e lui invece si cambiò.
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Un amore matematico
Roman d'amourLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...