Una settimana dopo mi fu permesso di tornare a casa mia.
Iniziava così il mio primo giorno da madre non più rinchiusa in quel pauroso ospedale.
Misi una maglia, dei legghins e una giacca di jeans e presi per mano la culletta portatile di Grace.
Noah ci aspettava in macchina.
-Pronta? - mi chiese Sofia aggiustandosi nervosamente i capelli.
-Assolutamente- le dissi sicura. -Tu piuttosto come stai? Ti vedo strana da un po' di giorni-
-Tutto okay- tagliò corto con un sorrisino e scappò fuori dalla sala.
Sbuffai e la seguii fuori dall'ospedale. Ci avrei indagato su più tardi, Grace aveva pianto spesso durante la notte e ammetto di aver passato più del tempo previsto a guardarla dormire, ero esausta. Dicesi "amore materno".
Mi imbattei in Noah.
-C-che stavate facendo? - chiese squadrandoci e alzando un sopracciglio.
-Venivamo in macchina-
-Come? La macchina è dall'altro lato della strada- disse come fosse una tragedia.
-E il problema sarebbe....-
-Come, Lusy? Grace ha una settimana di vita, non possiamo metterla a rischio, fuori fa freddo-
-Ma...è coperta-Era coperta, ci avevo messo mezz'ora per scegliere cosa metterle. La osservò.
-Non abbastanza-
-Naoh, è coperta!- sbuffò.
-Allora fammi avvicinare la macchina alla porta dell'ospedale e poi entrate-.
-E va bene- lo accontentai.
Sorrise e uscì fuori.
-Diciamo che l'effetto papà è stato immediato- disse Sofia.
-Anche troppo- scherzai.Aprimmo la porta di casa e trovammo la sala piena di palloncini e decorazioni varie. Un enorme striscione rosa con su scritto "BENVENUTA GRACE" attirava l'attenzione di chi entrava.
Mi vennero le lacrime agli occhi.
-Oh mio Dio- dissi sul punto di piangere.
Mia madre mi raggiunse con uno sguardo spaventato.
-Che succede piccola?-
- Non ti è piaciuta la sorpresa?- chiese la mia cuginetta.
-No, non si tratta di questo- sorrise Noah. -Sono gli ormoni-
-Gli or...che?-
-Lo capirai da grande- disse mia zia accarezzandole i capelli.
-Andiamo a lasciare Grace nella sua nuova cameretta?- chiese mio fratello.
Sorrisi.Dopo un'ora ci ritrovammo tutti in sala a chiacchierare.
Io avevo in braccio Grace che dormiva e Noah le accarezzava la testolina piena di capelli.
Stavamo parlando del parto quando...
-Ehi che intendi fare?- disse Noah a suo padre.
-Come figliolo?-
-Posa quel pacchetto di sigarette! C'è tua nipote in stanza-
-Noah...va bene il tuo giusto interessamento a tua figlia, ma...-
-Ma nulla, voglio essere un buon padre. Come non lo sono stato per Tommy e tu non lo sei stato per me-
Nella stanza calò il silenzio.
-Porto Grace in stanza- disse Noah prendendo dolcemente nostra figlia dalle mie braccia.
Lo seguii.Lo trovai seduto sul mio letto mentre coccolava Grace con un sorriso spento.
-Naoh...- sussurai sul luscio della porta.
-La metto a nanna e arrivo- disse con voce roca senza girarsi.
Mi avvicinai a lui.
-So che hai avuto un'infanzia difficile. Anche io.-
Lui non rispose ma continuò ad ascoltarmi giocando con le manine di Grace. -Tuo padre é stata una figura assente...ma questo non significa che anche tu sarai come lui.-
-Lusy...mio figlio mi conosce per davvero da neanche un anno- sospirò -Ho perso i suoi primi anni di vita e il solo pensiero di perdere anche quelli di Grace mi...distrugge-
-Non sarà così. Sei un papà fantastico, hai più istinto materno di me e tua figlia sarà molto orgogliosa di chiamarti papà un giorno-
Lui mi fece un tenero sorriso. -Lo spero- sussurrò.
Appoggiai la testa sulla sua spalla.
-Noah, abbiamo raggiunto la felicità. Abbiamo una bambina, le nostre famiglie sono felici, i nostri amici anche, perché creare problemi? Tuo padre è davvero pentito-
-Dovrei chiarire?-
-Penso proprio di si- risi. -Dammi Grace e va di là-
Mi guardò negli occhi e si avvicinò a me. Molto.
-Grazie... ci sei sempre per me-
-B-beh...anche tu- ballettai confusa dalla vicinanza.
-Abbiamo quasi raggiunto la felicità...ci manca davvero poco...- sussurrò a un centimetro da me, quando...
-RAGAZZI, I PARENTI DI NOAH STANNO ANDANDO VIA- gridò mia madre.
Mi allontanai da lui. -Coraggio, vai. Va a chiarire- lui annuì e scese giù. Quando la porta fu chiusa,potetti finalmente respirare.
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Un amore matematico
RomanceLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...