#Dedico questo capitolo a Laura e Chiara che mi sostengono da sempre per la storia e per i loro commenti che non mancano mai e a tutte le povere cristiane che sopportano me e le mie idee, la mia pazza storia, i ritardi dei capitoli e che mi danno tanto affetto, questo capitolo è per tutte voi♡
Tre mesi dopo...
La luce del sole mi illuminò il volto e mi svegliai dalla mia dormita rinvigorente.
Sbattei le palpebre infastidita e sbadigliai stiracchiandomi. "Che un nuovo giorno abbia inizio."
Spostai il lenzuolo e mi misi le ciabbatte ai piedi. Mi specchiai...le unghie lunghe mi avevano graffiato nuovamente il viso. Sbuffai.
Andai passivamente in cucina e presi i cereali dal cassetto in alto, pronta per un'abbondante colazione. L'unico rumore percepibile nella camera era quello dei miei braccialetti che tintinnavano ad ogni mio movimento. Mmm...strano. Festa a sorpresa? Era il mio compleanno? No, mancava ancora una settimana o poco meno. Lasciai correre e apparecchiai la tavola per la colazione. Due braccia mi cinsero i fianchi da dietro mentre scaldavo il latte.-Buongiorno principessa-
Sussaltai.
-Jeck, sei tu! Mi hai spaventata-
-Chi doveva essere? Un ladro?- rise.
-Non lo so, ero distratta, pensavo-
-A cosa?- chiese prendendo un cuicchiaino e mangiando la nutella direttamente dal barattolo.
-A niente, sciocchezze. Dove sono gli altri?-
-Sono andati a correre, si sono alzati alle 8-
-E che ore sono ora?-
-Le 9 e qualcosa-
-Arriveranno tra poco. ..affamati da morire-
Sorrise. -Hai notato quanto tempo passano insieme ultimamente? -
-Si...Sofia ha sempre avuto una cotta per lui e...magari ora Tod ha messo la testa apposto e ha deciso di innamorarsi di qualcuna che lo possa amare davvero come merita-
-Voi ragazze correte così tanto?- alzai un sopracciglio. -Insomma, passano tanto tempo insieme ma non è detto che siano prosperi al fidanzamento e ai fior d'arancio. -
-Sei così poco romantico! - mi lamentai -Immagina un po', sogna-
-Sognare Sofia? È già troppo sopportarla nella vita reale-
-Chissà perché immagino parliate di me-disse la mia migliore amica entrando dalla porta seguita da Tod.
-Nooo, cosa te lo fa pensare? - disse sarcastico Jeck. Lei rispose con una linguaccia e venne ad abbracciarmi.
-Ciao mammina, come andiamo?-
-Tutto bene...ho fame e sto preparando la colazione. Anche per voi ovviamente-
-Che cuginetta buona e intuitiva. Ottima donna di casa- Tod.
-Jeck, che schifo, non puoi mettere in bocca il cucchiaino e rimetterlo nella nutella per prenderne un'alta cucchiaiata!-
-E come faccio? Cambio cucchiaino ogni volta che voglio prendere una cucchiaiata?-
-Esiste la parola cucchiaiata?- Tod.
Alzai le spalle.
-Jeck ora quella nutella è infetta dei tuoi germi e puoi mangiarla solo tu-
-Tanto meglio! - disse lui a bocca piena.
-Su, su, da bravi, a tavola!- gli incitai.
Cominciammo la giornata con una colazione movimentata e piena di litigi e scherzi come a nostro solito.Oh cavolo ma devo ancora raccontare tutto ciò che successe in quei mesi.
Allora, alla fine rimasi in Grecia. Non fu un trasferimento, ma diciamo che ci misi più del dovuto a riflettere e ancora in quel periodo...ero confusa più di prima.
Partiamo di me, ero sempre uguale apparte la forma di mezza palla che aveva la mia pancia. Ero al 4 mese e si notava... anche parecchio. Non avevo ancora rivelato a nessuno della gravidanza, beh apparte alle mie amiche. Piansero in webcam...minacciarono di uccidere Noah e mi spedirono ogni settimana un oggettino per neonati. Si facevano chiamare le zie e io le adoravo. I terribili sintomi da gravidanza erano finiti, apparte la fame e il fastidiosissimo dolore alla schiena. Per il resto ero rimasta sempre uguale.
Tod lavorava come barista e bagnino in spiaggia e si preparava per l'università che sarebbe iniziata a breve. Dopo Ashley aveva frequentato solo un'altra ragazza conosciuta in spiaggia. Durò una settimana o poco più...quando Sofia lo venne a sapere la ragazza misteriosamente non si fece più sentire. Volete la verità? Ancora oggi non so che fine abbia fatto.
Fatto sta che Tod si concentrò esclusivamente sul lavoro e sullo studio e il suo tempo lo passava con noi, sopratutto con Sofia. Avevano stretto una bella amicizia e la mia migliore amica sperava in un passo successivo.
Sofia si era tagliata i capelli...un po' più scalati e con la frangetta. Era una bomba. Aveva aperto con me un negozietto sotto casa di vestiti, lei disegnava e io ero una specie di commessa, ce la cavavamo e i profitti andavano bene. Alcune volte ci aiutava Tecla una nostra vicina di casa, 20 anni, rossa, bassina e molto simpatica. Avevamo stretto subito amicizia ed era stata entusiasta di aiutarci. In quei giorni era andata in vacanza con i suoi e ci occupavamo noi del negozio. Inoltre la rossa mangiava con gli occhi Jeck...ma il biondo era fin troppo cieco per notarlo.
Un certo Oliver, uomo ricco, una decina di anni più di Sofia, si era invaghito della mia migliore amica. Le mandava spesso fiori a casa e ci veniva a trovare al negozio quando poteva. Non mi piaceva. Sofia era lusingata, ma aveva occhi solo per Tod...al quanto gelosetto della situazione, ma non lo dava a vedere.
Jeck aveva lavorato come barista con Tod ma dopo un mese aveva lasciato perdere. Stava frequentando un corso di fotografia e spesso alcune sue foto venivano pubblicate su dei giornalini venduti in edicola. Diceva di aver trovato la sua strada e che a poco l'avrebbero chiamato per qualche servizio più importante. Lo speravo per lui.
Io e i miei due migliori amici avevamo finito la scuola e avevamo ancora due settimane per dare la conferma alla vecchia scuola californiana o a quella greca per il nuovo anno. E si, stavamo prendendo in considerazione di tornare a casa. Non ero ancora del tutto sicura. Tornare in California voleva dire affrontare i miei e dire la verità nuda e cruda...anche se solo guardandomi e guardando la mia pancia dilatata avrebbero capito tutto. Voleva dire inoltre, rivedere Noah dopo 3 lunghi mesi di silenzio. Magari aspettava una risposta che io ancora non avevo, o magari ci aveva dimenticati.
Non lo sentivo da quel giorno in aeroporto. Il mio telefono era andato distrutto in un giorno di maggio...una brutta litigata con Jeck mi aveva portata a tirarglielo contro. Ho sempre avuto una pessima mira... il mio telefono finì nell'acqua salata...e con lui tutta la mia vita.
Comprai un telefono nuovo, recuperai tutti i dati e i numeri, avvisai tutti i miei amici e parenti e diedi il mio nuovo numero...a Noah no. Mi avrebbe fatto bene non sentirlo per un po'.
Avevo passato tutto il tempo da sola per riflettere ma ero ancora insicura. Avevo pensato che per mio figlio volevo il meglio...negargli il suo papà solo per il mio stupido orgoglio sarebbe stato egoista. Avrebbe avuto due genitori separati e Noah non avrebbe avuto più a che fare con me. Lui sarebbe stato il padre di mio figlio e io sarei stata la madre di suo figlio. Niente di più. Il suo lavoro come professore doveva terminare a giugno, eravamo ad agosto, quindi avrei potuto benissimo studiare senza averlo intorno a me. Da quel momento in poi sarebbe stato questo il nostro rapporto. Ma nonostante questa convinzione...ero ancora incerta. La paura mi divorava e mi bloccava e mai in vita mia avevo avuto la mente così annebbiata e piena di pensieri e domande allo stesso tempo.
Cosa sapevano i miei di me? Nulla di chè. Mi ero trovata bene in Grecia, un buon lavoro, nuovi amici e molto relax. Avevo promesso ti tonare presto...un presto che ancora dovevo identificare.
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Un amore matematico
RomanceLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...