La porta sbattè improvvisamente e lui mi prese per il braccio e mi alzò spostandomi accanto al muro.
-Lasciami stare maniaco!-
-Sta zitta!- e a quel punto la sentii...puzza di alcol. Non sapevo se fosse così di natura o fosse l'alcol a parlare per lui, ma di certo...non sarebbe finita bene, almeno per uno dei due.
-Non ti muovere, metto un secchio alla porta per non farci disturbare. Se ti sposti ti picchio a sangue.- annuii con gli occhi dilatati dalla paura.
Mentre si girava e cercava un secchio e una scopa per bloccare la porta, io presi il telefono e andai subito ai messaggi...non c'era tempo per una chiamata.
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Feci in tempo a mandare il messaggio, perché un istante dopo lui si girò.
Non ero riuscita a rimettere il telefono in tasca ed era in bilico tra la mia schiena e il muro.-Bene, hai fatto la brava.- venne verso di me.
-Come ti chiami?-disse. Negai con la testa e l'abbassai.
-Ho detto come ti chiami ragazzina!-sbraitò. Dove sei Noah?! Ho bisogno di te!
-...Janette- mentii.
-Janette?-
-Ehm...si-
-Bene, piacere, Lou...- si fermò, come paralizzato - Ash- si corresse e mi accarezzò la guancia.
-Sicuro? non sembri convinto-
-Si Janette, lo sono-
-Ti prego, ora lasciami stare- cambiai discorso non riuscendo a reggere il suo sguardo.
-Pensi che ti lasci stare così facilmente? - si avvicinò per baciarmi ma lo bloccò il suono del mio telefono.
-Dammi il telefono!-
-No, non rispondo ma lascialo stare!-
-Dammi quello stupido telefono!- lo presi con la mano tremante da dietro la schiena e piangendo glielo porsi.
-Che ci faceva lì? Volevi scappare Jane?-
Guardò lo schermo del telefono e fece un ghigno cattivo. Lo girò verso di me e riuscii a stento tra le lacrime a riconoscere la scritta "Amore <3" e a vedere la foto di Noah scattata da me al mare.
-È il tuo fidanzato?- annuii
-Beh, lasciamolo perdere per un po', che dici?- spense il telefono e lo buttò da qualche parte dietro di noi. Mi ribellai.
-Ehi! Quel telefono costa tantissimo! -dissi arrabbiata tra le lacrime.
-Cosa c'entra ora?- mi guardò per un momento confuso.
-Mio padre ha fatto dei sacrifici per comprarmelo e non lascerò che un alcolizzato perdi tempo come te me lo rompa. Lì dentro ho musica, messaggi vecchi, screen dolci, foto sciocche, libri e numeri. Non ci vivo senza il mio telefono- lo spinsi a terra arrabbiata.
-Che cavolo hai fatto?- si rialzò mentre io correvo verso la porta ma non appena la raggiunsi e tentai di forzarla, lo trovai dietro di me. Mi tirò i capelli e mi riportò accanto al muro con la forza.
Sarebbe ASSOLUTAMENTE finita male.
POV'S NOAH
Messaggio da: Mia <3
"Pub "The Music", AIUTO!"
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Un amore matematico
RomanceLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...