Non so quanto tempo passò da quando io e Noah cominciammo a baciarci, avevo chiaramente perso la condizione del tempo. Lui semplicemente mi teneva stretta a sè, cingendomi i fianchi, mentre io poggiavo delicatamente le mani sulle sue spalle.
Dopo un po' lo sentii allontanarsi da me.
Mi guardò e mi sorrise. Io ricambiai il sorriso ancora confusa dal bacio.
Bacio...cavolo avevo baciato Noah...come avrei potuto guardarlo in faccia da ora in poi? Feci per allontanarmi ma lui mi prese per il braccio.
-Lusy no, aspetta-
-Lasciami andare Noah-dissi cercando di mollare la sua presa
-Non se ne parla neanche-
-Ti prego lasciami - cominciai a piangere e lui sbiancò
-Lusy...no ti prego...non piangere-mi strinse in un abbraccio.
Io a mia volta mi strinsi a lui e cominciai a piangere, liberandomi da tutti i miei problemi.
-Perchè. ..perchè l'hai fatto Noah?- chiesi qualche minuto dopo allontanandomi da lui quel che serviva per guardarlo dritto negli occhi.
-Io...non lo so. Sentivo il bisogno di farlo. - disse guardandomi. Guardandolo negli occhi capii che mi diceva la verità. -Sono giorni che non faccio che pensarti. Tu...tu mi hai raccontato la tua vita. Io ti ho raccontato la mia. Raccontare la mia vita per me è davvero importante. Nessuno apparte i miei la conosce...neanche i miei amici più cari. -disse abbassando la testa -Io ti ho spiata mentre leggevi, sono arrivato alla tua scuderia due volte in queste settimane solo per vederti spazzolare i cavalli da lontano, anche sotto la pioggia. Ho continuato a leggere quel romanzo che alla fine non mi piaceva neanche tanto, solo perché sapevo che a te piace, volevo leggerlo e pensare che anche tu l'avessi fatto. Ho corretto le verifiche con due giorni di ritardo perché in classe a ricreazione non facevo che guardarti e a casa non facevo che pensare a te che piangevi e ti confidavi con me come non avevi mai fatto. Hai torturato i miei pensieri per giorni e io non so neanche il perché, ma in questo momento sei la persona che sento più vicina sulla faccia della terra.-
Allora...non ero l'unica. Forse anche io piacevo a Noah, o almeno mi voleva bene...troppo bene.
-Anche io. Anche io ti ho pensato molto. Credo di averti anche sognato l'altra sera. Non so cosa pensare, non so cosa provo... so solo che sei qualcuno a cui tengo molto...molto, molto.-
Lui mi sorrise. Un sorriso bellissimo e contagioso, un sorriso a 32 denti.
-Credo tu mi piaccia- disse ed il mio sorriso svanì.
-Io ho 20 anni Noah e sono una tua studentessa-
-Lo so, ma a questo non posso farci nulla- si avvicinò ancora a me.
-Noah basta, smettila di avvicinarti non capisci che mi fai male così? -
-È l'ultima cosa che voglio...farti del male. Ma tu mi piaci Lulù...-
-Anche tu...credo. Ma è una cosa impossibile.-
-Nulla è impossibile! Io sono solo un tuo supplente, sono momentaneo. Fino all'ultimo anno cambierete supplente tantissime volte e io magari verrò anche trasferito in un'altra scuola.-
-Ma...-
-Ma niente Lusy. Cosa sono qualche anno di differenza? Andiamo d'accordo, ci confidiamo e stiamo bene insieme. Per ciò che mi è successo ho perso molti anni della mia adolescenza, della mia infanzia. Mentalmente siamo coetanei.
STAI LEGGENDO
Un amore matematico
RomanceLuisana Brown, studentessa californiana, 20 anni. Noah Jefferson, supplente di matematica, 28 anni. I due avranno subito uno splendido rapporto, ben diverso da quello tra un professore e un'alunna. La differenza di età e il dovere di prof e alunna r...