Capitolo 25

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Sto correndo, non so dove di preciso ma ho bisogno di evadere dalla realtà.

 Dopo avermi congedata, la dottoressa Tsunade mi ha permesso di ritornare a casa.

La pioggia rischia più volte di farmi scivolare, ma non mi importa, niente mi importa in questo momento.

Mi sento vuota, prosciugata.

Se la colpa non è mia...se noi medici non siamo onnipotenti, come potrò evitare che la gente muoia?

Svegliati, è solo un incubo, svegliati.

Medico. Guerra. militare. Morte. Ragazza. Lacrime. Dolore.

Sono queste le parole che la mia mente non fa che ripetermi.

Anni e anni a studiare per poi? Lasciare che le persone muoiano senza poter far nulla perché "non siamo onnipotenti"? decisamente no.

Si può sempre far qualcosa davanti al dolore, non possiamo essere impotenti.

Mi fermo solo quando mi trovo davanti alla porta di casa sua, ma poi ci ripenso.

Merda, non è qui, è da Naruto.

Ho bisogno di vederlo, di assicurarmi che stia bene.

Non deve parlarmi, non deve fare nulla.

Voglio solo vederlo, una sola volta.

Le lacrime di quella ragazza sembrano così simili alle mie future, quando lui se ne andrà via da me, un'altra volta.

riprendo la mia corsa contro il tempo.

Casa di Naruto è vicino al mio appartamento.

Devo correre, non c'è tempo da perdere.

Mentre corro però, sono costretta a fermarmi, di nuovo.

Seppur io lo veda, cosa cambierebbe? Non farei che stare peggio.

Cerco di chiamare Naruto. Lui si che può consolarmi.

Sfilo il telefono dalla borsa e...batteria scarica.

Che ho fatto di male?

riprendo a correre superando il mio appartamento senza nemmeno accorgermene.

aspetta un momento...

ritorno immediatamente indietro.

Una volta arrivata davanti al mio palazzo, mi scivola il borsone dalla spalla quando vedo Sasuke seduto sulle scale, con le mani tra i capelli.

Allora avevo visto bene...Io ti ho cercato per tutta la città e tu eri qui ad aspettarmi?

Non appena sente il rumore causato dal borsone che tocca l'asfalto, alza subito lo sguardo e mi vede.

Ci guardiamo mentre la pioggia continua a battere sui nostri corpi.

Avrei così tante cose da dirti...

Si alza di scatto, raccogliendo il borsone da terra.

Vedo la sua mascella contratta e i pugni serrati.

E' nervoso.

Sento la sua altezza sovrastarmi mentre osservo la visuale che ho di fronte a me, il suo petto, che si alza e si abbassa ritmicamente.

- Guardami per favore-

Sussulto di scatto e faccio ciò che mi ha chiesto.

 i suoi occhi non sono mai stati così smarriti come in questo momento.

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