Dopo un'ora passata a provare di rompere la serratura, ricordandomi carinamente quanto io sia imbranata e che in confronto a me, perfino Naruto sarebbe Einsten, mi ha trascinato per più di un'ora per le strade di Konoha.
Non so dove stiamo andando, sono stanca, mi fa male il braccio visto che mi sta portando a spasso come se fossi un cagnolino, ho freddo.
Per colpa delle manette, non abbiamo potuto indossare i rispettivi giubbini.
All'ennesimo starnuto, Sasuke si gira sbuffando e mi prende la sciarpa che avevo piegato sul braccio destro e me la mette attorno al collo, per poi riprendere a camminare come una furia.
Arrivati davanti ad una villa, inizia a bussare.
Ci apre un ragazzo dagli occhi neri e i capelli del medesimo colore.
Sembra la copia sputata di Sasuke, solo più grande e con i capelli più lunghi.Deve essere il fratello.
Lo vidi una sola volta quando io e Naruto andammo a casa di Sasuke per un progetto di scienze.
Guarda un secondo me e il fratello, ma la sua attenzione viene catturata dalle manette che ci legano.
- Fratellino, non è proprio così che funzionano- lo schernisce il fratello.
Arrossisco visibilmente non appena capisco cosa lui voglia intendere e mi ritrovo ad indietreggiare lentamente, sentendomi in soggezione.
- Non dire una parola-
Detto questo, Sasuke cammina in fretta dentro, spostando il fratello con il braccio sinistro.
Mi ritrovo costretta ad inseguirlo mentre sento le manette infilzarmi le carni.- Mi fai male- mi lamento cercando di fermarlo, ma non mi da retta.
Una volta salite le scale, apre una delle tante porte della casa per poi trascinarmi dentro.
Si siede sul letto portandosi entrambe le mani tra i capelli, esasperato da questa situazione.
Sono costretta ad avvicinare la mia mano vicino a quei bellissimi e soffici capelli neri.- ma che cazzo...- guarda attentamente il mio polso ormai sanguinante per poi guardarmi negli occhi.
– te l'ho detto che mi stavi facendo male-Mi porta in un grande bagno. Passa delicatamente il pollice sulla ferita e sono costretta a mordermi le labbra per non imprecare per il dolore.
- Ti rimarrà il segno-
Prende una garza e dell'acqua ossigenata.
- Non importa-
- A me si, non volevo farti male-
- Hai fatto di peggio-Sembra un cane bastonato mentre fascia con una mano sola il mio polso.
Decido di dargli una mano.
Quando le nostre dita si sfiorano però, sento una scossa elettrica propagarsi per tutto il corpo.Com'è possibile che sia l'unica a provare tutto questo?
In silenzio, mi lascio condurre nella grande cucina. Capisco al volo cosa lui abbia intenzione di fare.
-Non so cucinare-
- Io si – sbuffa tirando fuori delle verdure dal frigo con il braccio sinistro.
-no, sul serio. Non so nemmeno prepararmi un uovo per paura che l'olio possa scoppiare e ustionarmi-
- mi dispiace per quel pover uomo che un giorno costringerai a sposarti -Mi conduce davanti ad un tagliere e ci guardiamo di scatto.
- Non riusciamo a fare un intervento, figurati tagliare delle verdure con un coltello affilato- sentenzio quando prende il coltello.
Alza gli occhi al cielo – proprio non capisci eh? eppure ti vanti di essere tanto intelligente-Non capisco dove voglia arrivare
– capire cosa? -
- Se riusciamo a fare gesti quotidiani come quello di cucinare ad esempio, si rafforzerà la fiducia. Prima hai sbraitato che sono un maschilista. Ti sto dando fiducia adesso. Io affetto tu reggi e viceversa-detto ciò mi passa un pomodoro.
STAI LEGGENDO
la leggenda del filo rosso
RomanceSasusaku. Sakura's POV avete presente la leggenda del filo rosso? esatto proprio quella cinese diffusa poi in Giappone, quella di quel filo indistruttibile che avrebbe scritto il destino degli amanti. Incontrarsi, perdersi, ritrovarsi per poi sp...