Baci e racconti sotto le lenzuola.-presente-

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Qualcuno bussava alla porta, avrei detto che fosse un pazzo, vista l'ora sull'orologio. Arrancai in pigiama, a piedi nudi e scostai l'uscio. Travis era di fronte a me con l'espressione, probabilmente, più incazzata che gli avessi mai visto.

Mi allontanai dalla porta per lasciarlo entrare nel mio piccolo appartamento. Non sembrava affatto di buon umore.

-Stiamo insieme?-chiese, fermandosi davanti a me al centro del piccolo salottino.

-Come?-

-No, perchè non mi spiego come mai tu non mi dica le cose! Sarah mi ha chiamato perchè ha detto che ti sentiva troppo giù. Quindi ora ti chiedo, perchè non mi hai chiamato?-

Mi morsi il labbro cercando di nascondere il mio imbarazzo. Avrei strozzato volentieri la mia amica in quel momento!!Mi portai una mano alla fronte chiudendo gli occhi. Come avrei fatto a dirglielo?!

-Non è nulla. Davvero. Se fosse stato qualcosa di grave te l'avrei detto.-risposi avvicinandomi a lui di qualche passo, allungando le mani versi di lui.

-Non mi sembra. Sei pallida come un cencio. Hai la febbre?- mi chiese toccandomi la fronte con la mano. L'altro braccio mi girò attorno e mi avvicinò a lui stringendomi per i fianchi. Il calore del suo corpo mi avvolse e mi sentì quasi rigenerata.
Altro che borsa d'acqua calda.
-No no, niente di tutto ciò. Non ti devi preoccupare.-

-Che vuol dire che  non mi devo preoccupare? Se stai male devo essere il primo ad essere chiamato, piccola.-

-Travis...-sospirai, scuotendo la testa e seppellendo la faccia fra il suo collo e la volta barba.

-Francesca?!-

-Ho solo i crampi da ciclo.- ammisi con profonda vergogna. -Mi portano a stare male più del dovuto. Ma davvero...non è nulla di che...-

Le sue mani mi strinsero a sè in  un abbraccio. Sembrava volermi avvolgere tutta nel calore del suo corpo, sembrava volermi spingere in lui. E io adoravo quando lo faceva.

-Hai preso qualcosa?-
Annuì scuotendo la testa contro il suo petto. Volevo sprofondare di vergogna ma al contempo volevo rimanere lì a respirare il suo profumo. Poteva sembrare assurdo, ma era davvero un odore rassicurante.

-Mi spiace essermi arrabbiato. Ma vorrei che fossi tu a parlarmi di queste cose. Sono qui per te...-

-Lo so. Mi dispiace. Ma era troppo imbarazzante per dirlo...-
Le mani tracciarono un piccolo tragitto sulla mia schiena. Fermandosi sui fianchi.

-Bel pigiama.-ridacchiò riferendosi alla grossa felpa gialla e i pantaloni rosa felpati.
-Ah ha..-
Ridacchiò ancora e mi lasciò andare per togliersi la giacca e scalciare le scarpe.

-Cosa fai?-chiesi, guardandolo sfilarsi la doppia maglia e gettarla sul pavimento.

Si voltò verso di me allungando una mano, -Vieni. Andiamo a letto.-

La mia mano si strinse nella sua e camminammo verso la mia camera. Travis era stato nel mio appartamento innumerevoli volte, ma ancora mi stupisco a vederlo a proprio agio; , tirò indietro le lenzuola e poi si sedette sul materasso. Seguì il suo esempio. Feci a tempo a poggiare un ginocchio sul materasso che lui mi strinse a sé. Poco dopo eravamo stesi sotto una marea di coperte, io ero letteralmente spalmata su di lui.

-A cosa pensi?- mormorai stretta sul suo petto, il suo sguardo rimaneva fermo a fissare il soffitto con aria assente e un debole sorrise sulle labbra.
-A noi.-sussurrò.

-A cosa, esattamente?-

-Ti ricordi la cena da The Fare?- mi chiese. Abbassò lo sguardo, poi lo riportò su.- Mi ricordo la maglietta che indossavi. Come portavi i capelli. Ricordo il sorriso che mi hai rivolto.-. Sentì il suo petto muoversi in una risata silenziosa.

-Pensavo non mi avessi nemmeno notata.- mormorai incerta
-Oh, ti ho notato eccome! Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Ricordo che sei rimasta in silenzio per un nel po' durante la serata, avevi spiccicato si e no 3 parole.-

-Ero in imbarazzo.-

-Ricordo le tue guance rosse quando Sarah ti ha chiesto di parlarci del tuo progetto di lavoro. E ho riso tanto quando le hai rivolto quello sguardo omicida.-

-Non volevo fare brutta figura. E lei insisteva per farmi parlare.- cercai di giustificarmi, con poco successo.
-Credo di essere stato attratto da te fin da quando hai aperto bocca. Il suono della sua voce mi attirava e io sono rimasto a fissarti come un idiota. Ma ti avevo già notato, poco dopo aver messo piede nel locale. Non eri vestita agghindata come le altre, ma eri lo stesso bellissima.-

-In realtà sembravi del tutto indifferente.- poggiai le mani sul suo petto e ci poggiai la testa, guardandolo fisso negli occhi.

-L' unica cosa di cui mi pento e di non aver ceduto prima alla voglia che avevo di te.-

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