Passato-la prima colazione a letto

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Le sue dita scivolarono sul mio fianco, tirandomi verso il suo corpo steso sul plaid in mezzo al prato.
Fare un picnic era stata l'idea più geniale che avesse mai avuto.
Tenevo gli occhi chiusi, godendomi la bella giornata e il tocco dolce delle sue labbra.
Sentì il suo respiro sulla pelle prima che sprofondasse il viso nel mio collo e crollasse su di me con un verso di gola.
Le mie dita si intrecciarono fra i suoi capelli lunghi e socchiusi gli occhi all'ombra dell'albero sotto cui eravamo stesi.
-Che succede?- mormorai.
Le mie mani continuavano ad accarezzarlo e ammettevo che mi piaceva sempre di più quell'abbandono che dimostrava nei miei confronti.
-La sola idea di muovermi da qui mi terrorizza. Possiamo dimenticarci di tutto e stare qui per sempre?-
Fui sorpresa da quella frase e un calore si diffuse sul mio cuore al suono di quelle parole.
-Ma...sei reale?-
Chinai lo sguardo in tempo per vedere il suo viso imbarazzato nascondersi contro il mio collo.
Presi un profondo respiro, -Anche io vorrei rimanere qui...per sempre. Ma finiremmo per essere una coppia incivile che fa pipì dietro gli alberi e mangia bacche raccolte da terra...-
Scoppiò a ridere, sollevandosi con un braccio accanto alla mia testa. Incrociò il mio sguardo e qualsiasi cosa vi lesse lo fece tremare e respirare più forte.
Il suo corpo si tese, premendo sul mio. Balzò in piedi tendendomi una mano.
- Cosa?-
Sorrise malizioso. Anche se in fondo leggevo un lieve senso di incertezza. La facciata da duro tremava leggermente. Non era sicuro mentre parlava -Voglio fare l'amore con te. E visto che passeranno ore prima che ti lasci andare, è meglio cercare un letto più comodo ci questo prato erboso.-
Non era una domanda.
Non era una richiesta.
Ma era una dannata urgenza.
Raccolse in fretta le nostre cose, dandomi a malapena il tempo di rimettere le scarpe. La sua camminata era rapida, riuscì a stargli dietro a stento, scivolando sull'erba alta. La sua mano mi teneva il braccio e mi sentivo quasi trascinata.
Ma il tremore che avvertivo, non era affatto dovuto a quello.
Mi sentivo davvero una sporcacciona a pensare che da lì a poco sarei stata a letto con lui. Non riuscivo a fare a meno di pensarlo nudo al mio fianco. Eppure mi bloccava quel senso di inadeguatezza; il mio corpo non era bello, non era perfetto. Avevo solo una vaga idea di come fossero state le sue donne, con lunghe gambe snelle e pelle perfetta.
Ma io non ero così.
Non ero affatto bella, avevo troppa ciccia sui fianchi, sulle gambe, sulle braccia. La mia pancia non sarebbe mai stata piatta, la mia pelle mostrava i segni del peso in eccesso tramite le smagliature. E anche se già le aveva viste, non era detto che non ne fosse disgustato.
Mi bloccai di colpo quando mettemmo piede in casa.
Mi sentivo le guance a fuoco, ma i pensieri trasparivano dalla mia espressione.

-Cosa c'è?-mi chiese, il mio braccio ancora stretto nella sua mano.
Scossi la testa, scuotendo la sua stretta. Volevo scappare da lì.
-Non posso...-
I suoi occhi si aprirono come due piattini di ceramica, mi fissò come se gli avessi tirato un pugno.
-Io non posso stare con te.-

La sua testa si piegò di lato come se non si capacitasse delle mie parole o come se non le capisse.
-Non puoi?- la sua voce  fu un sussurro. -Perchè?-
Sbattei le palpebre scacciando le lacrime. Ero davvero patetica!
-Meglio se vado via.-
Il suo braccio mi avvolse prima che potessi muovermi.
-Francesca, cosa diavolo stai facendo?- parlò accanto al mio orecchio. -Perchè stai scappando?-
-Non posso...-
-Non puoi cosa?-
-Farti vedere...-
Sussultò alle mie spalle, prima che mi voltasse di fronte a lui.
-Non parlare a monosillabi, tesoro. Che cosa non puoi farmi vedere?-

-...non vado bene per te. Non possiamo stare insieme.-
Non riuscita guardarlo negli occhi, le mie spalle tremavano sotto lo sforzo di trattenere lacrime copiose.
-Stai cercando di lasciarmi?- sembrava quasi sconvolto.
-No...non lo so. Forse.-
-Cosa?- l'angolo della sua bocca guizzò divertito, anche se rimaneva estremamente teso. -Devi essere più convincente di così, amore mio.-
Indietreggiai di un passo mentre lui avanzava verso di me. Le mie parole non lo avevano minimamente scalfito. Trattenni il respiro mentre lui si chinava, il corpo entrava in contatto con la parete e mi sentivo andare a fuoco dalla testa i piedi.
-Cosa sta frullando in quella testa?-Il suo viso fu a pochissimi centimetri dal mio. Il suo alito mi sfiorò la bocca. -Cosa è che ti ha fatto cambiare idea?-
-Non posso.-
-Non è una risposta.-mormorò sulle mie labbra, gli occhi tentatori socchiusi.
Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, abbracciarono le mie curve, il suo corpo si scontrò con il mio. Mi sentivo aandare a fuoco dalla testa ai piedi, con il fiato sospeso, bloccato dal suo calore.
-Dimmelo.- ripeté. -Dimmi il motivo per cui non vuoi stare con me.-
-Io...- persi le parole mentre il suo bacio mi rubava fiato e i pensieri più torbidi.
Mi aggrappai a lui con la stessa forza con cui Travis mi strinse in un abbraccio.
Finimmo contro la parete del soggiorno in un groviglio di braccia e mani, ansimanti.
Si staccò dal bacio incastrandomi con i suoi occhi azzurri. Un brivido d'attesa scosse la mia schiena.
-Sei ancora convinta di volermi lasciare?-
Battei gli occhi più volte, le sue mani mi strinsero il viso.
-Sono un abile osservatore. E diavolo! So perché sei così insicura...-
Trattenni il respiro abbassando lo sguardo.
-Eppure, guardami qui. Brucio per te. Mi sento esplodere dall'amore che provo per te. E vorrei solo...- il suo sguardo cadde sulle mie labbra, il resto delle parole non servì.

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