Presente.

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Fu convincente. Con i suoi profondi occhi azzurri e il sorriso malizioso, Travis fu dannatamente convincente.

Riuscimmo a trovare un volo di fortuna, un volo di coincidenza per portarci nella dispersiva campagna in Italia. Fu stressante e faticoso,  organizzare tutto e partire subito.
Il suo entusiasmo colpì il mio cuore, mentre il mio stomaco soffriva una stretta. Tornare a casa era un'emozione, ma non ero certa di cosa avrei scatenato portandolo con me.
All'interno dell'aereo, la testa di Travis si poggiò sulla mia spalla e mentre scattava qualche fotografia, notai la sua serie sullo schermo del piccolo televisore.
-Vikings...- mormorai.
I suoi occhi slittarono per un attimo sull'immagine poi sollevò le spalle mentre scorreva l'intro della serie.

-Sei nervosa?- la sua domanda interruppe il  miotête-à-tête con Ragnar Lothbrok.

-Un po'.-risposi, -Non ho idea di come la prenderanno quando mi vedranno arrivare con te.-

-Vieni qui.- disse. Sollevò il bracciolo e allargò le braccia per farmi spazio sul suo petto. I sedile dell'aereo erano abbastanza capienti da permetterci di rimanere rilassati, quasi stesi su di essi. Mi strinse e accoccolata contro di lui, continuammo a vedere la serie tv.

-Fossi stata lei ti avrei preso a sprangate sui denti.- mormorai lanciandogli uno sguardo. Sullo schermo passò il viso furioso di Lagherta e quello malizioso/scioccato di Ragnar, quando Aslaug arrivò al suo villaggio incinta.Il suo petto si mosse seguendo il ritmo della sua risata, la sua barba folta mi sfiorò il collo e rabbrividì per un momento.

-Avete lo stesso temperamento. Non mi stupisco, sono inevitalmente attratto dalle donne forti.-

Passammo il resto del viaggio scambiandoci poche battute, crogiolandoci nel silenzio dell'aereo e nel leggero rumore del motore e dei pochi sussurri dei passeggeri. I nostri vicini dormivano beatamente, con gli oblò oscurati; ma io e Travis restammo svegli, appisolandoci di tanto in tanto.
Credetti di morire quando ci trovammo in prossimità della casa della mia infanzia, sembrava che nulla fosse cambiato, il verde del paesaggio, il cielo azzurrissimo e l'odore pulito che solo la campagna italiana poteva donare. Il viso sorpreso di Travis mi sembrò confermare che anche lui non si aspettava nulla del genere. La sua mano fu stretta nella mia appena scesi dall'auto, dopo il piccolo percorso aeroporto-paesino perduto.
Il piccolo cortile di casa con i numerosi ciottoli, la casa ancora dipinta di uno strano giallo lavato, l'orticello con gli scalini e le piantine di pomodoro da cui stavano crescendo i nuovi frutti ci diedero il benvenuto. Provai una stretta al cuore: mi era mancato questo posto.

Travis mi strinse con calma la mano e sorrise apertamente mentre mi incamminavo verso casa. Non ero certa della reazione che avrebbe suscitato la sua presenza, nè la mia visto che non avevo avvisato.

I passi sugli scalini di pietra accennarono al nostro arrivo, sentì mia madre borbottare mentre con passi veloci correva ad aprire all'intruso.

La sua espressione fu ecclatante: un misto di sorpresa, gioia e tristezza. Gli occhi della mia cara mamma scivolarono sul mio viso, poi sul resto del mio corpo come se sitrattasse di un sogno. Feci la stessa cosa. I capelli neri appena ingrigiti sulle tempie raccolti in un chignon, i vestiti larghi e comodi di un colore scuro, il viso presentava le rughe dell'età che avanzava, ma era sempre bellissima.
-Ciao mamma!- Le mie braccia l'avvolsero in un abbraccio mentre con occhi lucidi parlottava in uno stretto dialetto. -Oh mio Dio! Che ci fai qui?! Perchè non hai avvisato?- Sorrisi, stringendola ancora e crogiolandomi in quell'abbraccio.
-Abbiamo preso un volo all'ultimo momento...-
-Abbiamo?-

Mi scansai, muovendomi di un passo e mostrando la presenza dell'uomo accanto a me che fino a poco prima non aveva notato e che era rimasto in disparte a fissarci con sguardo divertito.

Travis sorrise avanzando di un passo, allungò una mano verso la donna bassa e attonita, con gli occhi neri sbarrati dall' sorpresa.
-Lui è Travis, mamma.-
La mano di mamma si strinse attorno alla sua, ma sul suo viso non spariva affatto la sorpresa.
un piacere conoscerla, signora.-con il suo italiano sdentato, Travis era l'immagine perfetta di uomo che aveva studiato poche frasi in un periodo limitato.
-Che mi venga un colpo!- rispose lei, scansandosi sull'uscio e facendoci entrare in casa.
sia Travis afferrandogli la mano. Appena varcata la soglia un delizioso aroma di buona cucina mi invase le narici.
Travis fece scorrere lo sguardo lungo le pareti fresche di casa, poi fino alla piccola cucina di legno scuro. Sorrise con gratitudine alla bevanda gialla e piena di bollicine che mia madre gli porse.
Il suo viso fu attraversato da un forte cambiamento. Le sue pupille si dilatarono mentre assaggiava per la prima volta la cedrata.

Mi voltai verso di lei con un sorriso, prima di porre la mia domanda fatale.

-Papà, dov'è?-

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