Tappeto dei sogni- presente

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-Questo magari non ha molto senso per te. Ma è in questo giardino che mi rifugiavo da piccola, era il mio posto preferito, fra gli aranci di papà.- mormorai mentre camminavamo a passi lenti fra gli arbusti profumati. -Quella lì è la struttura che ospita i limoni. Non ho mai capito molto della loro coltura me è fantastico da vedere.- indicai una struttura senza tetto con travi sporgenti di legno, da cui spiccavano foglie verdi brillanti. La mia mano stretta fra la sua, il dolce fruscio del vento fra gli arbusti e l'erba, il calore del sole sulla nostra schiena.
-Forza facciamo un giro veloce. Voglio portarti in spiaggia, dopo!- ridacchiai mentre l'uomo rivolgeva un sorriso stupito.
-Lì mi sono sbucciata un ginocchio.- indicai un arbusto enorme, -Ho pianto tantissimo. Ma quando sono tornata a casa non volevo che nessuno se ne accorgesse. Volevo essere forte.- Risi mentre lui mi avvolgeva i fianchi e mi schiacciava contro il tronco.
-Sono durata tre minuti prima di scoppiare a piangere.-
Travis accompagnò la mia risata, poi poggiò una mano al di sopra della mia spalla e si chinò su di me tremendamente serio.
-Ho un problema.-mormorò roco.
-Cosa?-
La sua bocca si accostò al mio orecchio,-Voglio fare l'amore con te su questo prato.-
Sussultai e avvampai mentre le sue mani mi solleticavano i fianchi. -Trova un posto tranquillo, dove possa essere l'unico a vederti venire.-
-Stai scherzando?- chiesi ma il suo sorriso riserbava tutto tranne lo scherno. L'angolo destro del labbro era tirato su, gli occhi brillavano di quel bellissimo azzurro... e sembrava fosse prontissimo a divorarmi.
-Non possiamo!- esclamai quando avvertì la sua mano salire su fino alla mia schiena al di sotto del tessuto della mia maglietta. Il contatto mi fece rabbrividire e cercai con poca decisione di bloccare le sue mani veloci sulla mia pelle, ma finì per ridere schiacciata tra il suo petto e il tronco di un limone.
La sua testa sprofondò nell'incavo del mio collo con la bocca avida a succhiare e mordere la mia pelle.
-Travis!- ansimai e rischiai di cadere mentre cercavo di allontanarmi da lui che non voleva saperne di lasciarmi andare.

-Non...- ansimai mentre spostava la bocca nella mia scollatura. Riuscì ad afferrargli le spalle, tremante ed eccitata, e a bloccare il suo viso per farmi guardare negli occhi, per pochi istanti. Ma furono necessari per scostarmi rapida da lui di qualche passo. Il suo corpo seguì i miei movimenti,  proprio come la caccia al topo, mi ritrovai a correre come una forsennata,  fino a perdere il respiro per la corsa e le risate, fra gli alberi. Sentivo i suoi passi dietro di me.
Travis mi seguiva indietro di poco, lasciandomi un leggero vantaggio, che ero sicura fosse momentaneo. Infatti, con le sue lunghe gambe ci mise poco ad affiancarmi e stringermi la vita con un braccio. Ridevo ancora mentre ci nascondevamo all'ombra dei rami, senza rendermene conto lo avevo portato alla limoniaia. L'ombra e il leggero fresco del terriccio umido accompagnarono la nostra entrata. Mi voltai verso di lui, sussultando quando il suo corpo si scontrò contro il mio, portandomi giù fra l'erba.

-Proprio il luogo adatto...-

Le risate furono smorzate da ansiti e baci, dai miei gemiti e dalla sua voce roca che mormorava il mio nome.

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Sollevai lo sguardo all'azzurro del cielo. La giornata caldissima era perfetta per andare al mare. Stesi per metà sotto l'ombrellone, Travis mi teneva stretta sul suo petto passando di tanto in tanto le dita fra i miei capelli.

-Andiamo a fare un bagno.-

Scossi la testa mezza assonnata, -Vai tu. sono così comoda qui.- scivolai di lato dal suo corpo, girandomi a pancia in giù sull'asciugamano, assopendomi.

Il lento fruscio delle onde mi fece rilassare, il calore del sole e la leggere brezza fu un toccasana per la testa e per l'animo. Avevo chiuso gli occhi, lasciandomi andare, quando schizzi di acqua gelata mi colpirono la schiena. Trasalì, voltando il capo verso l'uomo zuppo che torreggiava su di me con un sorriso malizioso.

-Ti odio...- mormorai a bassa voce, sprofondando con la testa fra le braccia. Rise divertito e non contento si spalmò addosso, come la marmellata sul pane. Cercavo di ritrarmi rabbrividendo per le gocce d'acqua che cadevano da lui e dal suo costume strabagnato.
-L'acqua è fantastica.-si piegò di lato portandomi su di lui.

Sbuffai, -Certo. Leggermente fredda, direi.- borbottai imbronciata mentre lui si esprimeva con un enorme sorriso.
-È molto diversa dalle spiagge Australiane. Non credevo potesse avere questo colore.-
-Molto diversa...Qui entri gradualmente in mare. Ero molto spaventata quando siamo andati in spiaggia a Melbourne, lì entri direttamente nell'oceano.-mormorai cupa. -L'acqua sembra anche più chiara visto quanto è bassa.-

Lo sentì sospirare mentre mi spostavo e lo lasciavo stendersi a bocconi. Lo osservai per un po', mentre le gocce salate si asciugavano lentamente sulla sua pelle.

-Ti trovi bene qui?- esposi la mia domanda cercando di essere neutrale. Ma una parte di me era preoccupata della sua risposta.

-Mi piace questo posto e soprattutto mi piaci tu, qui.-

Mi sollevai a cavalcioni sulla sua schiena bagnata, iniziando un lento massaggio, con premura e dolcezza sulle sue spalle e sulla schiena, con mani morbide.

-Ah. Mi piace da impazzire.-mormorò con voce roca. -Sei così diversa.-

 -Cosa vuoi dire?-

-Da quando siamo arrivati, tu sembri diversa. Non hai paura di toccarmi, nè di baciarmi in pubblico, brilli di una luce diversa. Deve essere questo posto.-indirizzò il suo sguardo compiaciuto al di sopra della sua spalla, sorridendo fra la volta barba.

Scossi la testa. -Immagino...di essere solo più rilassata. Avevo paura della reazione che i miei avrebbero provato vedendoti, eppure è andato tutto per il meglio. Mia madre ti adora e mio padre anche, c'è da dire che non capisce la lingua e pensava che fossimo totalmente diversi. Il che è vero. Lingua, cultura, sono diverse...ma stiamo bene insieme. E non mi sono accorta fino a questo momento di quanto ci tenessi a mostrarti questo luogo, anche se piccolo, è pur sempre una parte di me.-

Travis si voltò, mentre io scendevo dalle sue gambe con urgenza e gli tendevo la mano. -Andiamo a fare un bagno.-






Ho ripubblicato perché wattpad fa i capricci, questo è il capitolo. Quello precedente era solo una bozza.

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