passato-Prima colazione a letto.3

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La osservavo, seduta a gambe incrociate sul divano. La sua posa sembrava rilassata, ma sapevo che nella sua testa turbinavano le parole che ci eravamo scambiati poco prima. La discussione che avevamo affrontato era il nostro nodo.

-Ti va di mangiare qualcosa?-
I suoi occhi si sollevarono verso di me e rispose scuotendo la testa.
-Ho esagerato oggi al picnic.-
Corrucciai la fronte. Sapevo dove stava andando a parare.
-Per qualche boccone di pane e qualche fragola in più?-

La osservai irrigidirsi.
-Ti prego...non voglio discutere.-
-Neanche io.- mi alzai in piedi tendendole la mano. -Vieni.-
-Dove?-
-Vieni e basta...Fidati di me.-
La trascinai fino in camera da letto. Le lenzuola erano state tirate perfettamente, la sua borsa era ai piedi del letto, chiusa.
Le poggiai le mani sulle spalle, spingendola fino allo specchio lungo dell'armadio.
Trattenne il fiato mentre le sfilavo il codino dai capelli, sciogliendoli. Caddero in morbide ciocche castano chiaro, onde voluminose che le accarezzavano il viso, lunghe per tutta la schiena.
Le mie dita si intrufolarono fra di esse massaggiandone la consistenza setosa.
-Che cosa fai?- chiese, incrociando il mio sguardo attraverso il riflesso.
Le sorrisi,  abbassandomi sulla sua spalla.
-Ssshhh...-
Corrucciò la fronte e poi sbarrò gli occhi mentre le aprivo la cerniera della felpa.
La sentì tendersi e spostarsi di un passo come a fuggire da me.
Sorrisi sotto i baffi, mentre si fermava con gli occhi da cerbiatta enormi e vispi.
Oh, la mia donna era così diffidente.

-Ti ho mai detto cosa vedo io quando ti guardo?-
Scosse la testa, le mie dita si intrufolarono sotto la maglietta di cotone, così semplice ma così arrapante. Il tessuto liscio e chiaro le accarezzava la pelle proprio come avrei voluto fare io, disegnando i suoi punti morbidi con armonia.
-Eppure cerco sempre di fartelo capire.-
Continuai a scendere verso l'orlo e gliela sfilai.
Francesca sembrava una bambola inanimata, completamente persa. I suoi profondi occhi erano fissi sullo specchio, sulla mia immagine. Stregata dal nostro contrasto di colori.
Rivelai il seno florido avvolto in un reggiseno semplice; non mi interessava minimamente il tessuto, non ero mai stato il tipo da osservare il tipo di biancheria. Non mi eccitava il pizzo...non su di lei.
Di lei mi bastava vederle la pelle pallida e mi sarebbe venuta un erezione da battere i chiodi.
La vidi deglutire, la pelle d'oca si sparse sulle sue braccia mentre le toglievo ad uno ad uno gli indumenti.
Faticai alla fine a trattenermi dal saltarle addosso.
Chiuse gli occhi mentre mi concedevo un assaggio della sua pelle, baciandole il collo.
E rimase così: un rossore accesso sulle guance, la pelle d'oca e nuda di fronte all'uomo che l'adorava.
Le mie mani le percorsero il corpo, dai fianchi generosi al sedere tondo e ugualmente perfetto.
-Amo ogni centimetro di te. La tua pelle, il tuo profumo, la tua testardaggine, il modo in cui cerchi di non ferire le persone ma finisci per farti male tu. Amo il tuo modo di parlare, di cercare di farmi cambiare idea. E ci riesci sempre.-
Le avvolsi le braccia attorno abbracciandola e poi facendola voltare verso di me.
La mia erezione sembrava bucarmi i pantaloni.
La baciai. Piano. Su quelle labbra intelligenti, morbide.
-Tutto questo. Tutto. Non è più il tuo corpo, ma mio. Me ne prendo cura io. Lo amerò io. Senza freni. Senza condizioni. Senza ripensamenti. Mi prendo io cura di te.-
-Travis...-
-Ssshhh. Voglio solo che tu capisca che ti amo. Che amo tutto di te. E forse dovrei iniziare a dimostrartelo.-

La mia bocca le sfiorò la gola, baciandole umidamente l'incavo dei seni e poi più giù sulla pancia. Ma tornai indietro, mentre lei rabbrividiva sfiorando con la lingua una graziosa perlina rose. Succhiai il suo capezzolo e non resistetti al gemito che riempì la stanza. Lo afferrai con i denti e lei quasi perse l'equilibrio compiendo un passo traballante indietro.
Mi scostai per guardarla in viso e presi la migliore decisione del mondo.
La spinsi sul letto e continuai a baciarla, infondendole con le labbra tutto il mio amore.

.

Annaspai in cerca d'aria, afferrando fra le dita le ciocche lunghe dei suoi capelli. Ancora non ci credevo o forse non stavo davvero pensando.
Il corpo di Travis mi teneva prigioniera contro il materasso. Mentre io ero nuda ed esposta, Travis era ancora vestito.
-Travis.- gracidai. -Basta...ti prego.-
Avevo la pelle d'oca sparsa ovunque, i seni sensibilissimi e un umidore tra le cosce.
Mi aveva giocato un brutto scherzo, prima, spogliandomi davanti allo specchio.
Voleva dimostrarmi il suo amore...
E per quanto assurdo fosse stato quel metodo, avevo finalmente capito.
Sollevò la testa per incrociare il mio sguardo, mentre io gli sfioravo le guance per cercare le sue labbra.

E accadde con molta naturalezza.
Tutto ciò che prima avevo rifiutato.
Travis rimase sbalordito mentre cercavo di sfilargli i vestiti in un muto consenso.
Il suo corpo forte e muscoloso, caldo, entrò in contatto con il mio e rabbrivì contro di lui.
-Sei sicura? Puoi fermarmi quando vuoi.-

Scossi la testa, mentre spostavo le mani sulle sue spalle.
-Ti amo. Sono sicura.-

-Ti amo.-, ripeté lui, muovendosi piano contro di me. Le sue braccia accanto alla mia testa, il leggero lenzuolo che era avvolto attorno a noi come una barriera.
Una piccola spinta e Travis sospirò accanto a me, la fronte appoggiata alla mia. Il mio corpo lo accettò.
Bruciò da impazzire, ma bastarono le sue labbra a farmi passare tutto.
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Mi svegliai quando le sue labbra mi sfiorarono la curva della schiena fino al sedere. Sussultai e cercai di coprire il mio corpo nudo.
-Non pensarci nemmeno. Mi sto godendo lo spettacolo.- mormorò la sua voce divertita mentre mi afferrava il sedere con le mani e io squittivo coprendomi il viso.
-Travis!-
Lo sentì ridere, mentre mi ricopriva con il lenzuolo e faceva il giro del letto per inginocchiarsi sul pavimento. Il suo viso fu a pochi centimetri dal mio.
I suoi occhi azzurri erano stra sorridenti, più di quanto il suo viso di mostrasse.
-Buongiorno, amore mio.-
-Buongiorno...-
Mi scostò una ciocca di capelli, osservandomi con l'amore negli occhi.
-Ti ho portato la colazione a letto...-disse infine.
Mi voltai, sedendomi con poca grazia, il lenzuolo a coprirmi quasi interamente.
-Grazie, non c'era bisogno però...-
Lui scosse la testa divertito mentre si sollevava e afferrava un piccolo vassoio.
-Non è così che si ringrazia il proprio uomo...-
Sorrisi di rimando, aspettando che mi porgesse una tazza di caffè. Presi un sorso del liquido tiepido...e mi sporsi per baciarlo sulle labbra.
-Cosi va meglio...-

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