Proposta stravagante.-presente.-

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-Devo ringraziarti. So che è stato difficile stare in quella stanza con i miei, dopo l'attacco di mia madre; per di più hai cucinato per tutti noi...-il sussurro di Travis mi arrivò dritto a cuore, sotto le coperte il suo braccio mi avvolse la vita e sprofondò con il viso fra i miei capelli ancora umidi. Le sue labbra trovarono un punto scoperto sul collo e vi depose un bacio a labbra aperte. -Grazie, Francis Wallard.-sussurrò con voce roca,-...quando avevi intenzione di dirmelo?-

-Tu..tu lo sapevi già?- mi voltai verso di lui con tono sorpreso e il sorriso che trovai sul suo volto, illuminato dalla lampada sul comodino, confermò i miei dubbi.

-Ero curioso. Un giorno hai lasciato il computer aperto su una pagina bianca, ho sbirciato il nome del documento...-

Le mie sopracciglia si sollevarono, -Sì lo so...-continuò a parlare a pochi centimetri dal mio viso.-Ho sbagliato, ti chiedo scusa...-

-In realtà è un sollievo sapere che tu sai che scrivo romanzi e che non ti sembra una bambinata.-

-Non potrebbe mai sembrarmi una bambinata. Ho letto qualche passo di Time of Love, mi è piaciuto particolarmente, soprattutto il protagonista, credo mi somigli parecchio.-

Arrossì, arretrando di poco mentre lui si muoveva con il suo solito sorriso malizioso e scivolava addosso a me.

In effetti, il protagonista aveva appreso parecchio dal suo carattere e soprattutto nell'aspetto fisico; dai capelli lunghi e biondi, alla carriera di modello, all'incontro particolare con la sua anima gemella, per non parlare del modo di sorridere. Ma più che appreso, ero stata io a crearlo come lui...

Il corpo di Travis premette contro il mio, le braccia tese acconto alla mia testa per dargli equilibrio e le nostre intimità a stretto contatto. Le sue labbra cercarono le mie in un bacio intenso e risposi a lui sentendo il mio intero essere incendiarsi come un falò da campo. Un solo tocco e quell'uomo era in grado di trasformarmi in una languida versione di Francesca, decisamente troppo volgare.

-Dimmi che ti è passato il ciclo...-

Scoppiai a ridere per il suo tono urgente. Voleva farmi sua, annuendo in risposta, si sollevò sulle ginocchia, si tirò via la maglietta mentre io rimanevo come un ebete a fissare il suo petto scolpito ricoperto da una leggera peluria.

La mia mano si mosse da sola. In un altro caso non l'avrei mai fatto, mi vergognavo troppo per toccarlo senza dubbi o paure, ma le mie dita si sporsero a seguire la linea dei muscoli, tracciandoli con i polpastrelli con leggerezza come se stessi sfiorando un opera d'arte; e lo era. Travis sussultò e io arretrai tornando a guardarlo negli occhi, nei quali brillava un lampo di eccitazione. Mi afferrò le mani fra le sue in una dolce stretta, erano davvero fredde in contrasto con le sue, in un tacito consenso le riportò sul suo petto.

-Si...- mormorò quando le mie dita scivolarono sulla sua pelle, solleticate dai peli. Chiuse gli occhi portando indietro la testa, mentre uno strano suono rombava nel suo petto: sembrava un grosso leone addomesticato dal mio tocco. I brividi sulla sua pelle mi fecero quasi sentire invincibile, riuscire a scateneragli quella reazione mi fece venire le farfalle allo stomaco. Mi tirai sù a sedere, aggrappandomi alle sue spalle.

Il suo sguardo si abbasso sul tessuto della mia maglietta, me la levò con un veloce movimento delle dita. La mia pelle macchiata da cicatrici, delle quali mi vergognavo, fu a contatto con la sua; i miei seni schiacciati contro il suo petto, i capezzoli solleticati dalla lanugine che li rendeva dritti e sensibili.

-La mia bellissima e dolce donna.-mormorò contro le mie labbra. Il suo complimento di stupì mentre le sue braccia si incrociavamo sulla mia schiena nuda e scivolavamo sulle coltri.

Le lenzuola caddero sul pavimento, a riscaldarci bastavano solo i nostri corpi.

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La bocca di Travis si posò sulla mia spalla, si voltò trascinando il mio corpo languido e sudaticcio sul suo. La mia gamba nuda si incastrò fra le sue, mentre avvolgevo un braccio attorno a lui e un'altro lo portavo sotto la testa. Mi bilanciai in quel modo, temendo di pesare troppo.

-Scusa se sono stato così violento...-mormorò fissando il mio corpo. Ricordavo distintamente le labbra strette attorno alle pelle del seno, o quella del collo. Il bruciore dei denti che la graffiavano e la lingua che lambiva il dolore.

-Anche io non sono stata da meno.-ridacchiai mentre lui si apriva in un sorriso compiaciuto, sul suo petto apparivano i segni delle mie labbra e dei denti, sulle sue spalle e sulla schiena le mie unghie avevano lasciato segni poco fraintendibili. Non ero stata immune al piacere, tanto da sfogarlo su di lui.

Poggiai la guancia nell'incavo del suo braccio continuando a tenere gli occhi fissi su di lui. I capelli lunghi e scompigliati lo facevano sembrare un leone in pan-tan con la barba folta.
Il mio leone.

-Avevo intenzione di chiedertelo in modo diverso; ma quando conoscerò i tuoi?-

Time Of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora