Sotto il cielo della notte.

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-Perchè ha quella barba così lunga?- gli occhi azzurro-verdi di mio papà tracciarono il profilo di Travis, impegnato in una animata conversazione in italiano sdentato. In quell'aria calda della sera svettava la sua pelle dorata, sotto il sole che piano piano scendeva dietro la collina, il suo sguardo seguiva attentamente le mani di mia madre nella preparazione di un insalata.
Sollevò per un attimo lo sguardo, la sua palpebra sinistra si abbassò in un occhiolino e mi sorrise. Strinsi le labbra per trattenerne un sorriso.

-Senza sembra un quindicenne, papà.-risposi ridendo, papà aveva osservato la scena con cipiglio corrucciato.
-Tu sei contenta?-
La sua domanda mi spiazzò e abbassai lo sguardo per terra, imbarazzata.
Non avevo mai affrontato questo tipo di conversazione con i miei genitori, soprattutto con mio padre. Lui era sempre stato il mio eroe, il mio tutto. Ma per quanto gli volessi bene, mi sentivo a disagio ad affrontare e a esporgli i miei sentimenti. I miei genitori erano sempre stato il punto di riferimento di una me bambina: ero l'ultima della cucciolata, la più piccola e la più diversa, la preferita di papà perché somigliante alla nonna. E anche se i miei capelli castani e gli occhi erano più scuri delle mie sorelle, sembrava che in me vedesse molto più di quello che dimostrava. Sin da piccola  avuto dei problemi, dei disagi perché non mi sentivo nel mio ambiente e mi sentivo a disagio per i chili di troppo che non riuscivo mai a perdere, ma mio padre divenne la mia spalla, il mio difensore, quando piangevo, era il mio eroe quando mi insegnava come affrontare la vita, era la guida, era tutto ciò che volevo diventare da grande. Saggia e amorevole.
-Si.- mi strinsi nelle spalle l'imbarazzo visibile sul mio viso.-Pensavo non ti sarebbe piaciuto...- ammisi con ansia incrociando il suo sguardo.
-Solo perché è più grande di te?-
Risposi annuendo mentre mi porgeva una birra ghiacciata dal frigo. Osservai per un attimo le due movenze.
-Se ti tratta bene, sono contento.-
Mi porse la bottiglia e mi indicò con un cenno del capo di portarla a Travis.
Ridacchiai, afferrandola. Con quel gesto mi indicava che accettava il nostro legame.

Mi sfuggì un sospiro di beatitudine quando la pelle accaldata della mano sfiorò il materiale freddo e umido.
Percorsi pochi passi raggiungendo il mio fidanzato di spalle.
-Sembri piuttosto impegnato.- dissi avvolgendo un braccio attorno al suo busto.
Si voltò con un enorme sorriso mentre io gli allungavo la birra ancora chiusa.
-Ho imparato come preparare un'insalata. Non sarà molto, ma almeno potrò prepararti da mangiare.- gli angoli della sua bocca si incurvarono. -Sopprattutto se deciderai di venire a vivere con me.-
Trattenni il respiro come un risucchio. Mi si bloccò in gola tutto l'ossigeno mentre lui si voltava con la birra chiusa ancora stretta in mano.
-Hai visto l'apri- bottiglia?-
Ma chissene frega, avrei voluto rispondere mentre lo osservavo cercare in giro quel dannato affare. Mi aveva chiesto di andare a stare con lui. E solo il pomeriggio prima aveva ammesso di voler avere dei bambini.
Ma che diavolo stava succedendo?
-Travis...-dissi a voce bassa.
Afferrai un coltello dal tavolo e gli strappai la bottiglia di mano, lui ancora concentrato a trovare uno stappa-bottiglie. Sotto i suoi occhi curiosi, feci leva con il dorso della posata, facendo esplodere il tappo e stappando la bottiglia.
Gliela restituì sotto il suo sguardo d'un tratto diventato malizioso.
-Ti ho chiesto di venire a stare da me? Ho cambiato idea. Appena arrivati in Australia, ti sposo.-
Mi sorrise, poi si voltò di spalle si allontanò sulla veranda.
Mentre io rimanevo impalata ferma come in pesce lesso.
-Non puoi dire una cosa del genere e poi andartene!-gli urlai dietro facendolo scoppiare in una risata.

Era ufficiale lo avevo fatto impazzire. Forse si era cotto il cervello sotto il sole o aveva preso qualche malattia. Durante l'intera cena Travis parlò poco con me, mi rivolse pochi sguardi e dei sorrisi che mi aveva fatto sciogliere le mutandine se non fossero stati presenti i miei. Dopo cena mi presi un momento per uscire un po' in giardino, respirare aria pulita anche se caldo-umida. L'ultima sera passata a casa...
Sapevo che sarei tornata presto, ma il pensiero di allontanarmi da questo posto mi terrorizzò come la prima volta.
Avrei lasciato la mia casa, i miei rifugi, l'amore dei miei cari. Ma mi avrebbe accompagnato il ricordo di Travis che sgattaiolava nel mio letto, le finestre socchiuse mentre facevamo l'amore in silenzio, l'amore nella limonaia, i baci sulla spiaggia e la risata dei miei nipoti mentre giocavano con lui.
Il mio cuore si riempì di un sentimento dolce-amaro. Ma sorrisi.
Non sarebbe stata l'ultima volta qui.
E nemmeno per Travis.

-Ti ho trovata.-mi sussurrò afferrandomi fra le braccia. 
-Scusa. Avevo bisogno di un momento per me.-
Il suo abbraccio si fece più stretto e caldo e io mi voltai avvolgendogli le braccia attorno al collo.
-Questa è la nostra ultima notte qui. Mi mancherà questo posto. Ma sono contenta che tu sia venuto con me.-
Travis mi baciò la punta del naso, prima di spostare la testa sulla mia spalla.
-Amore mio.-mormorò solo.
-Mi emoziono per poco.- dissi. -Averti qui però ha significato molto.-
-Francesca.-
-Cosa?-
-Non devi ringraziarmi. Ho insistito io per venire qui. Volevo conoscere i tuoi prima che...prima che ti chiedessi di sposarmi.-
-Ah.- lo guardai sorpresa mentre si inginocchiava sul prato e rimanevo ferma con la bocca aperta. Non stava facendo sul serio...
-Stai scherzando?-
Mi sorrise. -No. Ho appena avuto il permesso da tuo padre.-la sua frase si trasformò in una risata. -Ho fatto piangere tua madre, quindi ti prego...ti prego.-
Scossi la testa con gli occhi improvvisamente lucidi.
-Travis...-
-Ho pensato molto. Non sono il tipo che parla molto di ciò che sento. Ma tu sei stata l'unica a leggere dentro di me. Sono innamorato di te da molto prima che riuscissi a dare un nome a questa sensazione dentro di me...
Sono innamorato di te da molto prima della festa di compleanno, molto prima del nostro primo bacio. Ho espresso un desiderio quella sera. Ho chiesto, non so a chi di preciso...- ridacchiò. - Di averti con me per sempre. Che avrei fatto di tutto per tenerti al sicuro e amarti.-
Mi sfuggì un lamento mentre la sua mano scopri un piccolo pacchetto. Lo aprì e rimase a fissarlo mentre parlava. -Voglio che tu sappia che a prescindere dal tuo si o da un tuo no, voglio comunque passare il resto della mia vita con te. Però sarebbe davvero terribile ricevere un tuo rifiuto. Anche perché ho scelto questo anello con le mie sole forze.-
Sorrisi fra le lacrime. Mi inginocchiai e mi gettai fra le sue braccia scoppiando a ridere e a piangere.
Le lacrime scorrevano copiose mentre lui mi baciava dolcemente.
-Questo è un si?-
Annuì stringendolo forte.
-Come puoi pensare che ti dica di no?? Ti amo così tanto!-
Le sue braccia mi circondarono e mi ritrovai a sorridere sotto i suoi baci sul viso.
Le sue labbra percorsero le mie, le mie guance e le mie palpebre umide.
-Ti amo.- disse solo nel silenzio della serata.
E mi bastò. Avremmo avuto il nostro per sempre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04 ⏰

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