Prologo (2°parte)

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Seguii da vicino il maggiordomo, cercando di memorizzare il percorso, nel caso mi fosse tornato utile. Gli altri due uomini avanzavano dietro di noi.

(Non posso andare in giro aprendo porte a caso, ripetendo esattamente lo stesso errore che mi ha portato qui.)

Osservai attentamente la mia guida. Indossava un'uniforme impeccabile con guanti immacolati.

(E' esigente. Non scherza. Il suo padrone vuole a tutti i costi che io prenda parte alla cena di sta sera, e manda questo qui per assicurarsi che sul serio che vi prenda parte!)

Mentre camminavamo sentii il suono delicato di un pianoforte. La musica diventava sempre più forte man mano che ci avvicinavamo alla stanza.

???: "Sembra che Wolfie sia d'umore allegro questa sera."

(Wolfie?! Sarebbe quello che sta suonando il piano?)

Il maggiordomo si fermò d'innanzi alla porta, assorto nei suoi pensieri, come se si stesse preparando per entrare in scena. Dopo un profondo respiro bussò 3 volte.

???: "Chiedo scusa..."

???: "Ahem...So che siete in tre. Unitevi a noi nella sala da pranzo."

Il pianista smise di suonare. La porta si aprì rivelando un uomo saldamente trincerato dall'altra parte della stanza.

 La porta si aprì rivelando un uomo saldamente trincerato dall'altra parte della stanza

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???: "Va via."

???: "E' ora della cena."

Il pianista, la cui voce secca suggeriva un lieve accento austriaco, sospirò come se fosse stato appena svegliato nel bel mezzo di un magnifico sogno.

(E' bellissimo!)

Se ne stava immobile, come se il riflesso della luce tremolante dei candelabri fosse l'unica cosa animata in lui. Capelli bianco argentei scendevano sul suo viso delicato, contornando occhi violacei. Occhi che si strinsero tristemente non appena l'uomo posò lo sguardo su di me.

???: "Per quale motivo avete fatto tanto chiasso? E' per colpa sua, non è vero?"

Bastienne: "Colpa mia? Non so nemmeno per quale motivo mi trovo qui. Dovrei essere al museo in questo preciso istante."

???: "A chi importa? Perché allora non te ne torni da dove sei venuta? A meno che tu non gradisca l'idea di essere il pasto di ciascuno di noi."

("Pasto"? Io? Devo aver sentito male!)

Mi superò piegandosi leggermente, in modo da evitare qualunque tipo di contatto fisico. Era evidente che non fosse interessato nemmeno all'idea di ascoltare quale fosse stato il malinteso.

 Era evidente che non fosse interessato nemmeno all'idea di ascoltare quale fosse stato il malinteso

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Ikemen Vampire: Temptation in the Dark ~ Jean d'Arc ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora