Capitolo 25

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*Lexa*
1 mese dopo

Oggi è il giorno della mia libertà assoluta. Finalmente esco dall'ospedale, potrò correre in contro a te e tenerti stretta. Sto uscendo dalla camera, mi aspettate nel parcheggio dell'ospedale, tutti quanti. Appena esco mi corrono tutti in contro ma, non ci sei, e neanche Anya.

"Finalmente, c'è l'hai fatta ad uscire woods!" esclama raven

"già... Finalmente, Clarke e Anya?"

"siamo qui da un bel po' di tempo, sono andate a prenderci i caffè, dovrebbero essere qui a momenti"

Io annuisco e ci mettiamo a chiacchierare, i minuti passano ma di voi neanche l'ombra, inizio a preoccuparmi.

"ragazzi, io mi sto preoccupando, dove sono?"

"mi sto preoccupando anche io lex... Non dovrebbero essere andate lontane proviamo a vedere qui in giro, magari si sono fermate da qualche parte" dice gustus. Tutti accettiamo e iniziamo a cercarvi. È possibile che tutte le volte che sembra a dare tutto per il verso giusto, deve succedere sempre qualcosa. Sempre un cazzo di intoppo. Non bastava aver superato l'inferno. Pensavo di essere arrivata direttamente in paradiso, non ho messo in conto il fatto che lo step successivo sarebbe stato il purgatorio. Arriviamo in un bar e ti vedo, piangi, tremi, cosa cazzo è successo.

"Clarke!"

"ragazzi... Io... Era qui... Anya... Giuro"

Vedo raven sbiancare e gli occhi le si fanno lucidi.

"Clarke calmati... Raven anche tu... Respirate. Dicci cosa è successo"

"io sono entrata... Per i caffè. Lei era qui fuori... Ho preso tutto, ho pagato... Lei, non c'era più... Io non so... Non so quello che è successo, era tutto... Tranquillo..." dici tra un singhiozzo e l'altro.

"Clarke, sei sicura, non hai sentito niente?" domanda Bellamy.

"solo una macchina sgommare."

"l'hanno rapita" sussurra gustus, lo abbiamo sentito tutti, raven è crollata a terra, è bianca, trema, ha il respiro pesante. Sono tornati. Cerco di, non farmi prendere troppo dall'ansia ma è impossibile, inizio a tremare anche io e a piangere. È solo colpa mia, la mia vita è il cazzo di problema. Bellamy prende in mano la situazione.

"ragazzi, torniamo in albergo e cerchiamo un modo per trovare Anya. Gustus, tu hai il distintivo a portata di mano giusto?"

Gustus annuisce

"bene, fai partire la tua squadra. Dobbiamo indagare"

"non c'è bisogno della mia squadra, ho un amico qui a Roma, mi deve un favore. Collaboreremo con lui"

Andiamo tutti in albergo, tu e raven siete sconvolte, io come al solito, all'esterno appaio per niente sconvolta, coraggiosa, ma dentro di me sto morendo di paura. Sono seduta dietro con te e ti tengo stretta la mano cercando di darti la forza che in questo momento manca anche a me. Saliamo in camera e stiamo tutti in silenzio a pensare, come agiremo? È viva? Chi l'ha presa? Perché ancora la gente rompe così i coglioni?

"ragazzi ho chiamato il mio amico, ci darà una mano"

"per la caserma non vi preoccupate. Io e abby però dobbiamo tornare a Chicago" dice Kane

"capo, mi dipiace tanto. Prometto che finirà tutto"

"non preoccuparti lexa, non è colpa tua"

"SI INVECE. BASTA DIRMI CHE NON È COLPA MIA. LA COLPA È MIA E BASTA."

"Ma cosa dici?" dici tu

"scusate ho bisogno di aria"

Corro fuori dall'albergo, mi manca l'aria, appena esco mi appoggio al muro e mi sostengo con le mani sulle ginocchia e cerco di respirare. All'improvviso sento qualcuno che mi abbraccia, sei tu. Io ricambio subito.

"guardami" mi prendi il viso, fai puntare il mio e mi sorridi.

"non è colpa tua lexa... Non pensarlo neanche"

"Clarke non capisci, è colpa mia. Io dovevo morire già da tempo. Quando sono morti i miei, dovevo morire io."

"non dire mai più una cosa del genere, non morirai"

"ci stanno provando in tutti i modi. Non ci sono mai riusciti. Ora faranno fuori tutti voi, uno per uno, con lo scopo di vedermi inerme e uccidermi"

"ci hanno sottovalutato. Insieme riusciremo a superare tutto."

"ma non lo capisci Clarke? NON POSSIAMO FARE NIENTE!Trovaranno sempre un modo per rompere le palle a me e a tutti voi. Finché non mi vedranno morta. Non hai idea di quanto potere abbiano. Spiegami come cazzo hanno fatto a trovarci ancora... Hanno preso mia sorella, prenderanno te, raven e tutti gli altri. Io non posso perdervi. Non posso perdere te Clarke "

" non ci perderai, non mi perderai "

" vai a dirlo ad anya... Chissà dov'è, se è viva o no. Io non ce la faccio più. Forse per me è vietato vivere."

"a nessuno è vietato vivere"

Ti prendo il viso con le mani e ti bacio, stiamo tornando in camera dagli altri, io sono davanti a te, poi le ruote di una macchina che sgommano. Mi volto e tu non ci sei.

"CLARKE! NO NO NO"

Corro subito su dagli altri, sto facendo le scale velocissime per raggiungerli subito, spalanco la porta con le lacrime che non vogliono smettere di scendere.

"CLARKE, L'HANNO PRESA. CLARKE, CLARKE ODDIO"

"CHE CAZZO STA SUCCEDENDO. PERCHÉ NON L'HAI PROTETTA!" Urla raven

"STAVAMO SALENDO, ERA DIETRO DI ME, POI SI È COME VOLATILIZZATA, HO SENTITO LA SGOMMATA DELLE RUOTE DELLA MACCHINA COME CLARKE CON ANYA STAMATTINA. MI DISPIACE, ODDIO NON CE LA FACCIO"

"CHE CAZZO VUOL DIRE LEXA!"

"MI DISPIACE, MI DISPIACE"

"RAVEN SMETTILA! MA NON VEDI CHE NON RIESCE NEANCHE A RESPIRARE. VAI DA UN ALTRA PARTE. Bellamy, Lincoln e Octavia, portatela via" urla Kane, i diretti interessati vanno via e io rimango in camera con, indra, Kane, gustus e tua madre.

"Abby mi dispiace... Io... Mi dispiace" continuo a piangere e tremare.

"lexa tranquilla, starà bene"

Mi si avvicina e mi stringe in un abbraccio, anche lei piange, io mi aggrappo subito a lei. Mi sento una merda. La causa di tutto questo macello. Non so quanto rimango a piangere tra le braccia di tua madre. Gustus sta andando a cercare gli altri sperando che raven si sia calmata. Dopo un bel po' rientra.

"Ragazzi, sono scomparsi anche loro"

"cosa?"

"ho chiesto in giro e li hanno visti uscire fuori, poi hanno detto che c'è stato del movimento, tipo una rissa e una macchina che sgommava. Hanno preso anche loro, hanno provato a lottare ma non c'è l'hanno fatta."

Ricomincio a piangere. C'è un unica cosa da fare. Farmi catturare. Esco subito fuori e attendo che mi vengano a prendere. Infatti a distanza di un ora una macchina si ferma davanti a me, io alzo le mani, un uomo di loro vestito strano, di nero e rosso, mi inietta una cosa sul collo e poi da lì tutto nero.

                    CONTINUA...

Il Fuoco nel CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora