capitolo 1

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Harry
Riguardai quel disegno di anni fa, due polmoni rappresentati dai fiori. Sono vivi, rosa, alcuni lilla ma ognuno ha la propria personalità, al contrario di ogni pezzo di tessuto di carne che compongono i miei polmoni. I miei sono rovinati e distrutti da un semplice batterio: Mycobacterium tuberculosis. In un'unica parola Tubercolosi. Chissà come sarebbe avere dei polmoni vivi e con personalità proprio come questi fiori. Me lo chiedo sempre, anche mia sorella Gemma se lo chiedeva di continuo. Sotto il mio dito posso sentire la carta che mi promette la vita, una migliore di questa, una migliore che voleva anche lei per me. Guardando i fiori lilla ricordo mia sorella, sull'infinito che volevamo avere assieme. Mi schiarii la gola e staccai le dita che scivolavano sul foglio di carta. C'era un qualcosa di magico in questa inutile stanza di ospedale. Guardai la mia stanza quella che una volta, qualche mese fa, era una stanza vuota e spoglia. Ero riuscito a tappezzarla con vecchie fotografie di mia sorella, alcuni miei disegni e poesie di mia mamma Anne.
Io con una flebo nel braccio, il carrello pieno di cibo dolce e salato che non mangerò. Io con la cannula nel naso e il tubo che forma un cuore che rappresenta la vita che vivrò. Io con l'apparecchio per l'aerosol e il vapore. Io e il mio disegno dei polmoni che mi salveranno. Poi c'è il ricordo, il ricordo di lei, la mia sorella, che non sarà più con me. Io che non so se ce la farò a vivere con la tosse di sangue. Guardai preoccupato l'asta portaflebo vuota, sapendo che tra poche ore rinizieranno gli antibiotici.

Un respiro in più insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora