capitolo 12

132 29 8
                                    

Louis
Ho rovinato tutto. Lo so.
Dopo aver lasciato il disegno, sgusciai fuori dal nostro reparto e girai per l'atrio ovest dell'ospedale, con il cellulare stretto tra le dita come se aspettassi qualcosa. Un messaggio, una videochiamata, qualsiasi cosa.
Da quando abbiamo litigato è calato il silenzio.

Cosa devo fare? non vorrà manco parlarmi

scrissi a Zayn con una smorfia. Me lo vedo già che se la ride mentre cerca un'arma per uccidermi.

Lasciagli tempo e stagli lontano

Mi rispose.
Sospirai forte per la frustazione. Tempo. Questa attesa è un'agonia.
Mi lasciai cadere su una panchina.
Sentii lo stomaco brontolare e decisi di andare in caffetteria per distrarmi mangiando qualcosa.
Vidi Niall seduto in prima fila, con i gomiti appoggiati alle ginocchia che parlava con qualcuno in videochiamata.
Era Eleonor, da quanto non la sentivo.
"Ti amo El, salutami Lottie" disse il biondo.
Chiuse la chiamata e si prese la testa tra le mani.
Aprì la porta facendola scricchiolare.
Si girò a guardarmi.
Parlammo per un tempo che sembrava infinito.
Diventammo amici.

La sera mi stesi sul letto e mi misi a fissare il soffitto mentre prendevo le medicine senza Harry che si preoccupasse per me.

Novità?
Mi scrisse Zay.
La mia risposta fu un sonoro no.
Ancora nulla da lui. Neanche un messaggio. Non riesco a non pensare come sarebbe stato se fossi stato zitto. Non riesco a non immaginare come sarebbe stargli vicino, poterlo toccare davvero, farlo sentire bene dopo aver rovinato tutto.
Sentii qualcosa salirmi dal petto, alla punta delle dita e alla bocca dello stomaco. Toccarlo per sentire la pelle morbida del suo braccio, il rilievo delle sue cicatrici che sono sicuro abbia sul corpo.
Ma non ci riuscirò mai. La distanza fra noi non svanirà mai nè cambierà.
E sarà sempre così.
Andai verso la porta.
Era nella sua stanza.
La sua luce era accesa.
Feci un respiro profondo, bussai con le bocche che rimbombavano sul legno consumato.
Sentii la musica che si interruppe e lui che si avvicinava alla porta, si fermò, tentennó.
Poi finalmente la aprì e i suoi occhi verdi mi fecero batteri il cuore.
È bello vederlo.
"Sei qui" mi disse piano.
"Sono qui" gli dissi calmo, appoggiandomi allo stipite della porta e comportandomi come se lui non mi avesse ignorato per tutto il giorno.
"Ho ricevuto il tuo disegno, molto bello. Sei perdonato. Amici come prima."
Mi spostai rapidamente verso la parete più lontana, mettendo quella distanza frustrante fra noi. Ci guardammo.
"Hai saltato la nostra videochiamata"
Sembrò colpito che me ne sia ricordato, ma non disse nulla. Mi accorsi che aveva gli occhi rossi, deve aver pianto. Non credo sia per quello che ho detto.
"Cosa succede?"
Fece un respiro profondo e quando iniziò a parlare era agitato.
"La mia pressione è troppo bassa e potrei rischiare di morire. La dottoressa mi metterà un sondino dalla quale fare passare energizzanti"
Lo guardai negli occhi e vedi che non è solo agitazione. Ha paura. Vorrei avvicinarmi e prendergli le mani. Vorrei dirgli che andrà tutto bene e che non sarà così brutto come pensa.
"Mi faranno l'anestesia totale."
Cosa? la totale? con i nostri polmoni rischiamo troppo.
"Merda, i tuoi polmoni reggeranno?"
Lui guardò da un'altra parte ignorando la mia domanda.
"Ricordati di prendere le medicine della sera e di preparare il sondino per la notte, okay?" Senza darmi il tempo di rispondergli, chiuse la porta.
Mi avvicinai alla porta.
Le dita sfiorarono un cartello attaccato con del nastro adesivo.
Alzai lo sguardo e lessi: DIGIUNO TOTALE DA MEZZANOTTE. INTERVENTO TOTALE ALLE 7.00.
Tolsi la mano e tornai in camera mia.
Harry ha un carattere sempre sicuro. Perché stavolta è diverso? Per colpa mia?
Girai gli occhi e mi caddero sul mio disegno dei polmoni, facendomi venire in mente la foto nella sua stanza.
Gemma.
Per forza è così spaventato.
Questo è il suo primo intervento senza sua sorella.
Era solo, senza Gemma.
Dovevo sistemare le cose.
Mi venne un'idea.
Presi il cellulare e, forse per la prima volta in vita, impostai la sveglia alle sei.
Presi la mia scatola di colori dallo scaffale e mi misi al lavoro.

Un respiro in più insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora