36. Siete le donne più importanti della mia vita, vi amo."Hey Nì, posso fare qualcosa per te?" Nel buio e nel silenzio in cui avevo cercato di rinchiudermi, la voce di Giuseppe si era fatta sentire per privarmi a dare conforto, ma qualsiasi parola, qualsiasi gesto, in quel momento sarebbe stato inutile, apprezzato, ma inutile.
"Ce la fai a farmi ritornare mio figlio indietro?" Le parole mi uscirono dalla bocca senza chiedere il permesso, non avrei essere così scortese con lui, non lo ero da un bel po' e soprattutto non mi sembrava giusto esserlo quando si era preoccupato per me. "Scusami Giusè, non volevo essere così brusco, è che tenermi tutto per me in questo periodo mi fa scattare come una molla con persone che non sono Gioia." Provare a proteggerla cercando di reprimere tutte le mie paure non era stato facile, condividevamo tutto, ma questa volta il suo dolore veniva prima del mio e non volevo assolutamente che lei si preoccupasse per me, nelle sue condizioni. Il nostro non era mai stato un amore tossico, uno nel quale c'era dipendenza e neanche in quel momento si era trasformato in ciò, solo che volevo e desideravo proteggerla, il suo bene veniva prima del mio.
"Non posso capirti, e spero, egoisticamente, di non poterti capire mai, ma sai che per qualsiasi cosa sono qui. Non lo dico tanto per dire, voglio esserci, voglio starvi vicino e anche se la mia vicinanza non vi riporterà indietro vostro figlio, vorrei che capissi che insieme si può superare qualsiasi cosa, condividiamo il dolore, parlane con me." Trovare degli amici veri e sinceri era sempre difficile, io ne avevo davvero pochi perché facevo fatica a fidarmi delle persone, essere pugnalato non mi avrebbe fatto piacere, ma Giuseppe, senza contare gli screzi iniziali, lo reputavo un vero amico, una persona con cui poter parlare e confidarmi e anche in quel momento lo stava facendo, con la sua riservatezza e gentilezza.
"Non so cosa provo Giusè, non so cosa dire, sapevo che mio figlio non sarebbe mai nato, sapevo che non avrei potuto stringere tra le braccia quel bambino, ma una parte di me sperava che ciò fosse solo un errore. Da una parte sono contento sia andata così, avevo paura che potesse succedere qualcosa a Gioia e forse sembrerò insensibile, ma non avrei voluto affatto perdere anche lei." Da una parte in effetti desideravo abortisse subito, perché la paura che lei potesse stare male mi logorava di giorno e soprattutto di notte, tanto che se il mio sonno riusciva a durare più di mezz'ora, era un traguardo. Mi svegliavo per ogni minimo movimento, ogni minima lamentela che sentivo da parte sua, ma allo stesso tempo sapevo che lei non lo avrebbe mai voluto porre fine alla gravidanza, nonostante fosse certo che il nostro bambino non sarebbe nato. Lei non si sarebbe mai perdonata di aver abortito, proprio perchè fino in fondo sperava anche lei che tutto fosse un errore e soprattutto sperava in un lieto fine.
"Non avrei mai pensato di vederti così, ti ho conosciuto arrabbiato con me, ma felice con il mondo e dalla prima volta che ti ho visto ho pensato che niente ti avrebbe potuto abbattere, che niente sarebbe stato in grado di distruggerti e, anche se in questo momento non stai piangendo, il tuo viso dice molto, la tua espressione, i tuoi occhi, non sono vispi, non sono accesi, non hanno quella luce che permette a tutti di dire oggi è un bel giorno posso sorridere anche io."
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Saresti la risorsa per ogni sorriso 2 /Ultimo/
FanfictionSequel di "Saresti la risorsa per ogni sorriso" Niccolò ha bussato alla porta di Gioia facendo terminare la ricerca del coinquilino da parte della ragazza. I due hanno imparato a conoscersi, litigando e facendo pace continuamente. I loro litigi li...