Capitolo 26

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26. Addio a sua madre

Da quando Gioia aveva sentito per l'ultima volta parlare sua madre, sembrava essere diventata un automa, mangiava perchè Niccolò la costringeva e si saziava in pochi secondi, non riusciva ad aprire bocca, il massimo che riusciva a fare era annuire...

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Da quando Gioia aveva sentito per l'ultima volta parlare sua madre, sembrava essere diventata un automa, mangiava perchè Niccolò la costringeva e si saziava in pochi secondi, non riusciva ad aprire bocca, il massimo che riusciva a fare era annuire o negare quando le veniva posta una domanda. Si era chiusa in sè, in compagnia del suo dolore. Nonostante Niccolò le stesse vicino e non la lasciasse sola nemmeno per un minuto, lei sembrava non riconoscere nemmeno ciò che la circondava. Giorno e notte era stata vicina a sua madre, Giuseppe appena aveva saputo la notizia era corso dalla sua migliore amica, ma lei non era riuscita nemmeno a parlare con lui, le ultime parole le aveva dette a Niccolò prima di crollare nel mutismo.

Niccolò pur di non abbandonare la sua ragazza, aveva messo tutto nelle mani di Adriano, si fidava ciecamente di lui e in quel momento non aveva altre persone a cui affidare il suo locale, ma non poteva lasciare da sola Gioia, suo padre non era venuto, ma conoscendo i precedenti non avrebbe mai permesso un riavvicinamento tra di loro. Non sapeva cosa fare, ma provava a fare di tutto per vedere anche un misero sorriso, anche un sorriso costretto, perché dopo aver subito la morte di una madre, una persona non aveva voglia di far nulla e Niccolò anche se non poteva capire , non voleva farle fare nulla contro voglia, ma voleva solamente farla stare meglio.

Nonostante Gioia non parlasse con nessuno, apprezzava ogni giorno sempre di più quello che Niccolò faceva per lei, non lasciandola sola e cercando di farle sentire tutto il suo affetto, aveva capito che non aveva preso sottogamba questo dolore, ma soprattutto riusciva ad essere di un rispetto talmente tanto grande che non poteva nemmeno essere spiegato a parole, lui che pensava solo al lavoro lo stava trascurando per lei, forse prima non ci avrebbe scommesso nemmeno un centesimo, ma vedere l'amore di Niccolò nei suoi confronti capì a pieno che per lei avrebbe fatto un sacco di cose. Avrebbe voluto provare a ringraziarlo in qualche modo, ma ogni volta che provava ad esprimere la propria gratitudine, la sua bocca si bloccava, come se non riuscisse più ad esprimere alcun sentimento.

Gioia aveva il cuore rotto e gli occhi rossi e gonfi per il pianto, si era detta di non piangere, ma per lei quello era l'unico modo per sfogare il suo dolore, voleva solo piangere, voleva meditare, non voleva farsi ancora più male di quello che stava vivendo.

I suoi amici non sarebbero riusciti ad arrivare, l'università non permetteva assenze e nonostante si tenessero in contatto perenne con Niccolò per chiedere come stesse la loro amica non ricevevano risposte positive, Niccolò avrebbe voluto anche mentire per farli sentire meglio, ma non riusciva nemmeno a farlo. Dato che la conoscevano davvero bene cercava di farsi aiutare per non sbagliare nulla, per non essere invadente, per cercare di esserle vicino senza strafare, nonostante stessero insieme da qualche tempo il ragazzo non voleva sbagliare niente e a maggior ragione si confrontava molto spesso con Giuseppe.

La ragazza aveva organizzato un funerale semplice, sapeva che essendo a Roma ci sarebbe stata solo lei, Niccolò e Giuseppe, ma le andava bene così, voleva passare del tempo con sua madre senza nessun'altra persona, voleva dirle addio, voleva augurarle buon viaggio, ma era doloroso e realizzare era sempre più difficile. Di Niccolò aveva apprezzato il fatto che non le avesse mai detto "ti capisco", "comprendo" o "immagino", perché la perdita di una madre non la so comprende se non la so prova e lei questo ovviamente non lo augurava a Niccolò.

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