34. Ho paura ti succeda qualcosa"Te la senti davvero di venire in università?" Ludovica era venuta davanti casa appena l'avevo chiamata, non se lo era fatto ripetere due volte. Dopo che le avevo chiesto di portarmi in università con lei subito si era preoccupata per il mio stato di salute, ma sapevo benissimo che in quel momento non mi serviva il riposo assoluto, il giorno prima avevo fatto un'ecografia e nei limiti del normale sembrava essere tutto regolare, la dottoressa giustamente mi aveva detto di fare attenzione ai movimenti, ma non mi aveva detto di rinchiudermi in casa e non fare più nulla.
"Sì Ludo, manco da molto tempo e vorrei venire a fare almeno i laboratori, alla fine oggi mi sento veramente bene, perchè non dovrei?" Volevo davvero vivere un giorno che avesse la parvenza di normalità, da quando avevo scoperto i rischi della mia gravidanza avevo limitato tutto, dalle uscite per fare semplicemente la spesa, alle serate con gli amici, a volte li avevo invitati a casa, ma Niccolò non mi aveva permesso nemmeno di cucinare, pur di non farmi stancare.
"Perchè ho paura che ti succeda qualcosa." Il mio ragazzo sicuramente stava origliando discretamente, fino a quel momento, la nostra conversazione tanto da intervenire, zitto non riusciva davvero a stare, la sua preoccupazione lo faceva fremere, doveva sempre dire la sua e soprattutto mi doveva controllare.
"Niccolò tu hai paura, io sto talmente tanto male psicologicamente che ho bisogno di uscire, non dico di andare a fare serata perchè non mi sembra nemmeno il caso, ma adempiere ai miei doveri è l'unica cosa che posso fare e se mi fa leggermente evadere da questo mondo mi sembra la cosa migliore da fare." Mi sentivo davvero rinchiusa in una gabbia, capivo davvero l'apprensione di Niccolò e giustificavo anche il suo comportamento, ma volevo per un giorno essere una persona normale una persona che riusciva a passare una giornata, o almeno una parte della giornata, senza pensare a quel bambino che non avrei mai potuto stringere tra le mie braccia.
"Non voglio che tu stia lontano da casa Gioia, se ti dovesse succedere qualcosa mentre io non ci sono?"
"Niccolò esci anche tu, svagati un po' stai sempre in casa con me, al massimo vai a lavoro e a volte vuoi che venga con te pur di non farmi rimanere sola. Non vedi più i tuoi amici senza la mia presenza, non ti manca una birra in loro compagnia? Non ti manca fare apprezzamenti su ragazze sconosciute? E non negare, lo so che lo fate." Eravamo da sempre stati una coppia con i propri spazi, avevamo da sempre avuto la libertà di svagarci con i nostri amici senza sentirci in dovere di stare insieme come se non ci fosse un domani, non potevamo privarci dei nostri amici, delle nostre giornate con loro per vivere in simbiosi. Essendo entrata a far parte della sua comitiva, ovviamente, era più il tempo che passavamo insieme, rispetto a quello che passavamo da soli, ma di sicuro se uno dei due voleva fare una serata solo ragazze o solo ragazzi, non ce lo saremmo negati, la libertà era alla base di tutto, insieme alla fiducia, solo che da quando ero rimasta a incinta Niccolò non aveva fatto altro che voler stare vicino a me in tutte le ore del giorno, analizzava ogni mio minimo comportamento, osservando anche quelle poche espressioni sul mio viso, anche se mi prudeva il naso Niccolò se ne accorgeva e si preoccupava perché pensava fosse qualche fitta dovuta alla gravidanza.
STAI LEGGENDO
Saresti la risorsa per ogni sorriso 2 /Ultimo/
FanficSequel di "Saresti la risorsa per ogni sorriso" Niccolò ha bussato alla porta di Gioia facendo terminare la ricerca del coinquilino da parte della ragazza. I due hanno imparato a conoscersi, litigando e facendo pace continuamente. I loro litigi li...