Capitolo 27

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Mi sono fatta una doccia veloce, ma per quanto me la sia presa con calma, mi ritrovo a vagare per il mio appartamento in preda al panico. Quando prima l'ho chiamato non ho riflettuto veramente su quello che stavo dicendo, ora però non posso tirarmi indietro, lo voglio è vero, gliel'ho detto, quindi di cosa mi devo preoccupare. Provo con la tecnica della respirazione, ma questa volta non funziona, continuo a girare come un trottola per tutto l'appartamento, l'ansia che provo la fa da padrona.

La mia maratona casalinga viene interrotta dal campanello, corro a darmi un'ultima sistemata hai capelli davanti lo specchio e mi dirigo alla porta. Guardo l'occhiello e lo vedo li in piedi ad attendermi. Faccio un respiro profondo e apro la porta, provo a tirare fuori il sorriso più convincente che ho ma quando me lo trovo davanti noto che mi ha anticipato, fa il solito sorriso che mi disarma. "Posso entrare tesoro?". Mi faccio di lato e accompagno il suo ingresso con il mio braccio, come a dargli un benvenuto medioevale. Entra ma si volta subito a cingermi i fianchi, posa la sua mano sulla mia e insieme accompagniamo la porta per chiuderla. "Comunque anche io ti voglio Serena, sono qui sono tuo". Fremo dal suo respiro sul collo, mi avvinghio a lui e cingo le gambe intorno al suo bacino. "Non sai da quanto tempo desideravo che accadesse, ti amo Serena". Non rispondo e mi fiondo sulle sue labbra. Non sono ancora pronta a dirgli ti amo, mentirei a me stessa se glielo dicessi senza provarlo. Con molta calma so di poterci arrivare, ma non in questo momento, adesso lo voglio fisicamente voglio sentirlo mio.

Mi lascio andare alle sue carezze e ai suoi baci passionali, mi abbandono completamente a lui, voglio lasciarmi andare, voglio avere una seconda occasione, me la merito. Non immaginavo, di poter provare questo con un'altra persona e mai avrei immaginato di trovarmi in questa situazione proprio con Guido.

Lo accarezzo e lo stringo a me, ansimiamo e continuiamo a stringerci l'uno nelle braccia dell'altro, i nostri corpi nudi si fondono, mi muovo abbandonandomi al piacere, ma la mia mente vaga come se non stesse partecipando. Provo a concentrarmi su di lui, ma sento di essere distante. Percepisco che è quasi al culmine, ma io non ci sono neanche vicina, continuo a farmi guidare da lui, dall'istinto ma sento che non è come dovrebbe essere. Mi distendo al suo fianco, ma non riesco a provare nulla, sono come un involucro vuoto. Perché sono così bloccata, pensavo, anzi ero sicura che tutto tra noi andasse bene, ma dopo questo momento di estrema intimità, mi rendo conto di non avere nessun tipo di affinità sessuale con lui.

Mi alzo immediatamente dal letto, mi avvolgo nel lenzuolo e corro in cucina a bere un bicchiere d'acqua, sento la gola sgretolarsi all'improvviso. Mi lascio scivolare contro il frigorifero, senza tenere minimamente conto della presenza di Guido, sono nel panico, vado in iperventilazione e sento tutto stringersi su di me, mi stringo le gambe al petto per provare a riprendere il controllo. Tutto diventa di nuovo confusionario e una stretta al petto mi spezza il respiro ogni volta che provo a renderlo più profondo, percepisco la presenza di Guido al mio fianco, eccolo di nuovo qui pronto ad aiutarmi e io mi sento terribilmente in colpa perché non riesco a provare per lui, quello che invece lui non ha mai smesso di provare per me.

"S, che ti prende? Da quanto ti sono tornati gli attacchi di panico?". Mi aggrappo a lui, nella speranza possa aiutarmi a sopravvivere a me stessa, insieme iniziamo gli esercizi di respirazione. Quando finalmente riprendo il controllo, inizio a piangere e a ripetere come un mantra "Scusami Guido". Lui mi stringe e prova a rassicurarmi, nel silenzio della notte, restiamo sul pavimento della mia cucina, incapaci di sfuggire alla realtà dei nostri sentimenti. "Serena calmati e dimmi tutto, anche se so che quello che stai per dirmi farà molto male, liberati. Non puoi fare finta di niente, non ti giudicherò, in fondo ero consapevole a cosa andavo incontro quando ho deciso di continuare ad amarti".

Mi stringo a lui e piango disperata accettando finalmente la verità delle sue parole. "Lo amo Guido e non posso cambiarla questa cosa, ci ho provato credimi non sai quanto, ho lottato con me stessa ogni giorno. Sapevo che quell'amore mi avrebbe spezzata, l'ho rifiutato per evitare che accadesse, ma dopo questa sera non posso più mentire a me stessa, non ho mai voluto prenderti in giro credimi e non hai idea di quanto avrei voluto essere innamorata di te, ma purtroppo non si possono controllare i sentimenti. Anche se in modo diverso io provo qualcosa anche per te, ma purtroppo non ci riesco a dimenticarlo. Per quanto ci provi è tutto inutile". Guido resta al mio fianco in silenzio e insieme ci lecchiamo le ferite che l'amore ci ha procurato. Il silenzio ci inghiotte fino a quando Guido non decide di spezzarlo.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora