Mamma e papà sono stati con noi quasi tutto il tempo, ma poi sono dovuti tornare nei rispettivi reparti. Non so neanche che ora sia, ho perso la cognizione del tempo. Io e Lorenzo non ci siamo mossi da qui, Matty sta riposando e non vedo l'ora che si svegli per scoprire cosa sia accaduto. Dopo una mezz'ora lo vedo muoversi e lamentarsi, mi avvicino e gli stringo la mano, a questo contatto apre gli occhi e mi guarda terrorizzato. La rabbia sale incontrollabile dentro di me vedendolo ridotto in queste condizioni, ma prima di tutto devo calmarlo. "Calmati amore siamo qui, sei al sicuro". Si guarda intorno e capisce di essere in ospedale, fa per alzarsi ma io lo blocco delicatamente per le spalle e lo incito a restare giù. "Tesoro sei in ospedale non ti muovere e rimani disteso, ce la fai a rispondere se ti faccio qualche domanda?" gli chiedo con ansia crescente.
Lo sento bisbigliare. "S...s....si". La rabbia mi sta esplodendo dentro come una forza bestiale, ma cerco di mantenere un autocontrollo apparente."Bene bravo adesso dimmi chi ti ha fatto questo". Gli dico cercando una risposta che mi sta mozzando il fiato.
Si irrigidisce, ma io cerco di tenerlo buono. "Stai tranquillo nessuno ti farà del male sei al sicuro con noi". Fa un respiro profondo che gli provoca una fitta, che gli imperla la pelle di sudore e gli contorce il viso in una smorfia di dolore. Gli do ancora del tempo, ma sento lo stomaco contorcersi per l'urgenza di avere una risposta, una morsa imprigiona il petto facendolo sprofondare come se avessi ricevuto un pugno che mi ha lasciata senza fiato. Lorenzo mi guarda, credo che anche lui stia provando lo stesso.
"è....è sta....è stato Antonio e...e...la sua banda". Le parole escono a fatica, ma non appena sento quel nome mi fiondo sulla porta, Lorenzo alle mie spalle. Mi blocco prima di uscire e mi rendo conto che non possiamo lasciare Matty da solo e non possiamo chiamare mamma e papà per dirgli che stiamo andando a vendicarci. Blocco Lorenzo che si gira stupito "Ma che fai andiamo".
"Non possiamo lasciarlo da solo capisci? è terrorizzato e non possiamo neanche chiamare mamma e papà".
"Bene allora tu resta qui penso io a lui". Fa per andarsene ma lo blocco nuovamente. "Che c'è". Dice esasperato.
"Non puoi andare tu! Antonio è un mio problema, lo ha ridotto così perché doveva farmela pagare, ci penso io". Dico provando a mantenere una calma che non ho.
"No scordatelo non andrai da sola". Mi dice con tono autoritario.
"Non andrò da sola non ti preoccupare chiamerò anche gli altri, ma ti prego resta qui e lascia gestire questa situazione a me".
"Va bene, ma solo se chiamerai Tommaso e Giacomo". Il cuore fa un tonfo tremendo. "Perché hai pensato a Tommaso tra tutti i miei amici?". Mi guarda con un viso dolce, mi sorride e mi accarezza il viso. "Ho visto come ti guarda e sono sicuro che se qualcuno provasse a toccarti sarebbe capace di spaccargli le ossa e io ho bisogno di saperti al sicuro con persone che farebbero di tutto per salvarti". Mi da un bacio sulla fronte "Ora vai a fargliela pagare a quel figlio di...". Faccio un cenno con la testa e inizio a correre più veloce che posso. All'uscita dell'ospedale trovo la macchina esattamente dove l'ho lasciata, ma prima di salire controllo se nel cofano c'è ancora la mazza da baseball d'acciaio che mio padre regalò a mio fratello quando aveva sei anni. Non appena la vedo sento la rabbia bruciarmi dentro ho i flash di mio fratello ridotto in condizioni pietose da quello scarto della società. Parto sgommando, sento il telefono in lontananza vibrare, ma non rispondo non vedo l'ora di arrivare per dare una lezione a quell'animale. Ci metto poco a raggiungere il bar dove so che troverò i miei amici i loro occhi puntano dritti verso di me non appena scendo dalla macchina, non c'è bisogno che li raggiunga perché fanno uno scatto per raggiungermi, evidentemente la mi faccia lascia trasparire tutte le mie emozioni. Il primo a raggiungermi è Tommaso.
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PRIMA O POI BISOGNA TORNARE
RomansaPrima o poi la vita ti porta a tornare nel luogo di origine per chiudere un cerchio, per ritrovare te stesso, per confrontare il vecchio e il nuovo te. Per guardare in faccia quelle che sono le motivazioni che ti hanno spinto ad andare via e magari...