Capitolo 25 (Revisionato)

10 2 0
                                    

DUE ANNI DOPO

Sono passati due anni da quell'estate folle, la mia vita è andata avanti e ne sono successe di cose. Finalmente ho cambiato lavoro, ora non faccio più la barista, ma ho aperto una piccola pasticceria e ne sono la proprietaria, mi piace molto la mia nuova vita, sono una piccola imprenditrice e vado fiera di quello che ho creato con tanta fatica. Molte cose sono cambiate, ma nessun amore mi ha sconvolto dopo Tommaso, sono tornata a casa dopo quella volta e i miei fratelli sono spesso ospiti nel mio piccolo appartamento in centro. Non sono stata l'unica a cambiare, Lollo ad esempio lo è molto, ora sta frequentando il primo anno di università qui a Roma, purtroppo con la sua ragazza le cose non sono andate bene, ma tutte le volte che lo vedo mi racconta delle sue avventure, non nego di provare un po' di gelosia per il mio fratellino, ma provo a farmene una ragione, lui sta crescendo e è giusto che faccia le sue esperienze. Matteo finalmente si è accorto di Caterina la sua compagna di classe, che è innamorata di lui da anni, sembra veramente innamorato e sereno, ha ripreso a pieno le sue attività sportive diventando la punta di diamante della squadra di paese. Penso che riuscirà a realizzare il sogno di diventare un professionista. Amanda e Giacomo hanno deciso di sposarsi e io sarò la sua testimone di nozze, chi se lo sarebbe mai aspettato, d'altronde non è che abbiamo condiviso poi cosi tante esperienze insieme. Sorrido tra me e me, mentre corro disperata verso il negozio di abiti da sposa, è da mesi che vanno avanti i preparativi del matrimonio e oggi finalmente iniziano le prove dell'abito.

"S sei in ritardo di venti minuti, lo sai che potrei perdere l'appuntamento? C'è una lista d'attesa lunga sei mesi!". La vedo li di fronte a me dimenarsi paonazza e infuriata, arrivo a fatica di fronte a lei dopo una corsa di quasi un chilometro, fortunatamente sono allenata. "Am scusami veramente non ho sentito la sveglia, sono stata fino a tardi a lavorare sui registri del negozio".

"Non ci sono scuse, ora ricomponiti e non farmi perdere troppo tempo. Sistemati quella treccia". Sorridendo mi alzo in posizione eretta, riprendo il controllo del mio respiro e sistemo i capelli. Amanda vedendo che eseguo i suoi ordini senza ribattere, si sistema anche lei di riflesso e fa un cenno di assenso, come a sottolineare la sua posizione predominante. Si volta e entra in negozio, acquisendo immediatamente la parte della sposa entusiasta per il suo appuntamento con l'abito della vita, come da copione. La seguo sorridendo, ripensando a come ho sempre immaginato questa scena da piccola e per quanto fosse fervida la mia immaginazione, devo dire che tutto questo è surreale, Am è su di giri, credo che nessuno possa riportarla con i piedi per terra in alcun modo.

Poco dopo sono seduta in questo atelier pieno di abiti da sogno, senza desiderare di indossarne uno come qualsiasi donna che si rispetti. Diversamente dalle mie coetanee, non immagino l'abito bianco come obiettivo di vita, questa cosa infatti scoccia parecchio la mia sposa preferita, preferirebbe una testimone che non mettesse in discussione il sogno di qualsiasi bambina. Diciamo che gridolini di entusiasmo per chiffon, tulle, seta e confetti non sono proprio da me o meglio un gridolino lo farei anche io, ma per un gustoso calice di champagne con molte bollicine. Sorrido a questo pensiero e in quell'esatto momento vedo la tenda spostarsi e la mia migliore amica fare il suo ingresso in un bellissimo abito da sposa, che sembrava essere stato cucito per essere indossato solo da lei.

"Allora come ti sembra?". Le abbiamo coperto gli occhi per impedirle di vedersi subito allo specchio. Sospiro rapita dalla donna che ho di fronte e mi rendo conto che stiamo diventando adulte all'improvviso e la nostra vita si sta trasformando, ricordo ancora quelle due adolescenti che si scelsero per essere sorelle non di sangue, ma di vita.

"è perfetto AM!". La vedo agitarsi perché anche lei vorrebbe vedersi, così decido di interrompere questa tortura, faccio un cenno alla stilista che le fa scivolare le mani dagli occhi. Am mantiene gli occhi chiusi, ma quando si vede riflessa nello specchio si porta le mani al viso e si emoziona. Non riesco a descrivere a parole lo spettacolo che ho davanti, ma ammetto che anche a me, la più cinica delle donne, è scesa una lacrima.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora