Capitolo 4 (Revisionato)

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Una volta saliti in macchina il silenzio si impadronisce anche dell'abitacolo, la gioia che c'era fino a poco prima di incontrare quella massa di idioti, si è dissolta. Dopo un po' è Amanda interrompere questo silenzio frastornante.

"Hey S, stai bene?"

"Si non ti preoccupare". Le dico mentre i lampioni che illuminano la cittadina, illuminano anche il mio viso a intervalli regolari, man mano che percorriamo la strada.

"Non voglio essere indiscreta, ma posso sapere cosa hai provato nel rivederlo?"

"In realtà l'avevo già incontrato nel pomeriggio". Entrambi mi guardano dallo specchietto retrovisore, ma faccio finta di niente e continuo a parlare. "Sono andata via quasi subito, voleva spiegarmi, ma io non ho voluto ascoltarlo. Sapete da un lato ho sempre temuto di rincontrarlo e invece niente, non ho provato nulla, è un capitolo chiuso".

"Vedrai che un giorno troverai la persona adatta a stare al tuo fianco che ti rispetterà come quel coglione non ha saputo fare".

Le parole di Giacomo mi fanno piacere, ma dopo Simone non ho più provato interesse per nessuno è come se il mio cuore, data la delusione si fosse spezzato in maniera irreversibile. Non ho più provato niente che assomigliasse all'amore in questi anni, è anche vero che ho impedito che accadesse respingendo qualsiasi forma di corteggiamento. Non ho più avuto l'esigenza e né la voglia di vedere qualcuno al mio fianco, per questo apprezzo il suo pensiero di incoraggiamento, ma sono fermamente convita di stare bene da sola. Ricordo i suoi svariati tentativi per accoppiarmi con qualcuno dei suoi amici e Amanda poverina, al mio ennesimo rifiuto si trovò costretta a raccontargli cosa era accaduto tra me e Simone, anche se dubito non lo sapesse, tutti al paese seppero di quello che era accaduto quella sera a casa di Isabella. In quel periodo cambiai molte cose nella mia vita, oltre a cambiare esteriormente, feci anche un cambiamento interiore, mi ero chiusa in me stessa, avevo sofferto troppo e non ero pronta a conoscere nessuno e per quanto lo negassi a me stessa e a tutti quelli che mi stavano intorno, ancora stavo soffrendo.

"Sei cambiata molto S".

"Lo so Amanda, ma detto tra noi lo faccio per tutelarmi". Con loro mi sento al sicuro, quindi non ho problemi ad ammettere quali sono le mie barriere.

"S io capisco il tuo essere diffidente, ma non sarebbe ora che ti concedessi una nuova possibilità? Tutti meritano di essere amati".

"Forse hai ragione, ma non credo che questo sia il mio momento e ora parliamo d'altro per favore". So che prima o poi dovrò affrontare questo argomento seriamente, ma per essere il mio primo giorno credo di aver affrontato anche troppo. Fortunatamente i miei amici assecondano il mio volere e lentamente si ristabilisce un'atmosfera tranquilla.

Una volta riaccompagnata a casa, cerco di salire le scale senza far rumore non voglio svegliare i miei genitori. Noto che i miei fratelli non sono ancora rincasati, quindi ne approfitto per dedicarmi a me stessa, entro in bagno e procedo a struccarmi e a mettermi il pigiama. Mi godo ogni momento di intimità che ho nel bagno, perché so che qui non ho bisogno di indossare nessuna maschera posso essere me stessa. Sembra strano da credere, ma è come se fosse il mio piccolo regno, qui dentro inizio e concludo tutte le mie giornate, indossando e spogliandomi della stessa corazza che continuo a portare da sei anni, alle volte è cosi pesante e allo stesso tempo così sicura. Torno a pensare a come non ho permesso a nessun ragazzo di avvicinarsi a me, ho chiuso in un cassetto tutti quelli che erano i miei sentimenti, non ho più pianto se non quando sono stata sola, non ho più amato perché l'amore comprende anche la sofferenza e quella che avevo provato io era un mix di delusione e tradimento. Non sono più disposta a provare quel dolore lacerante per nessuno, involontariamente mi avvolgo in un abbraccio come a impedire che i pezzi di quel dolore provato, tornino a cospargersi intorno a me. Ero riuscita a chiuderlo in un cassetto immaginario, che avevo seppellito nel posto più remoto e buio della mia mente. Sapevo che sarebbe stato difficile tornare a casa e quello che sta accadendo non mi stupisce affatto. In questi anni trascorsi lontano da qui ho imparato a essere pessimista la mia teoria è che cosi facendo si è pronti ad affrontare tutto, perchè è facile accettare le cose belle, ma quelle brutte, quelle si che sono una sfida e io non voglio più perdere il controllo della mia vita. Mi sono ritrovata in ginocchio ad affrontare gli avvenimenti che mi risucchiavano come un uragano, senza che potessi fare niente, poi a fatica mi sono rialzata e ho fatto una promessa a me stessa. Non sarò mai più spettatrice della mia vita, in questi nuovi capitoli sono io a scrivere, non permetterò più a nessuno di calpestarmi e intendo mantenere questa promessa per sempre.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora