Capitolo 7 (Revisionato)

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Una volta rientrata non sono riuscita a chiudere occhio, la sua voce ha continuato a rimbombarmi nelle tempie senza sosta e flash dei suoi sguardi sono tornati a tormentarmi risvegliando il mio corpo senza permesso. La notte è passata in un fastidioso dormiveglia, con lui che tornava incessantemente a farmi ricordare che ho chiuso i miei sentimenti in un angolo nascosto della mia anima e sono fermamente convinta di volerli lasciare li dove sono. Stravolta da quei pensieri decido di alzarmi non voglio accettare quello che sto provando, voglio tornare a Roma, ma questo significherebbe solo una cosa...fuggire e questa cosa non mi appartiene più, ormai affronto tutto quello che mi si para davanti a testa alta. Conosco solo un modo per evadere, faccio uno scatto per abbandonare il mio letto, guardo l'orologio che segna le sei in punto, mi infilo la tuta faccio una coda alta e in un attimo sono già fuori casa a solcare la strada metro dopo metro, chilometro dopo chilometro. Senza ascoltare la fatica, concentrandomi sul battito del mio cuore fino a liberare del tutto la mente e torno a essere libera come quando ho preso la valigia e sono andata via da qui, lontano da tutto e da tutti per ricominciare da capo, per ricominciare da me. Il fresco della mattina mi accarezza e mi avvolge facendomi sentire viva. Continuo a correre senza sapere dove sto andando, continuo fin quando seguendo il sentiero arrivo al lago di Vico, una distesa di acqua che si disperde sotto i miei occhi, la musica che pompa nelle orecchie dandomi finalmente un po' di serenità... quando ad un tratto sento una cuffietta scivolare via, alzo lo sguardo e incontro quegli occhi dal quale stavo scappando. Il cuore batte e il mio petto continua una danza ritmica che fa su e giù, provo a regolarizzare il respiro dopo quella corsa sfrenata e disperata, ma al tempo stesso cerco di riprendermi anche dal tonfo che il cuore ha fatto incontrando quegli occhi. Il suo sguardo si posa su di me sono li bloccata e inerme catturata da quell'azzurro che mi scava dentro.

"Buongiorno". Un sorriso malizioso si fa spazio sulle sue labbra carnose che lasciano intravedere dei denti bianchi e una lingua che si muove sinuosa come se mi stesse invitando ad assaggiarla. Sussulto a quel pensiero e lo allontano velocemente dalla mia mente, quando sono vicino a lui non ho più potere sul mio corpo e sui miei pensieri.

"Che ci fai qui? Sei per caso uno stalker?" Si allontana un po' da me sorridendo e io riprendo possesso del mio spazio personale. Si volta verso il lago e continua a parlare. "No semplicemente non riuscivo a dormire".

"Perché?" Azzardo a chiedere, forse con la speranza che anche il suo sonno sia stato disturbato dalla mia presenza, come la sua ha disturbato il mio.

"Perché tu continuavi a tornarmi in mente". Dice con tutta la calma del mondo, come se mi stesse parlando delle previsioni metereologiche. "E tu perché cosi mattiniera?".

Trasalisco a quella domanda e mento spudoratamente. "Sono abituata ad alzarmi sempre presto con gli orari del mio lavoro e anche quando sono in vacanza non perdo questa abitudine".

"Capisco, avrei preferito che ti fossi alzata per il mio stesso motivo". Lo guardo ed è serio, ma questo ragazzo che problemi ha? Sembra quasi innamorato da come parla.

"Ma la smetti di dire scemenze?"

"E tu la smetti di mettere in dubbio tutto? Perché sarebbe così strano se una persona si interessasse a te?"

"No non ci sarebbe niente di strano, ma...ma".

"Ma cosa?" Si gira per guardarmi in faccia e mi costringe a fare lo stesso, prendendo il mio viso e costringendolo a guardarlo dritto negli occhi, ma questo non mi fa perdere la fiducia nelle parole che sto per pronunciare.

"Ma lo dici in maniera troppo viscerale, come faccio a crederti non ti conosco, non so chi sei". Le parole mi escono fuori come un vortice incontrollabile, sono più sincera di quanto vorrei.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora