Capitolo 2 (Revisionato)

90 18 9
                                    

Finalmente sono arrivata, non mi sembra vero di essere qui...le porte del treno si aprono e riconosco la brezza che mi scompiglia i capelli, SONO A CASA, penso tra me e me. Un leggero sorriso si fa spazio sulle labbra e come ogni volta i miei polmoni è come se riconoscessero l'aria pulita delle mie montagne.

Mi appresto ad uscire dalla stazione e mentre mi avvicino riconosco le due figure di fianco alla mia inconfondibile macchina, una panda 4x4 rossa fiammeggiante come una Ferrari, con la differenza che della Ferrari ha solo il colore, rido di quel pensiero e raggiungo i miei fratelli che sono venuti a prendermi. Con una leggera corsa mi slancio verso di loro che ovviamente mi afferrano al volo. Lorenzo e Matteo sono le mie gioie più grandi, i miei più grandi amori, li adoro e da quando sono andata via non ho fatto altro che sentirli ogni giorno anche se non posso dire che fosse come averli vicini, ma per lo meno sentirli giornalmente era come averli con me. Quando sono andata via la cosa più difficile è stata quella di separarmi da loro, abbiamo sempre avuto un legame viscerale sin da bambini e averli di nuovo qui di fronte a me mi procura una gioia indescrivibile.

"Sorellona era ora che tornassi a casa". Urla Lorenzo, tutti i presenti si voltano a guardarci e come se non bastasse, dall'alto del suo metro e novanta, mi ha alzata come fossi un trofeo. Vorrei sotterrarmi, ma mi intenerisce questo suo modo di fare sembra un ragazzino il giorno del suo compleanno mentre sta scartando i suoi regali. Gli occhi gli brillano e anche se sta dando spettacolo, il mio cuore fa i salti di gioia.
"Mettimi giu idiota fai sempre così". - Urlo imbarazzata, facendo guizzare il mio sguardo da un passante all'altro, che inevitabilmente ci punta gli occhi addosso. Mi mette giu e lo fulmino con lo sguardo, tento di risistemarmi, ma vedo Matteo che fa per avvicinarsi con uno sguardo furbo e lo freno subito con la mano.
"Non ci provare, sai che ti gonfio". Faccio un passo indietro per assicurare una certa distanza tra me e lui.
"Oh la sorellona ci minaccia e è arrivata da appena cinque minuti". Lorenzo fa una faccia che simula il terrore, ovviamente è tutta scena, ma non posso fare a meno di sorridere.
"Si diremo a mamma e papà che non ci tratta bene". Matteo incrocia le braccia davanti al petto, questa immagine mi riporta alla mente la nostra infanzia e non posso fare a meno di scoppiare a ridere, seguita dai miei due scimmioni preferiti.
"Fratellino sarai anche alto un metro e ottanta ma resti sempre il solito ragazzino che corre da mamma e papà". Dico facendo fatica a mantenermi in posizione eretta per le risate. Ci dirigiamo verso la macchina, mi fermo e basta uno sguardo a Lorenzo che mi lancia istantaneamente le chiavi del bolide.
"È incredibile non è neanche arrivata e già mi relega dietro, uffa!". Le lamentele di Matteo sembrano proprio quelle di un bambino di tre anni e non possiamo fare a meno di ridere, mi rendo conto che tutto questo mi è mancato in questi anni, forse tutto sommato non è stato un male tornare. Guido verso casa con la musica a tutto volume cantando a squarciagola i Muse come faccio sempre quando sono alla guida, da che ne ho memoria non ho mai guidato senza ascoltarli, anche perché non sono proprio la tipa da compilation del momento, sono più vecchia scuola. Ho la sensazione che nulla sia cambiato dalla mia partenza. Finalmente in lontananza vedo apparire le mie fantastiche montagne, così possenti e maestose, abbasso leggermente il finestrino e lascio entrare l'aria nell'abitacolo, faccio un respiro profondo e mi sento bene.

Lorenzo e Matteo mi guardano felici e mi accarezzano la mano.
"Ci sei mancata veramente, sono felice che ti fermerai con noi per un po'". Lorenzo mi guarda di sottecchi. Mi mettono a disagio i sentimenti, ma tempo fa imparai a sforzarmi ad aprirmi di più. La perdita della nonna mi ha costretto a fare i conti con le parole non dette che sono rimaste bloccate in me come frammenti di anima inespressi, per questo mi sono ripromessa di non perdere più nessuna occasione per esprimere quello che provo.

"Mi siete mancati anche voi ragazzi". Provo a simulare una naturalezza che evidentemente non mi appartiene quando si tratta di essere sentimentale. Teoria dimostrata dai loro sguardi stupiti ma felici, non sono abituati ad associare la mia immagine a quella di una ragazza che si lascia trasportare dalle emozioni, ma fortunatamente anche io alle volte dimostro di avere un cuore. Sorrido e percorro quella strada tanto familiare come se non avessi mai smesso di farlo, mi godo ogni momento con i miei fratelli e sento che questa sarà l'occasione giusta per affrontare i fantasmi del passato.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora