Capitolo 28

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Seguiamo il corteo di auto, ma l'atmosfera legata a questa giornata va molto in contrasto a quella che c'è dentro questa macchina. Sento il bisogno di parlare e tirare fuori tutto, ma lo vedo troppo teso e arrabbiato, continuo a non sapere da dove cominciare. Il silenzio viene interrotto dal propagarsi della musica in auto, sulle note di Baby di Madame, apro il finestrino e mi faccio abbracciare dal calore del giorno, che entra prepotente dentro l'auto. Provo a girare il viso e lo vedo fissare la strada come perso nei suoi pensieri, decido di farmi coraggio, abbasso la musica e inizio a parlare guardando davanti a me, gli occhi fissi sulla strada.

"Tommaso, io e Guido non stiamo insieme!". Continua a non guardarmi, sembra quasi non mi abbia ascoltata. "Tommaso..." poggio inconsapevolmente la mia mano sulla sua, con quel contatto sembra tornare alla realtà, mi guarda confuso e io non ce la faccio più devo dirgli adesso quello che provo, anche perché se continua a guardarmi con questo sguardo rabbioso, non troverò mai più il coraggio di confessargli la verità. "Tommaso io ti amo". Il suo sguardo si sposta nuovamente sulla strada, preme sull'acceleratore superando tutte le auto, mi attacco letteralmente al sedile. Arriviamo in una specie di radura in piena campagna, quando finalmente arresta quella corsa da pazzo, scende dalla macchina e inizia a fare su e giù, alzo gli occhi al cielo e lo seguo.

"Tommaso". Continua a non ascoltarmi e ora sta iniziando veramente a infastidirmi. "Ma insomma, Tommaso vuoi ascoltarmi si o no?". Alzo la voce imponendo la mia autorità sulla situazione.

Ottengo finalmente la sua attenzione, ma non come pensavo, con pochi passi mi si piazza davanti, questa volta non mi faccio sopraffare dalle paure, mi faccio avanti anche io e lo abbraccio. Lo sento rilassarsi sotto il mio tocco esattamente come succedeva a me quando non riuscivo a calmarmi, sorrido... e come se avessi sbloccato i miei ricordi, torno a ricordare cose che avevo rimosso volontariamente, quando lui non c'era.

"Tommaso io non ce la faccio più a ostacolare il mio amore per te, mi sei entrato dentro e non te ne sei più andato... cosa che in realtà hai fatto, mi hai lasciata e in questi due anni ho cercato di raccogliere tutti i pezzi di quell'amore sfumato, per fare pace con il mio passato."

Si allontana, improvvisamente e io sento di nuovo quel vuoto. "Vedi, ti allontani ogni volta che provo a essere tua, non capisci che sei tu ad uccidere me! Mi hai aperto il cuore, non sapendo però che se tu non ci sei dentro, non può battere per nessun altro! Ci ho provato, Dio sa quanto ci ho provato ad andare avanti, ma non appena sei riapparso tutto quello che avevo costruito, con tanta fatica è andato in fumo!". Resto in silenzio, con la speranza di avere anche la più piccola delle reazioni che non arriva, sta li di fronte a me impassibile, ma questa volta anziché spezzarmi, comincio ad arrabbiarmi sul serio. "Vuoi dire qualcosa?". Urlo disperata.

Si porta una mano tra i capelli e dopo altri interminabili minuti, decide finalmente di parlare. "Sai S, tu sei l'unica donna sulla faccia della terra, che riesce a fare di me quello che vuole; da quando ho saputo che ti avrei rivisto non c'è stato un giorno che non ti abbia pensata, non sono più riuscito a essere lo stesso, ti volevo, ti voglio e ti vorrò sempre, ma non so se il mio amore sia la cosa migliore per te. Ho osservato molto te e Guido e le parole che mi hai detto quella sera, mi hanno fatto capire che effettivamente tu con me hai sempre sofferto e per quanto ti amo, non posso continuare a farti del male".

Non posso ascoltare altre idiozie del genere, questa volta sono io a farmi avanti eliminando ogni distanza che c'è tra noi. "Abbiamo già provato a stare lontani e a cosa è servito? Tommaso io non voglio più accontentarmi di una vita senza di te, io ti voglio sempre vicino anche se questo significa soffrire, sarò ben lieta di farlo se significa averti nella mia vita."

Finalmente si fa avanti e mi bacia, mi stringo a lui come se avessi paura di perderlo ancora, mi nutro di lui e brucio... brucio della stessa passione che mi aveva accesa anni fa. Sono sempre stata sua anche quando non ne ero consapevole, pensavo che non avrei più provato queste sensazione, avevo paura di non averlo più tra le mie braccia, di non sentire più il suo corpo contro il mio. L'aria è elettrica e l'eccitazione aumenta, continuo a baciarlo come se non avessi mai smesso, il suo abbraccio si fa sempre più possessivo e io vorrei che questo momento non finisse mai.

PRIMA O POI BISOGNA TORNAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora