Attraverso il corridoio sentendo i miei passi che si susseguono in maniera regolare uno dopo l'altro, ripenso al suo sguardo e come un tempo quegli occhi mi facevano battere il cuore. Ricordo benissimo il pomeriggio che decisi di dichiararmi a lui. Come sempre ci incontrammo sulle rive del lago, ricordo quanto tempo ci impiegai a prepararmi, scelsi con cura l'abbigliamento, l'acconciatura dei capelli, il trucco. Restai chiusa in bagno per ore a preparare il discorso da fargli e non sapendo bene cosa dirgli così decisi di scrivergli una lettera, fu talmente semplice perché le parole uscivano da sole, la penna scorreva sul foglio, mettendo nero su bianco i miei sentimenti. Dopo ore passate in preda all'ansia e all'euforia, mi recai all'appuntamento fiduciosa. Lo trovai li ad attendermi, bello come il sole. Lo salutai e si voltò subito a guardarmi, un sorriso sincero contornava il suo bel viso, il suo sguardo incentrato su di me mi faceva battere il cuore all'impazzata. Ricordo ogni particolare di quel pomeriggio, iniziammo a parlare del più e del meno come facevamo sempre, ma io non ero la stessa di sempre rispondevo a monosillabi, perché presa dal panico da quello che avrei fatto di li a poco, aspettavo solo il momento più opportuno per farmi forza. "S ma cos'hai oggi? Sembri distratta". La sua voce mi destò dal turbinio di sentimenti e di parole che affollavano la mia mente, come se avessi perso la capacità di razionalizzare parole e pensieri. "scu...scusa Simone è che ho un pò di cose per la testa". "Tipo?". Eccolo il fatidico momento era arrivato, feci un respiro profondo per cercare di calmarmi, ma come previsto il mio cuore, come se non aspettasse altro cominciò a battere ancora più forte, come se fosse possibile, lo sentivo tuonare dentro le orecchie sempre più intensamente. "Io...io...insomma...devo darti questa". Con un gesto veloce estrassi dalla borsetta la lettera e gliela porsi senza guardare il suo viso. Mi alzai e gli chiesi di leggerla solo quando sarei andata via e senza aspettare una sua risposta corsi verso casa. I ricordi sono ancora nitidi nella mia mente, mi sembra impossibile come vadano in contrasto con le sensazioni presenti che provo per la stessa persona.
"Hey S stai bene?"
Senza rendermene conto ero arrivata di fronte alla stanza di mio fratello, non so per quanto tempo sono rimasta impalata li persa nei miei pensieri. Mi riprendo in fretta "Si si tranquillo ero sovrappensiero..è passato il medico e mamma e papà dove sono?". Li cerco con lo sguardo dentro la stanza ma non vedo nessuno, neanche Matty e l'ansia sale vertiginosamente. Inizio ad agitarmi. Lorenzo mi poggia le mani sulle spalle e mi costringe a guardarlo. "Calmati, ascoltami hey, Matty sta bene lo hanno portato di sopra per fare degli accertamenti, come ti ho detto la nottata è stata tranquilla, ma mamma e papà hanno chiesto al medico di fare ulteriori controlli per stare tranquilli". Cerco di far tornare il respiro regolare e di tranquillizzarmi entro dentro la camera per attendere che tornino indietro.Mentre aspetto ripenso a tutto quello che è successo in questi giorni, non posso ancora crederci che si siano spinti a tanto, ci dovrebbero essere dei limiti che non dovrebbero essere superati. Spero di non avere più motivo di scontrarmi ancora con loro... tutta quella situazione mi ha fatto perdere il controllo, ho vissuto un'esperienza simile quando a scuola fui presa di mira per un tempo che non saprei quantificare, e quando mi sono ribellata non sono riuscita a ragionare lucidamente, una rabbia incontrollabile è esplosa e anche in quel momento ho risolto il problema nell'unico modo che avevo per farmi rispettare. Non giustifico neanche con me stessa questi scatti d'ira e non me li perdono facilmente, ma purtroppo per come la vedo io alle volte bisogna difendersi a tutti i costi. Ho cercato di non abbandonarmi più a questi sentimenti, ma questa volta proprio non ne ho potuto fare a meno. Attaccare un ragazzo in gruppo accerchiandolo senza dargli la possibilità di difendersi alla pari è veramente una cosa da vigliacchi, questi atti di bullismo non ce la faccio proprio a giustificarli. Sento Lorenzo che mi avvolge in un abbraccio e noto che sono un fascio di nervi, probabilmente pensare a mio fratello circondato e indifeso mi ha fatto irrigidire e questa cosa non deve essergli sfuggita, mi abbraccia senza chiedermi niente. Il mio viso non deve essere difficile da decifrare per lui. "Stai tranquilla va tutto bene non ti preoccupare nessuno toccherà mai più Matty".
Mi allontano un po da lui per guardarlo meglio, quelle parole mi fanno rabbrividire "Che cosa intendi?". Lo scruto con attenzione, il suo sguardo si fa duro e un sorrisino che non mi piace prende spazio sulle sue labbra. "Anche io ho fatto recapitare un messaggio al caro Antonio, non credo lo vedremo più in giro con la sua adorata moto. Nonostante tu l'avessi ridotta male io mi sono assicurato che non la possa usare più".
Mi allontano da lui per guardarlo meglio "Ti avevo detto che me ne sarei occupata io". Porta le braccia al petto e le incrocia torreggiandomi. "Lo so ma anche io volevo fare la mia parte, sono arrabbiato quanto te e anche io volevo vendicarmi".
"Mi ero vendicata io per tutti e due". Scioglie le braccia e fa per avvicinarsi ma non glielo permetto.
"Sei ingiusta è anche mio fratello". Prova a replicare, ma il mio cervello si rifiuta di ascoltare ulteriori parole.
"Tu non capisci". Scuoto la testa all'idea di lui che ha rischiato di essere coinvolto da quella banda di pazzi.
"S capisco benissimo ma la devi smettere di fare la paladina del mondo io e Matty siamo cresciuti e siamo tutti dalla stessa parte, non c'è bisogno che tu ci tenga fuori. Non puoi sempre farti carico dei problemi di tutti, farti aiutare non significa che tu sia meno forte di quello che già sei". Le sue parole mi lasciano di stucco, forse ha ragione non posso sempre difenderli e ormai non sono più dei bambini. "Hai ragione scusami, ma non sopporto che qualcuno vi faccia del male".
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PRIMA O POI BISOGNA TORNARE
RomancePrima o poi la vita ti porta a tornare nel luogo di origine per chiudere un cerchio, per ritrovare te stesso, per confrontare il vecchio e il nuovo te. Per guardare in faccia quelle che sono le motivazioni che ti hanno spinto ad andare via e magari...