GIULIA
Vi è mai capitato di alzarvi una mattina con la voglia di abbandonare questo mondo? A me si, tutti i giorni da due mesi.
Il peso della vita è troppo pesante per delle spalle così piccole e così deboli come le mie.Vi è mai capitato di passare un momento così brutto da non avere più la forza o la voglia di mangiare? A me si, per questo sono pelle ed ossa.
In questi due mesi ho vissuto tra ospedali e casa, troppo peso perso e troppi tagli sul mio corpo. Ho tentato più volte a suicidarmi, ma ho avuto, non so come, sempre la forza di fermarmi all'ultimo.
Ho continui attacchi di panico ogni notte, ogni giorno da due mesi.In questi due mesi la mia vita è stata stravolta:
Non mangio, non dormo e per questo ho delle occhiaie orrende, non cerco neanche di coprirle, ho gli attacchi di panico e gli incubi.
Ho desiderato di morire ogni giorno.
Ho passato due mesi di inferno e continuerà.Sono qui, ti aspetto.
Dove sei? Perché mi hai lasciata qui?
Ti raggiungerò presto! Dove sei?Una luce bianca viene verso di me, urlo e mi dimeno. Sento delle voci chiamarmi e non capisco da dove provengano. Nel frattempo la luce è sempre più vicina e mi colpisce violentemente.
Apro gli occhi, il sudore mi cola dalla fronte e passa al collo. Anche la mia felpa è bagnata.
<<Giulia, Giulia tesoro apri gli occhi>> mia madre mi accarezza il viso.
Lacrime calde scendono sul mio viso e si mischiano con il sudore.
<<bevi questa>> mio padre si avvicina e mi porge una bottiglietta d'acqua.
<<ti abbiamo sentita urlare e ci siamo spaventati>> continuò lui.<<sto bene>> prendo l'acqua e ne bevo un po'.
<<non è vero che stai bene>> mia madre mi guardò male.
<<mamma davvero, non voglio litigare, non è il momento>> mi asciugo le lacrime e mi alzo dal letto.
Prendo un pigiama pulito e vado in bagno, mi guardo allo specchio e resto inorridita. Sono brutta, ho delle grosse occhiaie e non mi piaccio. Non mi piacevo prima figuriamoci ora che l'unica cosa visibile del mio corpo sono le ossa.
Mi spoglio e guardo il mio corpo tutt'ossa, odio il mio riflesso.Entro in doccia e mi lavo, mi abbandono al calore dell'acqua, anche se è settembre amo lavarmi con l'acqua calda quasi bollente, voglio farmi male, sempre.
Esco dalla doccia e mi guardo allo specchio, che schifo. Apro i cassetti in cerca di una lamenta ma non ce ne sono, mia madre deve averle tolte tutte.
Mi asciugo, mi vesto e torno in camera dove c'è ancora mia mamma.
<<cosa c'è?>> chiedo mettendomi sotto il lenzuolo.
<<nulla, sono solo preoccupata per te. Lo sai che ti vorrebbe vedere felice, lo sai che non è stata colpa tua..>>
<<mamma ti prego, basta.>> Le lacrime scendono da sole e non riesco a farle sparire.<<Tu non capisci! Non mi comprendi! Non sto bene, sono malata, sto cadendo a pezzi. Sarei dovuta morire io quella sera!>> urlò tutto quello che potevo dire in quel momento.
Mia mamma comincia a piangere e mi abbraccia.
<<sei così fragile amore mio, io ti capisco, posso solo immaginare quello che stai passando. Ti voglio bene, ti prego non dirlo mai più, ti prego>> Mia mamma si aggrappa a me, vorrebbe sentire calore da questo abbraccio ma l'unica cosa che sente sono le mie ossa.La mattina suona la sveglia, mi alzo e guardo l'orario: sono le 10:30 e alle 11 devo partire. Oggi è il 1 Ottobre. Non ho la minima voglia di alzarmi e partire, andare lì mi farebbe solo del male.
Controvoglia mi alzo e mi preparo, non faccio neanche colazione nonostante le lamentele di mia madre.
Mio padre prende le valigie e le mette nel cofano.
<<dai, è ora>> mi accarezza il braccio e sale in auto.
Penso al fatto che dovremmo essere entrambe a partire per quel magico posto ma ci sono solo io, con il cuore vuoto e il senso di colpa.
Salgo in macchina e mi metto le cuffie, devo fare più o meno 7 ore di macchina.Siamo arrivati alle 19:15, abbiamo fatto solo una sosta per mangiare qualcosa a ora di pranzo.
Scendo dall'auto con i miei genitori e mi fermo con le valigie in mano a guardare l'edificio che si innalza davanti a noi.Sono qui, ti aspetto.
Sono in quel posto che abbiamo tanto sognato, in quel posto dove tu, come tuo ultimo desiderio, volevi che io andassi.
Ora sono qui e ti sto aspettando, aspetto che tu apra quella porta e mi venga incontro.
Ti aspetto anche se so che non ci sei, che non tornerai, perché la vita è malefica. Strappa dal mondo sempre i fiori più belli.
Mi manchi e non posso fare nulla per colmare questa cosa.
Mi mancano i tuoi bacini,
i tuoi abbracci,
i tuoi sorrisi,
le tue urla,
i tuoi scherzi.Mi manchi tu, e il vuoto che hai lasciato è la cosa più difficile da colmare.
Come si colma un vuoto che ti ha lacerata dentro?
Non si può.<<Giulia dobbiamo entrare>> mia mamma mi stringe la mano.
<<io aspetto qui>> disse mio padre appoggiato all'auto, lo saluto e con mia mamma entro nell'edificio: Accademia Custodisci l'Arte.Appena entrata rimango stupita dalla bellezza dell'atrio. Le pareti vanno dal rosa al verde pastello, è accogliete. Sui muri ci sono attaccati tutti i dischi d'oro, di platino e di diamante che hanno collezionato tutti gli artisti che hanno studiato qui.
C'è anche una sezione dedicata ai ballerini, sui muri ci sono appesi tutti i grandi traguardi che hanno fatto:
Ballerini che ballano alla scala di Milano, altri invece che ballano al fianco di star come Beyoncé, Britney Spears, Ariana Grande, ecc..Come vorrei essere su quel muro.
Io e mia mamma andiamo in segreteria dove una signora sulla cinquantina mi dà tutte le informazioni e gli orari delle lezioni.
<<Queste sono le chiavi della tua camera, tieni cara>> Laura ovvero la segreteria, mi porse una chiave con il numero della camera appiccicato vicino.
<<la direttrice vi vorrebbe parlare, prego, da questa parte>> ci accompagna all'ufficio della direttrice e dopo averci annunciate torna alla sua scrivania.
<<Benvenute, prego, entrate>> ci fa accomodare difronte a lei.
Mi guarda come se sapesse la mia situazione, ci scommetterei tutto l'oro del mondo che mia mamma l'ha informata.<<come ben sai sei un mese in ritardo rispetto agli altri, ma non è un problema. Sicuramente i compagni dei tuoi corsi ti aiuteranno molto volentieri. Spero che tu ti possa sentire a casa e che ti possa trovare bene, per qualunque cosa non farti problemi a venire qui. Magari ci sediamo e prendiamo insieme un caffè o qualcos'altro>> Si rivolge a me con tono premuroso, lei sa.
Sicuramente dentro di lei mi sta giudicando come non ha mai fatto.
Finiamo la conversazione e con molta difficoltà trovo la stanza.
La cosa bella di questa Accademia è che i dormitori non sono divisi in quello maschile e femminile, ma sono misti, non fanno differenza di genere qui e la cosa mi fa piacere.Adesso mi piace, ma non ci volevo venire. Mi ero iscritta ai casting con lei, li avevamo fatti insieme ed entrambe siamo state prese. Ma ci sono arrivata solo io. Lo sto facendo solo per lei, è grazie a lei se ho fatto il casting, e sarà sempre e solo grazie a lei se farò strada.
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Spero che questa storia vi possa piacere e che magari non la riteniate troppo pesante.
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Sei Così Bambina
Hayran KurguDopo la morte di qualcuno che amiamo non sempre avvertiamo subito il dolore. Possono passare dei giorni o anche dei mesi prima che l'ondata di sofferenza ci travolga. Nei momenti successivi alla perdita, in particolar modo se questa è improvvisa, si...