14.
<<Rischiara per me i giorni antistanti all'eternità>>
Il viaggio verso Seoul fu oltremodo silenzioso, Taehyung intento a guidare per quelle viuzze che pian piano diventarono vere e proprie strade e Jungkook a guardare fuori dal finestrino con sguardo assente e sospirando di tanto in tanto come se fosse in ansia ma non volesse darlo a vedere. Purtroppo il ragazzo di fianco a lui ci fece più che caso e rimase pensieroso per tutto il tragitto, lasciandogli il suo spazio, un momento di tranquillità per pensare, sperava gli avrebbe fatto bene. Solo una volta che furono arrivati, con la macchina parcheggiata nei posti del condominio si permise di porgli quella domanda che da tanto gli girava in mente. Tirò il freno a mano e spense il quadro «Tutto bene?»
Jungkook si ridestò all'improvviso, come se fosse restato sovrappensiero per tutto il tempo e si rimise dritto staccandosi dal finestrino, girandosi a guardarlo «Perché?» sbatté le palpebre come caduto dalle nubi e Taehyung estrasse le chiavi rigirandosele tra le mani «Ecco...Da quando hai parlato con tuo padre ti vedo un po'» cercò le parole giuste «giù» non riusciva a capacitarsi di come quell'uomo potesse esercitare tanta pressione psicologica sulla mente di quel ragazzo.
«Tranquillo Taehyung sto bene» si inumidì le labbra passando la lingua sopra di esse ed accennò un leggero sorriso staccandosi subito dopo la cintura di sicurezza. L'artista si allungò verso i sedili posteriori per recuperare la sua solita e fidata borsa a tracolla e se la portò sulle gambe. Mise una mano sulla maniglia ma in procinto di scendere si bloccò, riportando lo sguardo in quello di Jungkook, non convinto di quelle rassicurazioni «Mi prometti che più tardi parliamo?» ed il corvino non poté far altro che annuire, forse era arrivato il momento di aprirsi un po' di più. Taehyung gli dava tanto e lui doveva in qualche modo ricambiare «Bene, saliamo forza, destinazione settimo piano»
Balzarono giù dalla macchina, senza nessuna valigia a seguito, Taehyung aveva promesso al corvino di prestargli tutte le cose di cui avesse bisogno senza così perdere tempo per partire. Pochi metri ed arrivò davanti al portone del condominio che aprì velocemente per poi bloccarsi nell'atrio con un gran sorriso in volto «Hey Taehyung!» Namjoon era appena uscito dall'ascensore con tra le braccia sua figlia che prese a scalpitare appena vide l'artista «No, Susi no- stai ferm- ho capito ti metto giù» appena arrivò ad appoggiare i piedini sul pavimento corse e Taehyung si abbassò per accoglierla tra le sue braccia.
«TaeTae!» le riservò un abbraccio caloroso, adorava quando lo chiamava con quella vocina così delicata. In realtà adorava ogni cosa di quella bambina, la sua esuberanza, l'allegria, la positività «Ciao piccolina» le scompigliò dolcemente i capelli e poi assunse una faccia meravigliata «Wow, ma sei diventata ancora più bella!» esclamò con molta enfasi facendo arrossire la piccola e sorridere appena Jungkook, fermo dietro di lui di qualche metro.
«Sei già tornato?» si rimise in piedi per conversare con Namjoon che intanto prese per mano la piccola, così che non scappasse chissà dove «Piccola pausa dal lavoro» fece un occhiolino risistemandosi la borsa sulle spalle «E lui?»
Si girò di scatto indietro con un largo sorriso in volto per guardare il corvino; sentiva la sua mancanza anche avendolo a due passi di distanza. Gli si avvicinò posandogli una mano sulle spalle «Oh sì, giusto. Nam lui è Jungkook. Kook lui è Nam, il mio migliore amico» fece le presentazioni ed il più grande annuì piacevolmente sorpreso «Oh adesso ho capito! È lui quel Jungkook di cui mi aveva parlato Jimin» si risistemò velocemente gli occhiali, tirandoli su con un dito e poi allungò una mano davanti a sé che Jungkook prontamente strinse «Comunque molto piacere» ed allo stesso modo rispose l'altro.
«Ragazzi scusatemi veramente» riprese in braccio la piccola Susi dandole un buffetto giocoso sul naso «ma sono a corto di pannolini ed il resto immaginatelo» fece una smorfia disgustata «corro al supermercato, vero piccolina?»
«Hai bisogno di una mano?» Taehyung prontamente si offrì, spesso gli era capitato di badare alla bambina quando entrambi i suoi genitori erano a lavoro ed in fin dei conti non poteva negare aiuto al suo migliore amico «Ma no tranquillo, ci vediamo!» sventolò una mano in aria e la bimba si girò verso i due ragazzi sporgendosi dalle grandi spalle del padre, facendo anch'essa il segno per salutarli, tutta sorridente.
Fortunatamente l'ascensore era già lì, pronto per essere usato, non dovettero aspettare così e salirono subito. Taehyung premette il numero sette e quella gabbia di ferro incominciò a muoversi «Se te lo stessi chiedendo, sì, è lui il fisioterapista che mi ha insegnato quei massaggi» voleva stuzzicarlo un po' con certi ricordi ed invece Jungkook aveva già la testa persa in altri pensieri «Oh, ed invece Jimin?» chiese di fatti e Taehyung, anche se curioso oltremodo per sapere quale fosse il motivo per il quale gli avesse posto quella domanda, gli rispose senza problemi «Lui è il nipote del mio maestro, te lo farò conoscere sicuramente, è un ragazzo squisito» gli fece l'occhiolino per poi tornare a guardare il numero dei piani che scorreva.
«Squisito...» ripeté Jungkook con una voce strana. Più bassa del normale. E quasi sbuffò nel mentre «Esatto ed anche tanto dolce e disponibil- cos'è quella faccia?» Taehyung si girò per un attimo a guardarlo e vide solo una cosa, gelosia. Lo fece sorridere in un modo tremendamente bello, soprattutto quando il corvino provò a dissimulare «Quale faccia?»
Taehyung affondò un dito in quella guancia arrossata, facendolo immobilizzare sul posto «Ti è apparso un piccolo broncio su quel bel musetto» e Jungkook la scansò velocemente borbottando un «Sei troppo fantasioso» prima di uscire dall'ascensore. L'artista alzò le spalle con nonchalance ed aprì casa sua «Sarà. Prego entra pure»
Si levarono entrambi le scarpe che vennero sostituite da un paio di pantofole a testa «Permesso» Taehyung buttò di lato la borsa su una panca presente all'ingresso e si passò una mano tra i capelli prima di avanzare «Vieni, ti faccio vedere casa» ma prima di entrare in cucina vide con la cosa dell'occhio la porta del suo studio aperta e quasi non sbiancò «Merda»
«Cosa?» chiese confuso Jungkook guardandolo andare a passo svelto verso quella direzione per poi chiudere il tutto lievemente. Quasi maledette Jimin per non essersi ricordato di lasciar chiuso tutto. Non voleva di certo che Jungkook scoprisse tutti quei quadri su di lui, sarebbe passato per uno stalker o un maniaco e di certo questa cosa non lo aggradava affatto. Sventolò una mano in aria «Oh niente, non farci caso»
«Ma cosa c'è là dentro?» domandò allora curioso, sembrava gli stesse nascondendo qualcosa e l'artista sudò freddo per un attimo «Solo dei quadri dipinti, non sono importanti» continuarono quel breve giro ed in meno di cinque minuti finirono, in realtà non vi era molto da vedere «Ed infine questa è la camera da letto» si grattò il retro del collo «Purtroppo non ho la stanza degli ospiti, ma non ti preoccupare, io dormirò sul divano, così avrai i tuoi spazi»
Ma Jungkook si ritrovò a scuotere la testa «Non è necessario Taehyung» in fin dei conti anche la sera precedente si erano visti costretti a condividere quel letto matrimoniale nella locanda di Jin, non sarebbe cambiato niente, anzi si sarebbe ambientato più facilmente «Ma io non voglio che tu ti senta a disagio» gli rispose premuroso Taehyung prendendogli una mano ed intrecciandola con la sua.
Sorrisero entrambi, guardandosi negli occhi «E non lo sarò se tu mi rimarrai vicino» e Jungkook sapeva già che quelli sarebbero stati gli ultimi tre giorni più felici della sua vita.
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𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ ➳Kim Taehyung è un ragazzo di venticinque anni, restauratore, laureatosi in una Accademia di Belle Arti coreana. Indirizzato dal suo maestro, viene chiamato a lavorare nella chiesa medievale di Mora, un paesino all'antica, lo...