22.
Non venne fatta nessuna cerimonia, nessuno a Mora pensò che fosse opportuno riservarti almeno una cerimonia d'addio. Da vivo ti avevano trattato come uno straccio, e da morto la situazione non stava cambiando. Non volevo staccarmi da te eppure mi ti strapparono dalle braccia. Non mi diedero neanche il tempo di piangerti, stringendoti a me un'ultima volta, solamente perché dovevano seppellirti. E mettere te sotto terra voleva dire solo una cosa: liberarsi al più presto di quella vergogna, della ragione che più imbarazzava il paese. Erano semplicemente disgustosi, tutti quanti. Anche Seokjin. Non sono mai riuscito a capire le ragioni per cui non si era mai opposto a tutto ciò. Non era d'accordo con quella linea di pensiero ma mai lo vidi schierarsi da una parte ben precisa. Seokjin era un codardo. Aveva sempre saputo tutto, eppure mai si degnò di darci una mano. Cosa avrebbe perso? La locanda? Era di sua proprietà diamine, non gliela avrebbero potuta levare di certo. La reputazione in paese? Ma dannazione, io la mia l'avevo mandata a farsi benedire, il giorno stesso della tua morte. Feci un casino quel giorno. Misi a soqquadro tutto il paese per te. Non ti volevano? Bene, ti avrei portato a Seoul e fanculo tutto, tu non ci saresti finito sotto terra a farti divorare dai vermi.
Ci riuscii Kook e adesso il vedere l'urna con dentro le tue ceneri, mi consolava. Eri a casa con me, su quel mobiletto nella stanza della pittura. Circondato dai tuoi ritratti e con accanto una scatoletta, contenente la collana che ti donai. Non esistevi semplicemente più ed io non riuscivo ad abbandonarmi a quell'idea. Faceva male la realizzazione di una cosa del genere. Ed è vero che finché non la si prova, non si riuscirà mai a capire l'immenso dolore che ti divora il petto. Pensavo di poter impazzire in quel periodo. Ti vedevo ovunque. In cucina, in corridoio, nel mio letto a sorridermi appena sveglio e mi ritrovavo continuamente a versare lacrime.
Ogni tanto impazzivo dal dolore e scatti di furia incontrollata mi inondarono il corpo. Spaccai diversi piatti e bicchieri ed i cocci di sparsero sul pavimento tagliandomi i piedi e strappai i cuscini, facendo volare le piume per la stanza. Tirai un pugno allo specchio che si frantumò in mille pezzi e la cosa che fece più male fu il realizzare di aver tagliato alcuni tuoi quadri e vedere il tuo viso stracciato mi fece maledire internamente. Ma che diavolo avevo fatto?
Gli attacchi di panico di susseguivano feroci e così come arrivavano, se ne andavano, lasciandomi addormentato in un angolo della stanza con il volto segnato dalle lacrime secche. Poi un giorno, lo vidi. Era un biglietto finito sotto il letto. Avevi premeditato tutto Jungkook, da quando lo volevi fare? E mi sentii così stupido per non aver colto i segnali, perché potevo evitarlo e mi avevi dato tanti di quei avvertimenti soprattutto l'ultimo giorno.
"Sei una persona speciale Taehyung. Se veramente ci sarà una prossima vita, spero con tutto il cuore di rincontrarti"
Me lo avevi praticamente detto ed io ero rimasto là imbambolato a pensare "oh che bella frase". Sono stato uno stupido e sinceramente tra i miei pensieri ci fu solo una cosa costantemente. Il volerti raggiungere. E spesso pensai se il saltare dal settimo piano potesse permettermi di rincontrarti. Ma sembrava tu che avessi previsto tutto e di fatti quello che mi lasciasti scritto mi diede quel pizzico di forza per rialzarmi.
Le mani mi tremavano nell'aprirlo ed il mio respiro si mozzò quando riconobbi la tua calligrafia "Se adesso stai leggendo, vuol dire che io già non ci sarò più. Non sono mai stato bravo con le parole e non penso che mi dilungherò più di tanto. Solo, sappi che è stata una cosa necessaria. Ti prego Taehyung, sorridi come hai sempre fatto. Voglio che quel tuo bellissimo sorriso quadrato rimanga impresso su questo pianeta per sempre, non permettergli di svanire. E sii più coraggioso di me, già lo sei, continua così, perché sarò lì al tuo fianco. Se il destino ha voluto che ci incontrassimo, un motivo ci sarà stato e sono sicuro che neanche la morte potrà tenerci lontani. Combatti sempre, realizza i tuoi sogni, tutti quanti anche il più piccolo, non arrenderti mai. Non sarò lì a tenerti la mano, ma sta certo che ti guarderò sempre le spalle. Non permetterò a niente di farti del male. Quindi adesso alzati e vai a combattere lì fuori. Questo mondo ha bisogno di te. Ti amo più di ogni altra cosa e giuro che se non farai tutto quello che ti ho detto, verrò lì, in qualche dannato modo e ti prenderò a calci nel culo.
Sii felice anche per me.
Stammi bene, Taehyung"
In un primo momento? Corsi in bagno a vomitare anche l'anima. Mi avevi appena distrutto. Ed il gridare come un pazzo sembrava l'unica cosa che potesse riuscire a liberarmi seppur minimamente.
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𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ ➳Kim Taehyung è un ragazzo di venticinque anni, restauratore, laureatosi in una Accademia di Belle Arti coreana. Indirizzato dal suo maestro, viene chiamato a lavorare nella chiesa medievale di Mora, un paesino all'antica, lo...