☘ MORS☘

986 113 24
                                    

20

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

20.

<<E cadde uno stridulo silenzio sulle nostre vite>>

«Jungkook, dobbiamo parlare» si era fatta sera ed il corvino era intento a preparare la cena per lui e suo padre. Era ritornato a casa, già, eppure non smetteva di sospirare ogni secondo della sua esistenza «Sì, arrivo» spense alla padella, nella quale stava ripassando le verdure e si slegò il grembiule dalla vita per poi posarlo sul tavolo. Lo raggiunse velocemente nel solito studio, trascinandosi dietro pesanti passi, anche quella volta sarebbe rincominciato il solito supplizio. Ora che le messe di giornata erano finite, rimanevano solo loro due lì dentro.

Si mise seduto davanti la scrivania e gli lanciò una veloce occhiata prima di riabbassare lo sguardo sconsolato quando vide pura disperazione sul volto del padre «Sarò sincero, non so più che fare, ho perso le speranze con te. Demoni o non demoni, qui il problema vero sei tu» picchiettò con l'unghia sul legno e scosse impercettibilmente la testa «Sei nato sbagliato e penso che questa cosa non possa essere cambiata dalla fede. Mio Dio, perdonami per quello che ho detto, ma penso che sia la semplice e pura verità» rivolse un segno della croce verso l'alto e baciò il crocifisso che portava al collo «Sei contro natura, dai piedi fino alla punta dei capelli. Non ti è mai passato per la testa di essere un abominio?»

E Jungkook chiuse gli occhi e prese un respiro profondo facendo gonfiare i polmoni talmente tanto che sembrava gli potessero scoppiare da un momento all'altro «Sempre» era la verità o non lo era? Ma in fondo che importava? Che lui si considerasse nel giusto o meno, la ragione sarebbe stata sempre dalla parte di suo padre «E allora perché non ti dai da fare per cambiare?»

Si torturò le dita, scavando vicino le unghie e creando tante fastidiose pellicine «Non ci riesco, non riesco» scosse la testa chiedendosi nel mentre il perché succedesse tutto ciò. Perché proprio a lui «Ti sei divertito in questi giorni?» e subito gli venne in mente una persona, Taehyung e come per magia sul suo volto apparve un tenero sorriso «Sono stato bene»

Padre Lee storse il naso a quell'affermazione, il disgusto lo pervase «E dimmi, hai peccato insieme a lui?» rimase in silenzio, perché doveva dargli informazioni tanto private, non tanto per la sua di privacy ma per quella di Taehyung «Rispondi Jungkook, per l'amor di Dio!» il tono di voce divenuto improvvisamente più alto gli fece stringere le spalle e la sua mano corse a cercare il ciondolo di quella collana tanto cara, provando a trovare forza e coraggio in essa «Sì, sì l'ho fatto, l'ho baciato e l'ho amato» 

Sussultò spaventato quando l'uomo sbatté violentemente una mano sui vari fogli sparsi lì davanti producendo un forte rumore «Che schifo, cosa le mie orecchie devono subire, dovrei farti rinchiudere in qualche collegio» ma a quel punto alzò la testa per guardare suo padre «Taehyung è speciale, Taehyung merita amore, non fategli del male, non allontanatelo come avete fatto con-» era la cosa che più temeva, non voleva che gli rovinassero i piani, doveva concludere quel restauro a cui tanto teneva e poi continuare la sua carriera artistica.

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora